Ciao, sono Gianluca, un innamorato delle proprie passioni. L'avventura è il tema portante, intesa come distacco dalla realtà quotidiana, per immergersi in un contesto dove l'istinto predomina sulla razionalità; intesa come scoperta della verticalità, nel sentirsi completi quando si va sempre più su, sfidando le proprie paure ma contemplando l'abisso. In questo spazio sono condivise le mie esperienze, magari per invogliare qualcuno a ripeterle, magari per fornire qualche utile consiglio.


giovedì 12 ottobre 2017

Monte Cucco da Pian del Monte

"Lo scenario adesso è cambiato nuovamente ed il terreno è erboso ed il sentiero con dei ripidi tornanti si arrampica per la scoscesa costa: ogni tanto le nuvole si aprono e lasciano intravedere il panorama sottostante, cosa che invece non accade guardando verso l'alto dove la visibilità continua ad essere quasi nulla."



Undici Settembre 2016
Partenza dal piazzale di Pian del Monte (1190m) ore 7:54
Rientro al piazzale di Pian del Monte ore 10:44
Distanza percorsa: 6,5Km circa
Durata escursione: 2h50m  (pausa merenda di 16' poco sotto la vetta del Monte Cucco)
Tempo di marcia: 2h34'
Grado di difficoltà: E
Dislivello in salita: 512m
Dislivello in discesa: 512m
Vette raggiunte:  1566m Monte Cucco
Monte Cucco su Wikipedia



Marcato in azzurro il percorso su traccia GPS registrata durante l'escursione.




Percorso:
Partenza dal piazzale di Pian del Monte (1190m) seguendo un accenno di carrareccia che per prati conduce fino alla base del Monte Cucco: salendo la pista diventa marcata (sentiero n.226) fino a restringersi nuovamente nei pressi dell'ingresso della grotta del Monte Cucco. Si prosegue sulla sinistra rispetto al cancello che ne vieta l'ingresso, si passa per un arco di roccia e si sale per un ripido costone fino al bivio con il sentiero n.239: da qui si segue quest'ultimo sulla sinistra fino in vetta. Si ridiscende per il medesimo percorso e stavolta al bivio si continua sempre a sinistra per il sentiero n.226 che segue il versante Est della montagna. Dopo circa mezzo si raggiunge un nuovo bivio, ossia quello che con un breve percorso conduce all'ingresso Nord della Grotta (sentiero n.228): si continua sulla sinistra con il sentiero n.226 raggiungendo dopo pochi minuti di marcia un nuovo bivio, stavolta con il sentiero n.240 che prosegue in leggera salita; in questo punto si abbandona il sentiero n.226 che scende lungo la Valrachena in direzione Pian delle Macinare. Si prosegue a mezzacosta raggiungendo la "Fonte ghiacciata" (sono presenti alcuni fontanili), da cui, superata una parte di sentiero leggermente esposta, si giunge nuovamente nei pressi del rifugio in legno posto lungo il sentiero n.226 dal quale si ritorna al Pian del Monte.





Relazione:
Il tempo non promette nulla di buono, a dispetto delle previsioni che parlavano di piogge a partire dal primo pomeriggio e poco nuvoloso la mattina, il cielo è chiuso e la vetta della montagna sulla quale ci apprestiamo a salire è coperta dalle nuvole.

La vetta del Monte Cucco coperta dalle nuvole.

Questa mattina io e Mirko abbiamo dovuto effettuare un cambio di programma: l'intento era quello di salire sulla vetta della montagna più alta dell'Appennino, il Gran Sasso, per la via delle Creste con discesa per la via Normale, invece le scosse sismiche che hanno colpito il centro Italia nelle scorse settimane ci hanno messo sul chi va là.
Purtroppo si sono verificati dei crolli, specie sul Corno Piccolo, con la relativa chiusura della ferrata "Danesi": finché la situazione non si sarà stabilizzata meglio percorrere sentieri un po' più a Nord. E così abbiamo fatto poiché siamo nel "Parco Regionale del Monte Cucco" e stiamo per salire sulla cima della montagna omonima.
Come dicevo con il tempo incerto decidiamo di percorrere un tragitto breve da svolgersi nella sola mattina ed è per questo che optiamo per il classico anello della vetta che parte dalla località Pian del Monte, dove la strada asfaltata termina con una rotatoria ed uno spiazzo dove poter parcheggiare l'auto: questa località è famosa non solo come punto di partenza per le escursioni sulla vetta e sulla altrettanto nota Grotta del Monte Cucco, ma anche come zona di decollo per gli amanti del deltaplano e del parapendio.
Il Monte Cucco (1566m) infatti è soprannominato il "ventre" dell'Appennino a causa dei fenomeni di carsismo, acque sotterranee i cui punti di risorgenza alimentano acquedotti civili e fonti minerali, ma più che altro per la sua grotta che con i suoi 30 Km di gallerie ed oltre, e con una profondità massima di circa 1000 metri è uno dei sistemi ipogei più importanti in Europa e sicuramente tra i più noti e studiati nel mondo. 
Siamo da soli, forse le pessime previsioni hanno scoraggiato altri escursionisti e lasciata l'auto prendiamo la carrareccia che per prati prosegue in direzione Nord-Est, verso la montagna. Superato questo piacevole tratto (le articolazioni ringraziano), giunti alle pendici del Cucco, il fondo diventa sassoso man mano che la strada inizia a salire costeggiando il versante orientale della montagna: la pendenza non è ancora eccessiva e stiamo attraversando un bosco di faggi.
Il sentiero che stiamo seguendo è il n.226 (vecchia numerazione n.2) che in questa prima parte segue una comoda carrareccia: dopo circa un chilometro di marcia, sulla sinistra notiamo una piccola costruzione in legno: una sosta per gli escursionisti e gli speleologi utilizzata specialmente in estate quando il sole picchia in questa parte di tracciato.
Dopo circa mezzo chilometro la carrareccia (finalmente!) si restringe fino a diventare un sentiero ed allo stesso tempo il bosco si dirada sempre più: la sottostante "Val di Ranco" in certi punti sembra molto, forse troppo vicina... In certi punti il sentiero, ora roccioso, è esposto ed è stato messo in sicurezza grazie a delle balaustre con cavi metallici: visto il continuo viavai di persone eterogenee, l'ingresso Sud della grotta è proprio qui sopra, è stata una scelta quasi obbligata per evitare possibili incidenti.

La cancellata che impedisce l'accesso alla grotta del Monte Cucco.

Dopo pochi minuti raggiungiamo la cancellata che impedisce l'ingresso alla Grotta, va detto che è stata presa questa precauzione perché in passato persone non esperte si sono recate al suo interno con conseguenze tragiche: gli incidenti spesso accadono anche a speleologi con esperienza e dotati di tutta l'attrezzatura necessaria, figuriamoci cosa potrebbe accadere a chi si avventura dentro i meandri di questa montagna così per provare...
Di fronte a questo ingresso è stata costruito un parapetto metallico dal quale in giornate limpide è possibile spaziare con lo sguardo sulle vallate sottostanti fino al Mare Adriatico: purtroppo oggi questo spettacolo ci è precluso, con le nuvole basse la visibilità è si e no ridotta qualche metro.

Rispetto alla cancellata si prosegue sulla sinistra passando sotto un arco di roccia.

Proseguendo il sentiero sale sulla sinistra per delle facili roccette: si passa sotto un piccolo arco roccioso grazie al quale si arriva qualche decina di metri sopra l'ingresso della Grotta. 

Mirko sotto l'arco di roccia.

Lo scenario adesso è cambiato nuovamente ed il terreno è erboso ed il sentiero con dei ripidi tornanti si arrampica per la scoscesa costa: ogni tanto le nuvole si aprono e lasciano intravedere il panorama sottostante, cosa che invece non accade guardando verso l'alto dove la visibilità continua ad essere quasi nulla.

Poco sopra l'ingresso della grotta.

Panoramica in direzione Sud-Est.

Forse questo è il tratto più impervio dell'escursione.

In breve tempo raggiungiamo il bivio con il sentiero n.239 (ex n.14) che conduce fino alla vetta del Monte Cucco: senza esitazione saliamo alla nostra sinistra, ormai mancano solo 100m di dislivello ed il vento inizia a spirare con forte intensità... Portando altre nuvole!

Il bivio con il sentiero n.239 che conduce in vetta.

Si svolta a sinistra, verso la vetta.

Dopo pochi minuti raggiungiamo la scarna vetta del Monte Cucco dove è presente un grosso omino di pietre  con una piccola rudimentale croce: niente, non si riesce a vedere quasi nulla...

La cresta sommitale del Cucco.

Panoramica tra le nebbie.

In vetta!

Non abbiamo neanche la possibilità di fare un piccolo spuntino per il forte vento: mestamente torniamo sui nostri passi raggiungendo nuovamente il bivio sopracitato.

Fotografando una spera di luce tra le nuvole.

Proseguiamo ancora alla nostra sinistra seguendo nuovamente il sentiero n.226 che percorre adesso il versante est della montagna: in teoria qui siamo affacciati sulla zona della forra di Rio Freddo e Pian delle Macinare, che grazie a questo tempo "bislacco" non riusciamo neanche ad intravedere, mannaggia!
Rivolti a Nord, addossati ad un piccolo costone, decidiamo di fare una piccola pausa per mettere qualcosa sotto i denti: ormai è più di un'ora che siamo in marcia e dobbiamo ricaricare le batterie! 

Persi nella nebbia...

Dopo aver percorso circa mezzo chilometro siamo di fronte ad un nuovo bivio, ossia quello che con un breve percorso conduce all'ingresso Nord della Grotta (sentiero n.228, ex n.2C): neanche prendiamo in considerazione l'idea di farci una capatina, in primo luogo perché non si vede nulla ed in secondo perché le prime goccioline di pioggia iniziano a bagnarci.

Il bivio tra i sentieri n.226 ed il n.240.

Nuovamente furori dal bosco.

Acceleriamo il passo ed in pochi minuti raggiungiamo nuovamente la faggeta che circonda la montagna al di sotto dei 1400m di quota circa dove, dopo qualche centinaia di metri, raggiungiamo un nuovo bivio, stavolta con il sentiero n.240 (ex n.15) che prosegue davanti a noi in leggera salita: in questo punto abbandoniamo il sentiero n.226 che scende lungo la Valrachena in direzione Pian delle Macinare.

Segnavia per la "Fonte Ghiacciata".

Proseguiamo in leggera discesa, a mezzacosta, fino a raggiungere la "Fonte ghiacciata", dove sono presenti alcuni fontanili: più per curiosità che altro ci rechiamo verso le trocche in cemento dove abbiamo la prima grande ed unica sorpresa della giornata. Guardando attentamente dentro l'acqua notiamo dei movimenti: "Mirko, cosa sono quelli?"
Forse non l'ho ancora detto, ma il mio compagno di quasi vent'anni di avventure oltreché essere una valido alpinista e uomo di infinita pazienza, è anche biologo: chi meglio di lui per capire quale è la specie animale che ci troviamo di fronte? A tal proposito lascio la parola proprio a Mirko:
"Quello che possiamo ammirare in foto è un esemplare adulto di tritone che, in considerazione di morfologia, dimensioni e habitat, apparterrebbe con molta probabilità della specie Triturus Italicus, che è noto prediligere i fontanili e gli abbeveratoi fino ai 1200 metri sopra il livello del mare, come ambienti riproduttivi per l’assenza di ittiofauna predatrice. 

Un esemplare di  tritone (Triturus Italicus).

Sebbene la sua stagione riproduttiva abbia generalmente luogo in primavera, la specie passa in acqua la maggior parte dell’anno nutrendosi di invertebrati di piccola taglia."
Ovviamente le fotografie si sprecano, più che altro per avere materiale con cui confrontarsi una volta a casa.
Riprendiamo la marcia attraverso questa parte di sentiero leggermente esposta finché non giungiamo nuovamente nei pressi della piccola costruzione in legno vista un paio d'ore fa lungo il sentiero n.226: dal punto in cui siamo noi ad essere onesti sia per la scarsa visibilità dovuta alle nuvole basse, sia per la fitta vegetazione non si vede proprio nulla! Il bello è che non notiamo a terra neanche la parvenza di una traccia, fortuna il GPS...
Dopo una breve discesa di qualche metro alla nostra sinistra il tetto del rifugio appare proprio sotto i nostri piedi: chissà come sarebbe stata questa escursione in condizioni normali... 

Il bivio nei pressi del rifugio.

Svoltati a destra dopo una breve discesa per la carrareccia siamo di nuovo nei pressi del "Pian del Monte" e qui la pioggia inizia ad intensificarsi: iniziamo a correre, d'altronde per le nostra auto mancano poche centinaia di metri e per così poco non vogliamo bagnarci come pulcini. Giunti a poche decine di metri di distanza però i nostri propositi vengono smorzati sul nascere: di fronte a noi appare tra le nebbie una mandria di cavalli e non mi sembra il caso di correre come dei pazzi in mezzo a loro, sono sempre animali e non sappiamo come possano reagire.

Cavalli al pascolo sotto la pioggia.

Chiusa questa breve parentesi saliamo dentro la mia auto, a conti fatti i nostri abiti sono solo un po' umidi e la voglia è quella di tornare in condizioni meteorologiche migliori...
Buoni propositi, però quando?



Galleria fotografica


La vetta del Monte Cucco coperta dalle nuvole.


La cancellata che impedisce l'accesso alla grotta del Monte Cucco.


Il parapetto metallico dal quale in giornate limpide è possibile spaziare con lo sguardo sulle vallate sottostanti fino al Mare Adriatico.


Rispetto alla cancellata si prosegue sulla sinistra passando sotto un arco di roccia.


Bisogna abbassare leggermente il capo per passare.


Mirko sotto l'arco di roccia.


Panoramica in direzione Sud-Est.


Le nuvole si aprono, meglio approfittare!


Poco sopra l'ingresso della grotta.


Si sale!


Forse questo è il tratto più impervio dell'escursione.


Fotografando una spera di luce tra le nuvole.


Il sole prova a far capolino.


Il bivio con il sentiero n.239 che conduce in vetta.


Si svolta a sinistra, verso la vetta.


In alto si intravede parte della vetta.


La cresta sommitale del Cucco.


Panoramica tra le nebbie.


Foto di vetta, prima Mirko e...


... poi il sottoscritto.


Inizia la discesa.


Di nuovo dentro la faggeta.


Nell'oscurità...


Il bivio tra i sentieri n.226 ed il n.240.


Nuovamente furori dal bosco.


Intanto la visibilità cala ulteriormente.


Uno dei fontanili della Fonte Ghiacciata.


Un esemplare di  tritone (Triturus Italicus).


Incontri...


Persi nella nebbia...


Segnavia lungo il percorso, fronte e...


... retro.


Il bivio nei pressi del rifugio.


Cavalli al pascolo sotto la pioggia.



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