Ciao, sono Gianluca, un innamorato delle proprie passioni. L'avventura è il tema portante, intesa come distacco dalla realtà quotidiana, per immergersi in un contesto dove l'istinto predomina sulla razionalità; intesa come scoperta della verticalità, nel sentirsi completi quando si va sempre più su, sfidando le proprie paure ma contemplando l'abisso. In questo spazio sono condivise le mie esperienze, magari per invogliare qualcuno a ripeterle, magari per fornire qualche utile consiglio.


mercoledì 22 ottobre 2014

"Foro degli Occhialoni" presso il Monte Frasassi



Diciotto Ottobre 2014 
Partenza da San Vittore alle Chiuse (204m) ore 7:39
Rientro a San Vittore alle Chiuse ore 10:31
Durata escursione: 2h52'
Distanza percorsa: 8.1Km circa
Grado di difficoltà: EE, passaggi di I grado sui "Gradoni"
Quota max raggiunta:523m sui "Gradoni" sopra il "Foro degli Occhialoni"
Dislivello in salita: 577m
Dislivello in discesa: 618m
Parco Naturale Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi su Wikipedia   
Grotte di Frasassi su Wikipedia   


Marcato in azzurro il percorso su traccia GPS registrata durante l'escursione.



Percorso:
Partenza dal parcheggio antistante la chiesa romanica di "San Vittore alle Chiuse", si attraversa il ponte romano sul fiume "Sentino" seguendo l'evidente traccia  che lo costeggia: c'è un segnavia ed il sentiero ivi indicato è 139AG (segni bianco-rossi). Il percorso in questa prima fase è composto da alcuni brevi saliscendi che portano ad un bivio dove si prende il sentiero che sale alla destra, in mezzo al bosco.
L'ascesa prosegue per quattro tornanti che si inerpicano fino a "Pierosara" dove si raggiunge un crocevia: proseguendo sulla destra si va per "Pierosara" (sentiero 117); andando dritti, per il sentiero 139AG, si arriva alla sella tra il "Monte di Frasassi" (708m) ed il "Monte Giunguno" (734m); svoltando a sinistra (sentiero 117), si prosegue verso il "Foro degli Occhialoni". Si svolta a sinistra per quello che sembra un viale alberato finché la pista non ridiventa un sentiero che scende costeggiando il crinale, raggiungendo poi una piccola piazzola. Si prosegue per il sentiero a mezzacosta lungo il versante Nord-Est del "Monte Frasassi" finché si raggiunge un nuovo bivio: salendo sulla destra in pochi minuti si arriva all'ingresso della "Grotta del Mezzogiorno"; procedendo invece sulla sinistra il sentiero risale ripido nel bosco fino al "Foro degli Occhialoni" . Proseguendo per quest'ultimo si superano facili roccette aiutandosi con la vegetazione circostante. Dal "Foro degli Occhialoni" si procede sulla sinistra fino a raggiungere la base dei "Gradoni" (qui terminano i segni bianco-rossi): si arrampica (passaggi di I° con due cavi metallici) e si passa per una cengia esposta (anche qui cavo metallico). Il sentiero 117 "tecnicamente" termina qui, e la seguente parte di percorso è ora senza nome e non più segnalata, ci si ricongiungerà più avanti con il sentiero 117A: l'Ente Parco "consiglia" di terminare l'escursione qui e tornare indietro "nel rispetto dei vincoli posti per ragioni di sicurezza e rispetto della fauna sulle pareti che sovrastano la Gola". Si prosegue per tratti esposti lungo una pista con vecchi segni giallo-rossi ed omini di pietra fino a ricongiungersi con il sentiero 117A sopra la "Grotta della Beata Vergine di Frasassi".
Si scende poi sulla strada lastricata che conduce all'eremo di "Santa Maria infra Saxa" ed al tempietto del "Valadier" tenendosi sulla destra per arrivare poi alla strada asfaltata che costeggia il fiume "Sentino". Da qui si prosegue in direzione "San Vittore alle Chiuse" (sinistra) per circa 2.5 Km fino al punto di partenza.



Relazione:
Per domani si prospetta una bella giornata: l'autunno non è ancora inoltrato e la temperatura è mite, giornata ideale per avventure!
Dopo l'adrenalina dell'escursione precedente (Vetta Centrale del Corno Grande del Gran Sasso), decidiamo per qualcosa di meno impegnativo; allo stesso tempo non vogliamo fare troppa strada in automobile, la scelta quindi cade obbligatoriamente per un'escursione in zona.
E' da parecchio tempo che non faccio il sentiero per il "Foro degli Occhialoni", perché non andare lì? Detto... fatto!
L'appuntamento è fissato per le 7:00 di mattina: alla conta risulteremo essere solo in tre, purtroppo ci sono state alcune défiance. All'appello sono presenti il sottoscritto, Andrea e Daniele, guarda caso gli stessi che il 18 Ottobre del 2011 iniziavano l'installazione di una linea di produzione in Arabia Saudita (lavoro che sarebbe durato circa tre settimane): ovviamente l'umore e le sensazioni ora sono completamente diversi... 
Alle 7:30 circa già siamo a "San Vittore alle Chiuse". Tempo di parcheggiare la macchina in piazzetta di fronte alla Chiesa romanica, cambiarci d'abito e siamo già in marcia: oggi percorreremo un anello passando per il "Foro degli Occhialoni"e il "Tempietto di Valadier". 
Dalla piazza "puntiamo" verso il Ponte Romano che collega le due sponde del fiume "Sentino" e lo attraversiamo. Poco dopo, sulla sinistra, abbandonando la strada, iniziamo a seguire l'evidente traccia che costeggia il fiume (sentiero 139AG). In breve tempo raggiungiamo un primo bivio: proseguiamo tenendoci sulla destra entrando nel bosco (il segnavia è sempre il 139AG). Dopo una breve quanto intensa salita (quattro tornanti), giunti all'altezza di "Pierosara" arriviamo ad un secondo bivio, stavolta con crocevia. Siamo all'incrocio tra i sentieri 139AG e 117: proseguendo sulla destra si va per "Pierosara" (sentiero 117); andando dritti, per il sentiero 139AG, si va fino alla sella tra il  "Monte di Frasassi" (708m) ed il "Monte Giunguno" (734m); girando a sinistra (sempre segnavia 117), si prosegue verso il "Foro degli Occhialoni".
Noi proseguiamo a sinistra e, raggiunta una piazzola, la sterrata che avevamo iniziato a percorrere dopo il crocevia, si riduce nuovamente a sentiero. Superiamo un piccolo fosso e continuiamo la marcia proseguendo a mezzacosta lungo il versante Nord-Est del "Monte di Frasassi". Arriviamo ad un nuovo bivio: salendo sulla destra in pochi minuti si arriva all'androne della "Grotta del Mezzogiorno"; procedendo invece sulla sinistra il sentiero risale ripido nel bosco.  Proseguiamo in quest'ultima direzione e per facili roccette (e radici) in pochi minuti ci troviamo di fronte al "Foro degli Occhialoni". Che dire, sarò stato qui non so quante volte in circostanze e con persone sempre diverse: venire qui è sempre stata la mia valvola di sfogo, il modo più rapido per evadere dai problemi e dallo stress. Da solo, col gruppo parrocchiale da ragazzino, con gli amici, con i parenti, con le mie ex ... Praticamente sono stato qui con tutti! Adesso che ci penso, è proprio vero! Sono stato qui con tutte le mie ex-fidanzate, e guarda caso tutte, ma proprio tutte, appena giunte ai "Gradoni" non hanno voluto mai proseguire...
Racconto questo aneddoto ad Andrea e Daniele: "Eccolo! E' arrivato lui! Hai avuto tutte le donne tu! Basta con queste storie Vigna!"... E così via, autocensura!
Tornando a cose meno futili, percorrere questi sentieri, raggiungere questi luoghi, per me è sempre stato un qualcosa avente le connotazioni di "Montagna": gli odori, i colori, le sensazioni e le emozioni sono "simili" a quelle che una montagna con la emme maiuscola riesce a darti (non posso dire altrettanto dei suoni, purtroppo il tutto è accompagnato dal rumore di fondo prodotto dalle cave e dalla superstrada vicine!); quando non ho tempo di raggiungere luoghi più ameni ed isolati, per liberarmi da tutto e da tutti mi "accontento" di questo (ho usato il virgolettato perché questo è proprio un bell'accontentarsi, che magari, essendo vicino casa, non apprezzo come dovrei).
Il "Foro degli Occhialoni", per chi non lo sapesse, non è altro che un "finestrone" posto attraverso il "Monte Frasassi": sicuramente è quel che rimane di una cavità, un tempo molto più estesa, progressivamente smantellata dall'erosione. La vista dal suo interno è sulla sottostante "Gola di Frasassi", proprio di fronte all'ingresso della famosa "Grotta Grande del Vento" (è all'interno del monte che si staglia dall'altra parte della gola, il "Monte Valmontagnana").
Alla base di questa opera, cesellata dall'acqua e dal vento, si diramano alcuni cunicoli, e proprio inoltrandoci disarrampicando in uno di questi sulla sinistra che raggiungiamo uno slargo. A destra, sulla parete, è posizionato un cavo metallico: tramite questo si può proseguire in parete percorrendo una piccolo accenno di cengia fino ad arrivare ad una grotta, superata la quale ci si ritrova su di un balconcino molto panoramico (prestare la massima attenzione, il cavo è vecchio e consunto e l'esposizione è notevole!).
Facciamo una piccola sosta: giochiamo a fare i fotografi, gli scalatori... c'è sempre voglia di scherzare tra noi! E' giusto così!
Terminata questa breve "gita" all'interno del foro, uscendo, ci teniamo alla nostra destra, seguendo sempre il sentiero 117. Risaliamo per pochi metri nel bosco fino a raggiungere alcuni gradini rocciosi che ci conducono allo scoperto, a ridosso della cresta che dall'altro lato precipita a picco sulla "Gola di Frasassi": siamo giunti sui famosi "Gradoni", o "Scaloni" che, incisi sulla pietra viva della cresta stessa, ne rendevano più sicuro il suo superamento. Anche qui foto, chiacchiere, goliardia ecc... Non c'è alcuna fretta.
Dopo un po' decidiamo di proseguire salendo in cresta (passaggi di I grado con cordino metallico): il sentiero adesso non è più il 117 ma diventa il 117A (tecnicamente questa parte di sentiero è senza nome e non più segnalata, ci si ricongiungerà più avanti con il sentiero 117A, l'Ente Parco "consiglia" di terminare l'escursione qui e tornare indietro "nel rispetto dei vincoli posti per ragioni di sicurezza e rispetto della fauna sulle pareti che sovrastano la Gola"...).
Una volta sulla sommità della cresta, tramite un breve traverso sulla sinistra (altro cavo metallico) ci inoltriamo nuovamente nel bosco e iniziamo così la fase di discesa.
Il proseguire adesso è un qualcosa che avviene in automatico, non c'è niente su cui ragionare, niente su cui ponderare, è un qualcosa che accompagna i nostri pensieri, le nostre discussioni.
In breve tempo arriviamo alla grotta dove sono "incastonati" l'eremo di "Santa Maria infra Saxa" e il tempietto del "Valadier". Attraversiamo il portale e subito, sulla sinistra, proprio  all'ingresso di una grossa cavità, troviamo il tempietto del "Valadier"; sulla sinistra invece, scavato nella roccia, l'eremo di "Santa Maria infra Saxa". Ancora non c'è nessuno in giro, ne approfittiamo per contemplare quello che ci circonda: c'è un qualcosa di profondo in questo luogo, un qualcosa che riesce a toccarci nelle corde più intime; iniziamo così a parlare sottovoce, proprio per non disturbare la quiete ed il silenzio che qui regnano.
Ce ne andiamo a malincuore, con la promessa di tornare presto. Scendiamo verso la "Gola della Rossa", verso la strada che costeggia il fiume "Sentino" e che ci condurrà a "San Vittore alle Chiuse" o "delle Chiuse". Iniziano a squillare i telefoni, lungo la strada passano alcune auto: la magia è finita. 
Arriviamo di fronte all'ingresso delle "Grotte di Frasassi", guardiamo a sinistra, in alto, poco fa eravamo circa 300m più in alto...
Proseguiamo ed in pochi minuti siamo nuovamente di fronte alla Chiesa romanica: in meno di tre ore abbiamo percorso tutto l'itinerario.
No, ancora è troppo presto per tornare a casa!
Saliamo in auto e dopo meno di un chilometro di marcia parcheggiamo vicino alla biglietteria delle "Grotte": la crescia con "Ciauscolo" e formaggio di "Gaetano" e una bella birra fresca ci stanno aspettando!
Tra un boccone e un altro: "Vigna, adesso che ci hai portato qui non significa che andremo a letto insieme! Ahahahahah! Non fare scherzi! Non siamo come le tue fidanzate! Ahahahahah!"
"Certo che no! Voi non siete come loro, voi avete superato i "Gradoni"!?!?" 
Ci guardiamo per qualche secondo, poi... "Buahahahahahah...".
L'avete capita, no?



Momenti salienti in un collage video





Link per album Fotografico su Google Foto




Galleria Fotografica


L'abbazia del borgo di "San Vittore delle Chiuse", il Monte di " Frasassi " sullo sfondo.



Il fiume "Sentino".



Si sale in mezzo alla boscaglia.



Il "Foro degli Occhialoni".



Bel panorama, vero?



Arrampichiamoci dentro uno di questi cunicoli...



... ci siamo quasi... 



... Bu Bu Settete!



Il "Monte Frasassi".



Il "Monte Valmontagnana" dall'altra parte della "Gola della Rossa".



Particolare del "Monte Valmontagnana".



Particolare del "Monte di Frasassi".



"Quando ho fatto la traversata del Monte Valmontagnana sono passato per di là!"



Il "Monte Frasassi" e la frazione "Pierosara".



"Tutto ok, Daniele! Tra poco saliamo!"



Il sottoscritto (per chi ancora non lo sapesse...), sullo sfondo la falesia di "Cagliostro".



Si inizia l'arrampicata salendo in cresta.




Andrea agganciato al cavo metallico sul traverso dell'ultima parte dei "Gradoni".



Bei posti per arrampicare!



L'ingresso per l'Eremo Santuario di "Santa Maria infra Saxa" e il tempietto del "Valadier".




Il "Portale".



Il tempietto a sinistra, l'eremo a destra.



Poco fa eravamo lassù, in alto a destra.


Pronti all'abbuffata?


martedì 30 settembre 2014

Vetta Centrale del Corno Grande del Gran Sasso



Ventisette Settembre 2014 
Partenza da Campo Imperatore (2130m) ore 8:33
Rientro a Campo Imperatore ore 15:39
Durata escursione 7h 6'
Lunghezza tragitto: 15 Km circa
Grado di difficoltà: EE, EEA, PD passaggi di II continuativi su roccia molto friabile
Dislivello in salita: 817m
Dislivello in discesa:814m
Vette raggiunte: 2893m Vetta Centrale Corno Grande
Inizio arrampicata, tratto attrezzato, ore 10:08
Fine arrampicata, Vetta Centrale, ore 12:08
Inzio disarrampicata, Vetta Centrale, ore 12:31
Fine disarrampicata, ghiacciaio del Calderone, ore 13:28

Gran Sasso su Wikipedia
Corno Grande su Wikipedia




"La prima volta non si scorda mai", questo vecchio adagio calza alla perfezione anche per le avventure di montagna ed in particolare questa.
Durante una "sgambatina" presso il "Monte Revellone" (AN) insieme ai "Compagni di merende" prende forma l'idea di affrontare insieme una vetta del Gran Sasso: siamo un bel gruppo variegato ed abbiamo alle spalle esperienze alpinistiche di vario tipo; dei miei amici però nessuno si è cimentato con il Gran Sasso. Io ho appena affrontato l'ascesa della Vetta Orientale tramite la ferrata "Ricci" (Vetta Orientale del Corno Grande per la Ferrata "Ricci" e Corno Piccolo del Gran Sasso per la Ferrata "Danesi" ed il sentiero "Ventricini") ed al mio "palmares" oramai manca solo la Vetta Centrale per completare l'ascesa  alle cime più importanti del gruppo.
All'inizio pensavo al classico anello del "Corno Piccolo", poi però ripensandoci svolto sulla Vetta Centrale, sarebbe una prima per tutti, si partirebbe poi dallo stesso livello, non ci sarà nessuno che assumerà il ruolo di guida e questa già è un'ottima premessa.
Quindi tutto è stato deciso, non dobbiamo portare neanche molta attrezzatura perchè la stagione ancora non è inoltrata e il tempo si prevede ottimo.
Studio il percorso leggendo su vari libri, blog e forum: perchè non aggiungere alla Vetta Centrale anche la Orientale? Una volta in cima si scende per la "Forchetta Sivitilli" e poi si risale per la Orientale, in molti lo hanno fatto perchè non dovremmo riuscire anche noi? 
E sia!
Arriva il giorno "X" e all'appello siamo in tre: il sottoscritto, Daniele e Marco. La giornata è fantastica, il cielo è terso (e sarà così per tutto il giorno) e la temperatura è ideale.


Pronti... Via!


Alle 8:15 siamo a Campo Imperatore, il tempo di cambiarci d'abito e siamo già in marcia: si instaura subito una bella empatia tra noi e la prima parte del percorso scivola via come bere un bicchiere d'acqua. 


La giornata è stupenda!

Raggiungiamo così nell'ordine la "Sella di Monte Aquila", la "Sella di Corno Grande",il "Sassone" ed il bivio per la "Direttissima" a sinistra e  la "Forchetta del Calderone" al destra. Incontriamo un alpinista con il quale scambiamo due chiacchiere: "Io vado sulla Vetta Occidentale per  la via Direttissima, ah, voi andate alla Vetta Centrale? In bocca al lupo e buona fortuna!". Cosa avrà voluto dire?

Riprendiamo la marcia e già siamo all'attacco della ferratina del "Belvedere": indossiamo il kit da ferrata ed iniziamo. 


Breve ma intenso questo sentiero attrezzato.

L'entusiasmo è a mille, questa parte attrezzata è proprio bella, è un peccato che sia così breve. Arriviamo al "Belvedere" e proseguiamo per la "Comba": finora tutto secondo copione. 


Ultimo cavo del tratto attrezzato poco prima del "Belvedere".

Vediamo il "Bafile" (2669m) in lontananza, arroccato su una spalla rocciosa ai piedi della Vetta Centrale, proprio all'inizio della famosa Via "Mallucci-Monti": un'altro percorso per la vetta, a noi oggi va bene la via Normale!


Dal canale che conduce alla "Forchetta del Calderone" vista sul bivacco "Bafile" (sinistra) e la "Valle dell'inferno".


Arriviamo al bivio per la "Forchetta del Calderone" e subito ci infiliamo in un ripido canalone. La salita procede senza intoppi, gli scorci che si aprono ai nostri occhi sono favolosi (è la prima volta che siamo qui!) e si rivede il "Bafile": sarà una costante lungo tutto il percorso. Siamo quasi giunti alla "Forchetta del Calderone", un grosso masso ci sbarra la strada: Marco risolve la questione e supera l'ostacolo salendo sulla fessura (formata tra il masso ed il canale) di sinistra. 


Inizia il bello: cerchiati in rosso i due punti topici.

Il passaggio di per se non è complicato, è il mio zaino che si incastra di continuo: zaino da trekking, non da alpinismo, troppo profondo e poco largo (infatti subito dopo quest'esperienza ne ho comperato un altro). Proseguiamo, e ci ritroviamo di fronte un "bello" spigolo: non particolarmente ripido e ricco di buoni appigli, è l'esposizione che è ragguardevole. Senza troppe parole, uno dopo l'altro, andiamo avanti, solo dopo ci fermeremo a discutere dell'adrenalina che in pochi secondi ha iniziato a fluire nel nostro sangue nell'attraversare quella cresta.

E finalmente siamo sulla "Forchetta del Calderone" (2790m)! 


Sulla "Forchetta del Calderone"!

E' meraviglioso, la vista che ci si apre davanti ci ripaga degli sforzi fatti finora: è la prima volta che osserviamo il "Calderone" da questa angolazione, tutto inizia ad assumere un senso di ineluttabilità. 

Ammiriamo a lungo il paesaggio, scattiamo qualche foto e iniziamo subito la discesa verso il "Grande Terrazzo": scendiamo di qualche metro e poi risaliamo sulla destra su una piccola paretina (niente di difficoltoso!). 


Discesa verso il "Grande Terrazzo".

La pendenza è qualcosa di spettacolare ma l'avanzata risulta essere facile, senza problemi di sorta alcuna. Arriviamo al "Canale Gualerzi", una grossa fessura inclinata verso destra (guardandola con il "Calderone" alle proprie spalle) che ci porterà fino alla "Forchetta Gualerzi" (2840m). Dopo pochi minuti ci siamo e anche da qui estasi per gli occhi, non dico altro. Scendiamo verso Sud per qualche metro fino a portarci all'imbocco di un canale: risalendolo si arriva in vetta. 


Passaggio sotto il "Masso Incastrato".

Iniziamo la salita con bei passaggi, troviamo anche il tempo per scattare qualche fotografia: bisogna allentare un poco la tensione, la concentrazione tenuta finora è alta. Ci incitiamo l'uno con l'altro, ormai manca veramente poco.

Infatti dopo pochissimi minuti siamo in Vetta, anche la Centrale è stata conquistata (2893m)! Il panorama è da cartolina e facendo un giro completo di 360 gradi i nostri occhi spaziano per chilometri e chilometri. 


Panoramica dalla cima della "Vetta Centrale".

Non perdiamo troppo tempo però, siamo si e no a metà del nostro percorso, ed iniziamo così a cercare la via per arrivare alla "Forchetta Sivitilli": non riusciamo a trovarla! A turno scendiamo: ci dobbiamo provare da soli, per non influenzarci vicendevolmente; non riusciamo però a risolvere questo enigma. Non abbiamo nemmeno della corda con noi altrimenti sarebbe stato semplicissimo. Col senno di poi, documentandomi ulteriormente, mi sono accorto che scendendo ci siamo tenuti troppo sulla nostra sinistra, infilandoci in un diedro non superabile con i mezzi a nostra disposizione: la via era a destra, scendendo verso la "Valle dell'Inferno", aggirando uno spigolo e scendendo poi per un canale... obiettivo taggato!

Non scenderemo da lì, decisione unanime! I miei amici mi guardano: "E adesso?". Ovviamente non c'era l'intenzione di ripetere il percorso a ritroso: rifare la cresta poco prima della "Forchetta del Calderone" in discesa poi... da panico!

"E allora?".
Avevo il mio jolly nascosto, ossia, conoscendo questa montagna sapevo che per salire (o scendere) sulla "Vetta Centrale" non si passa solo per la "Forchetta del Calderone", ma anche per la "Via Gualerzi", che dal ghiacciaio del "Calderone" sale direttamente fino alla forchetta omonima: ero anche confortato dal fatto di aver scorto i bolli del sentiero (segnavia n.4) che scendevano verso il basso (e non salivano solo), all'incrocio tra il "Grande Terrazzo" ed il canale "Gualerzi". 
I miei amici però non lo sapevano!
Mi dispiace aver fatto vivere loro attimi di sconforto (per fortuna pochi): l'equivoco però è subito chiarito e con rinnovata fiducia iniziamo la discesa. Non è stato bello, salendo alcuni aspetti erano finiti in secondo piano: scendendo invece...

Discesa per il "Canale Gualerzi".

Mi riferisco alla roccia friabile, agli appigli che non tengono, ai sassi che si staccano e possono ferire i tuoi compagni!
Tutto è filato liscio, ad essere onesti però la discesa, così come l'abbiamo fatta noi, ha richiesto molta più concentrazione e sforzo che la salita (è sempre così....). Arrivati al "Calderone" ci possiamo finalmente rilassare, pacche sulle spalle e abbracci non mancano: ci rendiamo conto di avere fatto qualcosa di importante, di grande.

Finalmente sul "Calderone".

Un qualcosa che non dimenticheremo mai. 
La montagna riesce a darti anche questo.

Il "Corno Grande".

Siamo anche consapevoli di avere fatto la scelta giusta nel decidere di non scendere verso la "Forchetta Sivitilli" e proseguire verso la "Vetta Orientale" come da programma originario.
Ci riposiamo un poco, un breve spuntino, telefonate varie a casa e fotografie di rito: prendiamo la strada verso "Campo Imperatore", ed il resto è storia! 
L'anello è chiuso manca solo un'ultima cosa: appena arrivati a "Campo Imperatore", ci "tracanniamo" una bella birra a suggellare la bella esperienza vissuta insieme. Ecco, così siamo a posto.
I "Compagni di merende" colpiscono ancora!




P.S. Questa è la descrizione di quanto vissuto, per informazioni più dettagliate riguardo il percorso, di seguito il link al post:

Vetta Centrale e Torrione Cambi del Corno Grande del Gran Sasso 

dove mi sono soffermato di più sugli aspetti tecnici.


A seguire un breve montaggio di alcune immagini salienti e fotografie.





Link per album Fotografico su Google Foto







Marcato in verde il percorso.



Galleria fotografica

In automobile, tra Assergi e Campo Imperatore.



Pronti! Via! Daniele in maglia azzura, il sottoscritto gialla.



Lungo il pendio sotto "Cresta della Portella".



Il "Corno Grande" inizia a delinearsi.



Il terzo protagonista, Marco, nei pressi di "Sella di Corno Grande".




La giornata è stupenda!



"Sella di Corno Grande" (2421m).



Da "Sella di Corno Grande", vista sul "Sassone".



Il "Sassone"



Si inizia ad arrampicare!



Breve ma intenso questo sentiero attrezzato.



Bella pendenza, vero Marco?



Puro divertimento!



La fine del tratto attrezzato.



Sul "Belvedere".



Verso la "Forchetta del Calderone", lungo la prima parte del canale.



Sempre dal canale, il "Bafile" sulla sinistra e la "Valle dell'inferno" sotto.



Inizia il bello: cerchiati in rosso i due punti topici.



Sulla "Forchetta del Calderone" (2790m).



Discesa verso il "Grande Terrazzo".



"Via della Coppitana", nome del sentiero lungo il "Grande Terrazzo".



Dalla "Forchetta Gualerzi" (2840m), in rosso il percorso verso la vetta.



Sotto il "Masso incastrato" presso il canale sommitale.



Vetta Centrale (2893m).



Panoramica a 360° dalla cima.



Il "Corno Piccolo" e sullo sfondo i "Monti della Laga" ed il "Lago di Campotosto".



La "Vetta Occidentale" (2912m).



La "Vetta Orientale" (2903m).



Un "selfie" dalla vetta ci vuole proprio!



Discesa lungo la "Via Gualerzi".



Finalmente sul "Calderone"!



"Vetta Centrale" e "Torrione Cambi".



Panoramica dal "Calderone" sul "Corno Grande".



Dalla "Sella dei due Corni", vista sul "Corno Piccolo".



"Sella del brecciaio"(2506m).




Verso "Campo Imperatore".



Birra!



Percorso visto da Sud-Ovest.



Parte del percorso visto dal "Calderone", con evidenziati i segnavia.