Ciao, sono Gianluca, un innamorato delle proprie passioni. L'avventura è il tema portante, intesa come distacco dalla realtà quotidiana, per immergersi in un contesto dove l'istinto predomina sulla razionalità; intesa come scoperta della verticalità, nel sentirsi completi quando si va sempre più su, sfidando le proprie paure ma contemplando l'abisso. In questo spazio sono condivise le mie esperienze, magari per invogliare qualcuno a ripeterle, magari per fornire qualche utile consiglio.


martedì 30 settembre 2014

Vetta Centrale del Corno Grande del Gran Sasso



Ventisette Settembre 2014 
Partenza da Campo Imperatore (2130m) ore 8:33
Rientro a Campo Imperatore ore 15:39
Durata escursione 7h 6'
Lunghezza tragitto: 15 Km circa
Grado di difficoltà: EE, EEA, PD passaggi di II continuativi su roccia molto friabile
Dislivello in salita: 817m
Dislivello in discesa:814m
Vette raggiunte: 2893m Vetta Centrale Corno Grande
Inizio arrampicata, tratto attrezzato, ore 10:08
Fine arrampicata, Vetta Centrale, ore 12:08
Inzio disarrampicata, Vetta Centrale, ore 12:31
Fine disarrampicata, ghiacciaio del Calderone, ore 13:28

Gran Sasso su Wikipedia
Corno Grande su Wikipedia




"La prima volta non si scorda mai", questo vecchio adagio calza alla perfezione anche per le avventure di montagna ed in particolare questa.
Durante una "sgambatina" presso il "Monte Revellone" (AN) insieme ai "Compagni di merende" prende forma l'idea di affrontare insieme una vetta del Gran Sasso: siamo un bel gruppo variegato ed abbiamo alle spalle esperienze alpinistiche di vario tipo; dei miei amici però nessuno si è cimentato con il Gran Sasso. Io ho appena affrontato l'ascesa della Vetta Orientale tramite la ferrata "Ricci" (Vetta Orientale del Corno Grande per la Ferrata "Ricci" e Corno Piccolo del Gran Sasso per la Ferrata "Danesi" ed il sentiero "Ventricini") ed al mio "palmares" oramai manca solo la Vetta Centrale per completare l'ascesa  alle cime più importanti del gruppo.
All'inizio pensavo al classico anello del "Corno Piccolo", poi però ripensandoci svolto sulla Vetta Centrale, sarebbe una prima per tutti, si partirebbe poi dallo stesso livello, non ci sarà nessuno che assumerà il ruolo di guida e questa già è un'ottima premessa.
Quindi tutto è stato deciso, non dobbiamo portare neanche molta attrezzatura perchè la stagione ancora non è inoltrata e il tempo si prevede ottimo.
Studio il percorso leggendo su vari libri, blog e forum: perchè non aggiungere alla Vetta Centrale anche la Orientale? Una volta in cima si scende per la "Forchetta Sivitilli" e poi si risale per la Orientale, in molti lo hanno fatto perchè non dovremmo riuscire anche noi? 
E sia!
Arriva il giorno "X" e all'appello siamo in tre: il sottoscritto, Daniele e Marco. La giornata è fantastica, il cielo è terso (e sarà così per tutto il giorno) e la temperatura è ideale.


Pronti... Via!


Alle 8:15 siamo a Campo Imperatore, il tempo di cambiarci d'abito e siamo già in marcia: si instaura subito una bella empatia tra noi e la prima parte del percorso scivola via come bere un bicchiere d'acqua. 


La giornata è stupenda!

Raggiungiamo così nell'ordine la "Sella di Monte Aquila", la "Sella di Corno Grande",il "Sassone" ed il bivio per la "Direttissima" a sinistra e  la "Forchetta del Calderone" al destra. Incontriamo un alpinista con il quale scambiamo due chiacchiere: "Io vado sulla Vetta Occidentale per  la via Direttissima, ah, voi andate alla Vetta Centrale? In bocca al lupo e buona fortuna!". Cosa avrà voluto dire?

Riprendiamo la marcia e già siamo all'attacco della ferratina del "Belvedere": indossiamo il kit da ferrata ed iniziamo. 


Breve ma intenso questo sentiero attrezzato.

L'entusiasmo è a mille, questa parte attrezzata è proprio bella, è un peccato che sia così breve. Arriviamo al "Belvedere" e proseguiamo per la "Comba": finora tutto secondo copione. 


Ultimo cavo del tratto attrezzato poco prima del "Belvedere".

Vediamo il "Bafile" (2669m) in lontananza, arroccato su una spalla rocciosa ai piedi della Vetta Centrale, proprio all'inizio della famosa Via "Mallucci-Monti": un'altro percorso per la vetta, a noi oggi va bene la via Normale!


Dal canale che conduce alla "Forchetta del Calderone" vista sul bivacco "Bafile" (sinistra) e la "Valle dell'inferno".


Arriviamo al bivio per la "Forchetta del Calderone" e subito ci infiliamo in un ripido canalone. La salita procede senza intoppi, gli scorci che si aprono ai nostri occhi sono favolosi (è la prima volta che siamo qui!) e si rivede il "Bafile": sarà una costante lungo tutto il percorso. Siamo quasi giunti alla "Forchetta del Calderone", un grosso masso ci sbarra la strada: Marco risolve la questione e supera l'ostacolo salendo sulla fessura (formata tra il masso ed il canale) di sinistra. 


Inizia il bello: cerchiati in rosso i due punti topici.

Il passaggio di per se non è complicato, è il mio zaino che si incastra di continuo: zaino da trekking, non da alpinismo, troppo profondo e poco largo (infatti subito dopo quest'esperienza ne ho comperato un altro). Proseguiamo, e ci ritroviamo di fronte un "bello" spigolo: non particolarmente ripido e ricco di buoni appigli, è l'esposizione che è ragguardevole. Senza troppe parole, uno dopo l'altro, andiamo avanti, solo dopo ci fermeremo a discutere dell'adrenalina che in pochi secondi ha iniziato a fluire nel nostro sangue nell'attraversare quella cresta.

E finalmente siamo sulla "Forchetta del Calderone" (2790m)! 


Sulla "Forchetta del Calderone"!

E' meraviglioso, la vista che ci si apre davanti ci ripaga degli sforzi fatti finora: è la prima volta che osserviamo il "Calderone" da questa angolazione, tutto inizia ad assumere un senso di ineluttabilità. 

Ammiriamo a lungo il paesaggio, scattiamo qualche foto e iniziamo subito la discesa verso il "Grande Terrazzo": scendiamo di qualche metro e poi risaliamo sulla destra su una piccola paretina (niente di difficoltoso!). 


Discesa verso il "Grande Terrazzo".

La pendenza è qualcosa di spettacolare ma l'avanzata risulta essere facile, senza problemi di sorta alcuna. Arriviamo al "Canale Gualerzi", una grossa fessura inclinata verso destra (guardandola con il "Calderone" alle proprie spalle) che ci porterà fino alla "Forchetta Gualerzi" (2840m). Dopo pochi minuti ci siamo e anche da qui estasi per gli occhi, non dico altro. Scendiamo verso Sud per qualche metro fino a portarci all'imbocco di un canale: risalendolo si arriva in vetta. 


Passaggio sotto il "Masso Incastrato".

Iniziamo la salita con bei passaggi, troviamo anche il tempo per scattare qualche fotografia: bisogna allentare un poco la tensione, la concentrazione tenuta finora è alta. Ci incitiamo l'uno con l'altro, ormai manca veramente poco.

Infatti dopo pochissimi minuti siamo in Vetta, anche la Centrale è stata conquistata (2893m)! Il panorama è da cartolina e facendo un giro completo di 360 gradi i nostri occhi spaziano per chilometri e chilometri. 


Panoramica dalla cima della "Vetta Centrale".

Non perdiamo troppo tempo però, siamo si e no a metà del nostro percorso, ed iniziamo così a cercare la via per arrivare alla "Forchetta Sivitilli": non riusciamo a trovarla! A turno scendiamo: ci dobbiamo provare da soli, per non influenzarci vicendevolmente; non riusciamo però a risolvere questo enigma. Non abbiamo nemmeno della corda con noi altrimenti sarebbe stato semplicissimo. Col senno di poi, documentandomi ulteriormente, mi sono accorto che scendendo ci siamo tenuti troppo sulla nostra sinistra, infilandoci in un diedro non superabile con i mezzi a nostra disposizione: la via era a destra, scendendo verso la "Valle dell'Inferno", aggirando uno spigolo e scendendo poi per un canale... obiettivo taggato!

Non scenderemo da lì, decisione unanime! I miei amici mi guardano: "E adesso?". Ovviamente non c'era l'intenzione di ripetere il percorso a ritroso: rifare la cresta poco prima della "Forchetta del Calderone" in discesa poi... da panico!

"E allora?".
Avevo il mio jolly nascosto, ossia, conoscendo questa montagna sapevo che per salire (o scendere) sulla "Vetta Centrale" non si passa solo per la "Forchetta del Calderone", ma anche per la "Via Gualerzi", che dal ghiacciaio del "Calderone" sale direttamente fino alla forchetta omonima: ero anche confortato dal fatto di aver scorto i bolli del sentiero (segnavia n.4) che scendevano verso il basso (e non salivano solo), all'incrocio tra il "Grande Terrazzo" ed il canale "Gualerzi". 
I miei amici però non lo sapevano!
Mi dispiace aver fatto vivere loro attimi di sconforto (per fortuna pochi): l'equivoco però è subito chiarito e con rinnovata fiducia iniziamo la discesa. Non è stato bello, salendo alcuni aspetti erano finiti in secondo piano: scendendo invece...

Discesa per il "Canale Gualerzi".

Mi riferisco alla roccia friabile, agli appigli che non tengono, ai sassi che si staccano e possono ferire i tuoi compagni!
Tutto è filato liscio, ad essere onesti però la discesa, così come l'abbiamo fatta noi, ha richiesto molta più concentrazione e sforzo che la salita (è sempre così....). Arrivati al "Calderone" ci possiamo finalmente rilassare, pacche sulle spalle e abbracci non mancano: ci rendiamo conto di avere fatto qualcosa di importante, di grande.

Finalmente sul "Calderone".

Un qualcosa che non dimenticheremo mai. 
La montagna riesce a darti anche questo.

Il "Corno Grande".

Siamo anche consapevoli di avere fatto la scelta giusta nel decidere di non scendere verso la "Forchetta Sivitilli" e proseguire verso la "Vetta Orientale" come da programma originario.
Ci riposiamo un poco, un breve spuntino, telefonate varie a casa e fotografie di rito: prendiamo la strada verso "Campo Imperatore", ed il resto è storia! 
L'anello è chiuso manca solo un'ultima cosa: appena arrivati a "Campo Imperatore", ci "tracanniamo" una bella birra a suggellare la bella esperienza vissuta insieme. Ecco, così siamo a posto.
I "Compagni di merende" colpiscono ancora!




P.S. Questa è la descrizione di quanto vissuto, per informazioni più dettagliate riguardo il percorso, di seguito il link al post:

Vetta Centrale e Torrione Cambi del Corno Grande del Gran Sasso 

dove mi sono soffermato di più sugli aspetti tecnici.


A seguire un breve montaggio di alcune immagini salienti e fotografie.





Link per album Fotografico su Google Foto







Marcato in verde il percorso.



Galleria fotografica

In automobile, tra Assergi e Campo Imperatore.



Pronti! Via! Daniele in maglia azzura, il sottoscritto gialla.



Lungo il pendio sotto "Cresta della Portella".



Il "Corno Grande" inizia a delinearsi.



Il terzo protagonista, Marco, nei pressi di "Sella di Corno Grande".




La giornata è stupenda!



"Sella di Corno Grande" (2421m).



Da "Sella di Corno Grande", vista sul "Sassone".



Il "Sassone"



Si inizia ad arrampicare!



Breve ma intenso questo sentiero attrezzato.



Bella pendenza, vero Marco?



Puro divertimento!



La fine del tratto attrezzato.



Sul "Belvedere".



Verso la "Forchetta del Calderone", lungo la prima parte del canale.



Sempre dal canale, il "Bafile" sulla sinistra e la "Valle dell'inferno" sotto.



Inizia il bello: cerchiati in rosso i due punti topici.



Sulla "Forchetta del Calderone" (2790m).



Discesa verso il "Grande Terrazzo".



"Via della Coppitana", nome del sentiero lungo il "Grande Terrazzo".



Dalla "Forchetta Gualerzi" (2840m), in rosso il percorso verso la vetta.



Sotto il "Masso incastrato" presso il canale sommitale.



Vetta Centrale (2893m).



Panoramica a 360° dalla cima.



Il "Corno Piccolo" e sullo sfondo i "Monti della Laga" ed il "Lago di Campotosto".



La "Vetta Occidentale" (2912m).



La "Vetta Orientale" (2903m).



Un "selfie" dalla vetta ci vuole proprio!



Discesa lungo la "Via Gualerzi".



Finalmente sul "Calderone"!



"Vetta Centrale" e "Torrione Cambi".



Panoramica dal "Calderone" sul "Corno Grande".



Dalla "Sella dei due Corni", vista sul "Corno Piccolo".



"Sella del brecciaio"(2506m).




Verso "Campo Imperatore".



Birra!



Percorso visto da Sud-Ovest.



Parte del percorso visto dal "Calderone", con evidenziati i segnavia.