Ciao, sono Gianluca, un innamorato delle proprie passioni. L'avventura è il tema portante, intesa come distacco dalla realtà quotidiana, per immergersi in un contesto dove l'istinto predomina sulla razionalità; intesa come scoperta della verticalità, nel sentirsi completi quando si va sempre più su, sfidando le proprie paure ma contemplando l'abisso. In questo spazio sono condivise le mie esperienze, magari per invogliare qualcuno a ripeterle, magari per fornire qualche utile consiglio.


sabato 29 agosto 2015

Vie Ferrate "Bocchette Centrali" e "Spellini" delle Dolomiti di Brenta


Dedicato alla memoria di Stefano e Romolo

Ventuno Agosto 2015
Partenza da rifugio "Croz dell'altissimo" ore 6:21
Rientro al rifugio "Croz dell'altissimo" ore 15:43
Durata escursione 9h 22'
Distanza percorsa: 24.0 Km circa
Grado di difficoltà: EEA
Quota max raggiunta 2770m, spigolo Est della "Torre di Brenta"
Dislivello in salita: 1319m
Dislivello in discesa: 1319m
Inizio arrampicata, attacco "Bocchette Centrali", ore 8:40
Fine arrampicata, attacco ferrata "spellini" ore 13:16

Dolomiti di Brenta su Wikipedia
Via delle Bocchette su Wikipedia



Quattro giorni dopo il "fiasco" precedente ("Cima Roma", "Cima della Vallazza" e "Bocca di Tuckett" delle Dolomiti di Brenta) sono di nuovo in pista, questa volta il tempo dovrebbe tenere almeno fino al primo pomeriggio, per non rischiare nulla quindi ho deciso di modificare il percorso previsto: sarà più breve rispetto a quello della volta scorsa. Percorrerò l'anello in senso orario salendo dal rifugio "Croz dell'altissimo" fino ai rifugi "Tosa e Pedrotti", da qui la "Bocca di Brenta", il sentiero delle "Bocchette Centrali", la "Bocca degli Armi", il sentiero "Spellini", il sentiero "Orsi" e da qui nuovamente al rifugio "Croz dell'alissimo": non male come giro, speriamo di non essere respinti nuovamente.
Inizio l'ascesa, anche stavolta sono da solo, e subito sono preso da un turbinio di emozioni: affrontai parte di questo sentiero per la prima volta nel 1986 e poi nel 1988 insieme a delle persone che purtroppo oggi non ci sono più.



Agosto 1986, il "Croz del rifugio" (2615m).

Mi riferisco al mio amico Stefano e a mio cugino Romolo, due figure molto importanti della mia vita, scomparsi prematuramente: Stefano in un incidente proprio in montagna; Romolo in uno automobilistico. Durante l'ascesa quindi ho vissuto una sorta di catarsi emotiva: rivedendo certi posti sono riaffiorati ricordi ed emozioni che erano rimasti in attesa da quel tempo. 


 Agosto 1988, Sentiero "Bocchette Centrali".

Ogni luogo è stato un catalizzatore di ricordi, aneddoti, emozioni e salire in solitaria ha accentuato maggiormente questa sensazione di continuo dejavù. 

Agosto 1988, Sentiero "Bocchette Centrali".

Chiudiamo questa parentesi "sentimentale" e torniamo alla descrizione dell'escursione.
In un paio d'ore, seguendo il sentiero 319, sono al rifugio "Pedrotti": un succo ed una fetta di strudel e via di nuovo.



Il rifugio "Pedrotti" (2461m).

In pochi minuti sono alla "Bocca di Brenta"(2552m), scendo leggermente, indosso imbragatura, caschetto e guanti ed inizio con la prima scala di ferro.


Il "Croz del rifugio" (2615m).

Da lì è un susseguirsi di emozioni: gli scenari sono da capogiro e l'avanzare è sempre intenso ma non eccessivamente arduo. Una successione di scale mi consente di aggirare da ovest la "Cima Brenta Alta": percorrendo una cengia naturale arrivo alla "Bocchetta del Campanile Basso" (2620m).


"Bocchetta del Campanile Basso".

Ci si affaccia su degli strapiombi spaventosi, però trovo il tempo di soffermarmi ad osservare degli scalatori che stanno arrampicando sul "Campanile Basso" per la via Normale. 

Alpinisti impegnati sul "Campanile Basso".

Arrivo alla "Bocchetta  Bassa degli Sfulmini", da lì risalgo lo "Spigolo della Torre di Brenta" (2770m), giungendo alla "Bocchetta del Campanile Alto". Per cengia giungo alla "Bocchetta Bassa degli Sfulmini" prima e alle "Torri degli Sfulmini" poi, proseguendo fino alla "Bocchetta Alta degli Sfulmini". Ora il sentiero aggira la "Torre di Brenta", e siamo  sul punto più bello e famoso del sentiero: si è in parete, sopra un sentiero strettissimo ed il nulla alle proprie spalle.


Con le nuvole basse c'era anche una sorta di inquietudine al mirare quell'abisso senza fine...

Purtroppo il tempo inizia a peggiorare: mi fermo, aspettando uno squarcio di sereno tra le nuvole, stavolta le immagini non devono mancare. 


Il "Campanile Alto".

Riparto e dopo pochi minuti giungo al dente di roccia che sovrasta la "Bocca degli Armi"(2749m). Si discende con una calata di scale metalliche alternata a cavo.


Ultime calate tramite scale e cavi fino alla "Bocca degli Armi".

Vorrei proseguire per le "Bocchette Alte", la tentazione è forte, ma reggerà il tempo? Decido di non correre rischi e di attenermi al percorso preventivato, tornerò sicuramente!
Inizio quindi la mia discesa per la ferrata "Spellini", un nuovo percorso inaugurato nel 2011 classificato di difficoltà medio/alta (le "Bocchette Centrali" sono classificate di difficoltà media). Un breve tratto di cavo metallico e poi via con la prima lunga scala: la pendenza è negativa e la discesa risulta essere molto faticosa. Discendo ancora per altre due scale meno impegnative e poi arrivo alla parte più "acrobatica" del sentiero, un breve traverso molto tecnico ed ardimentoso: bellissimo da superare!



  L'ultima delle quattro scale metalliche della ferrata "Spellini". 

Scendo per l'ultima scala, ancora cavo metallico fino ai piedi dell’Avancorpo Sud della "Cima degli Armi" (2590m) e poi per detriti morenici giungo alla "Busa degli Sfulmini" (2375m): mi giro, anche se alcune nuvole nascondono certi particolari, il panorama è stupendo e la vista spazia dalla "Brenta Alta", al "Campanile Basso"(2877m), al "Campanile Alto"(2937m), fino alla "Cima degli Armi"(2951m). 


Vista di parte del percorso dai segnavia posti all'incrocio fra il sentiero "Orsi" e lo "Spellini".

Altre fotografie, un piccolo spuntino, mi tolgo l'imbragatura e mi avvio lungo il sentiero "Orsi" (segnavia 303) e lo seguo fino alla diramazione con il sentiero 319 che mi porterà nuovamente al rifugio "Croz dell'Altissimo": una birra ed un panino con speck e formaggio non me lo toglie nessuno!


Sentiero per l'infinito...

Bella escursione, si è chiuso il cerchio, dopo questi tanti, forse troppi, anni trascorsi, tutto ha acquisito un senso di compiuto.
Dedico quanto vissuto a Stefano e Romolo, e alle due persone che sono entrate da poco nella mia vita: i miei due figli; magari la prossima volta tornerò insieme a loro, per aprire un nuovo cerchio.


Momenti salienti in un collage video




Link per album Fotografico su Google Foto








Marcato in azzurro il percorso su traccia GPS registrata durante l'escursione.




Galleria fotografica

Si parte!



I primi raggi di sole sulle montagne.



Il rifugio "Selvata" (1630m).




Si intravede parte del percorso.



I rifugi "Tosa" e "Pedrotti" sullo sfondo.



Il rifugio "Pedrotti" (2461m).



Il "Croz del rifugio" (2615m).



Sulla "Bocca di Brenta"(2552m).



Attacco delle "Bocchette Centrali".



La cima "Tosa" sullo sfondo.



Bella cengia esposta!



 
La "Bocchetta del Campanile Basso" (2620m).


Qualcuno arrampica sul "Campanile Basso".



Ancora il "Campanile Basso", la storia dell'alpinismo.






Con le nuvole basse c'era anche una sorta di inquietudine al mirare quell'abisso senza fine...



L'abisso...



Le parole non sono necessarie.



Il sottoscritto con gli "Sfulmini" sullo sfondo.



Molveno, molto ma molto in basso.



Si, si scende da lì.




"Bocca degli Armi" (2749m).



Inizio della discesa, tramite la ferrata "Spellini".



20 minuti fa ero lassù!
  

  L'ultima delle quattro scale metalliche della ferrata "Spellini". Evidenziato a destra il punto più impegnativo della ferrata: il traverso di cui ho parlato sopra. Evidenziato in alto, più piccolo, la terza scala.


"Selfie" con gli "Sfulmini" sullo sfondo, stanchissimo ma felice. 


Vista di parte del percorso dai segnavia posti all'incrocio fra il sentiero "Orsi" e lo "Spellini".




Sentiero per l'infinito...



Come era fresca l'acqua di questa fonte! 



La famosa parete del Croz dell'altissimo, altro pezzo di storia dell'alpinismo. Una fra le più impegnative del mondo, dove i migliori alpinisti di tutte le epoche si sono cimentati.




martedì 25 agosto 2015

Cima Roma, Cima della Vallazza e "Bocca di Tuckett" delle Dolomiti di Brenta



Diciassette Agosto 2015
Partenza da rifugio "Croz dell'altissimo" ore 6:13
Rientro al rifugio "Croz dell'altissimo" ore 17:10
Durata escursione 10h 57'
Distanza percorsa: 17.8 Km circa
Grado di difficoltà: EE, EEA
Vette raggiunte: 2837m Cima Roma, 2810m Cima della Vallazza
Dislivello in salita: 2099m
Dislivello in discesa: 2106m

Dolomiti di Brenta su Wikipedia


Questa escursione dolomitica doveva essere una di quelle che non si scordano mai, una quelle che lasciano il segno: lo è stato, ma non per quello in cui speravo.
Sono partito, da solo, dal rifugio "Croz dell'altissimo" (1431m) abbastanza presto: la giornata si prospetta lunga ed impegnativa e l'avvicinamento agli "attacchi" richiede parecchio tempo. 
Ho proseguito in direzione  "Busa dell'Acqua" (1920m), superando un dosso roccioso con l’aiuto di alcune corde fisse.
Terminato questo tratto (metti l'imbragatura, togli l'imbragatura...), ho imboccato il sentiero (segnavia 314) che porta alla "Bocca della Vallazza" (2453m): ciottoli e sfasciume. Da lì ho proseguito verso sinistra seguendo degli omini di pietra e macchie di colore giallo e blu tra detriti di frane e crepacci. Dopo due brevi salite tramite gradoni di roccia (sopra omino di pietra e croce metallica) ho proseguito in discesa e poi in salita in cresta per balze rocciose e detriti salendo a margine della "Vedretta della Flavona" (ghiacciaio posto tra la cima della Vallazza e la Cima Roma) tenendomi sulla destra. 
Raggiunta la sella posta tra le due vette, salendo a destra, dopo alcuni passaggi su facili roccette (I grado), ho raggiunto la sommità della "Cima Roma" (2837m). Ridiscendendo sulla sella e salendo questa volta a sinistra, dopo pochi minuti sono giunto in vetta alla "Cima della Vallazza" (2810m). Per la discesa ho ripercorso la stessa strada, con non poche difficoltà: infatti nel frattempo era scesa una fitta nebbia e seguire una traccia appena percettibile è stata un'impresa abbastanza ardua. Ricongiungersi poi con il sentiero "Benini", come era in preventivo, per raggiungere il "sentiero delle Bocchette" da quella via, in quelle condizioni sarebbe stato improbabile. 
Non ho ammainato bandiera bianca (grosso errore!), quindi sono tornato indietro fino alla "Bocca della Vallazza", sono ridisceso alla "Busa dell'Acqua" e dal lì ho iniziato la risalita prendendo questa volta il sentiero sulla sinistra in direzione "Val Perse" (segnavia 322). Raggiunta la "Bocca di Tuckett" (2613m) mi sono ricongiunto finalmente con il sentiero attrezzato delle "Bocchette Alte": dopo pochi minuti dall'attacco però ho dovuto interrompere l'arrampicata causa pioggia e sono ritornato "mestamente", tramite il sentiero "Val Perse", alla "Busa dell'Acqua" prima ed al rifugio "Croz dell'altissimo" poi.
Che dire, è come se la montagna mi abbia respinto ed io ho opposto resistenza, non ho forzato la mano: un temporale su una ferrata è un esperienza che non mi sembra il caso di affrontare. Lo sforzo fisico e mentale è stato grande: 4000 metri di dislivello circa tra salita e discesa, 18 Km di marcia, terreno scivoloso e infido causa pioggia, nuvole basse proprio nella parte di sentiero meno segnalata.
Concludendo però posso dire che questo piccolo fallimento è stata un'esperienza che mi ha insegnato tantissimo e mi ha fatto capire ulteriormente quanto siamo insignificanti di fronte alla natura, che va sempre rispettata ed ascoltata: non ho avuto gratificazioni nell'aver ammirato splendidi panorami, di avere scattato belle fotografie ma ne ho guadagnato in termini di consapevolezza dei miei mezzi fisici e di autostima, anche per la decisione presa riguardo l'abbandono dell'arrampicata appena iniziata. Non è stato facile, attendevo questo momento da anni, e proprio sul più bello...
La vita però è più importante e ci sarà sicuramente un'altra occasione. Infatti quattro giorni dopo... 

Vie Ferrate "Bocchette Centrali" e "Spellini" delle Dolomiti di Brenta




Bocca della Vallazza" (2453m).


 Paesaggio "lunare".


La "Cima della Vallazza" (2810m).


La "Cima Roma" (2837m).


Iniziano ad arrivare le prime nuvole: in alto a destra la
"Vedretta della Flavona".


Purtroppo le immagini terminano qui: "Scatto le fotografie dopo, quando migliora il tempo!". Sappiamo benissimo come è andata.