Ciao, sono Gianluca, un innamorato delle proprie passioni. L'avventura è il tema portante, intesa come distacco dalla realtà quotidiana, per immergersi in un contesto dove l'istinto predomina sulla razionalità; intesa come scoperta della verticalità, nel sentirsi completi quando si va sempre più su, sfidando le proprie paure ma contemplando l'abisso. In questo spazio sono condivise le mie esperienze, magari per invogliare qualcuno a ripeterle, magari per fornire qualche utile consiglio.


lunedì 6 marzo 2017

San Leonardo e "Laghetto della Sibilla" dal Santuario della Madonna dell'Ambro Invernale

"... Quello che provo è un qualcosa di inspiegabile, ritrovarsi qui, di fronte a quello che la natura ha creato in un battito di ciglia è una sensazione che ti fa sentire piccolo, inerme al cospetto di così tanta potenza e bellezza: sembra di essere stati catapultati all'alba della nostra era..."


Quattro Marzo 2017 
Partenza dal Santuario della Madonna dell'Ambro (682m) ore 6:56
Rientro al Santuario della Madonna dell'Ambro ore 18:37
Durata escursione 11h 41' (pause merenda di 13' poco sotto il Pizzo, di 10' al Casale della Priora, di 13' a San Leonardo)
Tempo di marcia: 11h 05'
Lunghezza tragitto: 30,2km circa
Grado di difficoltà: EEi
Dislivello in salita: 2596m 
Dislivello in discesa: 2589m 
Quota massima: 1873m lungo la cresta di Nord-Est del Monte Priora
Madonna dell'Ambro su Wikipedia
Monte Priora su Wikipedia
Monte Sibilla su Wikipedia
Monti Sibillini su Wikipedia
Gola dell'Infernaccio su Wikipedia
San Leonardo sito ufficiale



Marcato in azzurro il percorso su traccia GPS registrata durante l'escursione.



Percorso:
Partenza dal Santuario della "Madonna dell'Ambro" (682m), si supera il ponte di legno sull'Ambro, si attraversa il prato antistante la riva e si segue il sentiero del Parco n.225 (segni bianco-rossi) che sale in mezzo alla boscaglia. Si prosegue tenendosi sempre sulla sinistra fino a raggiungere, dopo un ampio tornante, un crocevia nei pressi della "Fonte Cupa" (951m): il sentiero n.225 qui termina lasciando posto al n.224 (bolli bianco-rossi) che, da Vetice, prosegue verso Ovest (alla destra) fino alle sorgenti del fiume Ambro. Si prosegue per questa pista in mezzo ad uno splendido bosco di faggi fino a raggiungere il bivio con il sentiero non segnalato n.20 che si inerpica sulla sinistra. Si sale attraversando prima una zona di sfasciume e poi, dopo un lungo traverso, si raggiunge la cresta di Nord-Est del "Monte Priora" (2332m): il sentiero qui diventa il n.21 (non segnalato) e lo si segue fino al "Casale delle Murette" (1749m). Si prosegue sulla sinistra prendendo il sentiero non segnalato n. 37 che conduce fino al Casale "Priora" dal quale si continua sempre sulla sinistra scendendo per una vecchia pista (senza nome e non segnalata) lungo i prati della "Banditella". Più in basso il tracciato si ricongiunge con il sentiero non segnalato n.17 che conduce all'eremo di San Leonardo dal quale si scende sulla destra seguendo il sentiero del Parco n.229. A pochi metri dal fiume Tenna si arriva alla biforcazione con il sentiero del Parco n.221: proseguendo sulla sinistra (Est) il percorso conduce alla Gola dell'Infernaccio; prendendo verso destra (Ovest) il sentiero continua fino alle sorgenti del fiume Tenna (Capotenna). Dopo aver proseguito in direzione Ovest per circa 600m si raggiunge il laghetto formato da una grossa frana che si è staccata dal Monte Sibilla durante le scosse sismiche degli ultimi mesi. Per il ritorno è stato seguito lo stesso itinerario dell'andata.



Dedicato alla memoria di Padre Pietro Armando Lavini 

Relazione:
"(...) Risalire quel fiume era come viaggiare all’indietro nel corso del tempo, ritornare ai primordi, quando la vegetazione cresceva sfrenata sulla terra e i grandi alberi ne erano i sovrani. Un fiume deserto, un silenzio solenne, una foresta impenetrabile. (...) Le acque, allargandosi, fluivano attraverso branchi di isole coperte di alberi; finivate con lo smarrire la strada in quel fiume come se foste in un deserto e, per tutto il giorno, v’imbattevate in qualche bassofondo mentre cercavate il canale, finché credevate di essere stregato e tagliato fuori da tutto ciò che una volta avevate conosciuto, in qualche luogo molto molto lontano... forse in un’esistenza anteriore. C’erano momenti, in cui il passato vi ritornava alla mente, come succede alle volte quando non si ha un momento da dedicare a se stesso; ma il passato tornava sotto forma di un sogno inquieto e rumoroso e vi stupiva in mezzo alla realtà sopraffacente  di questo mondo strano di piante e acque e silenzio. E questa pace immensa, questa quiete sovrumana non somigliava per nulla alla pace. Era la quiete di una forza implacabile che covava una intenzione inscrutabile.(..)"

Da  "Cuore di tenebra" di Joseph Conrad

Breve filmato dalle rive del "Laghetto della Sibilla".

Quello che provo è un qualcosa di inspiegabile, ritrovarsi qui, di fronte a quello che la natura ha creato in un battito di ciglia, è una sensazione che ti fa sentire piccolo, inerme al cospetto di così tanta potenza e bellezza: sembra di essere stati catapultati all'alba della nostra era tanto l'ambiente è incontaminato e selvaggio.

Il "Laghetto della Sibilla".

Alla mia sinistra, in alto, vedo che dal Monte Sibilla si è staccato un costone roccioso che nella sua corsa verso il basso ha distrutto tutto quello che gli si parava davanti: il risultato è un immane ammasso di rocce che è andato ad ostruire il corso del fiume Tenna.

Il costone dal quale è franata la roccia che ha generato il "laghetto".

Grazie a questo si è formato un lago dal quale spuntano parecchi alberi scheletrici: sicuramente l'impatto delle rocce con il suolo è stato devastante ed è riuscito a spazzare via quasi tutta la vegetazione che prima era rigogliosa in questa zona.

Le parole non sono necessarie...

Noto con piacere che l'acqua ha trovato una via d'uscita e con una piccola cascatella il fiume Tenna continua il suo percorso nel suo invaso originario come avevamo appurato appena scesi da San Leonardo.

"La natura non fa nulla di inutile."
(Aristotele)

Trovarsi qui dopo tanta fatica è un qualcosa di unico e di speciale: le persone che hanno assistito a questa nuova creazione della natura si contano sulla punta delle dita di una sola mano e non posso negare che appartenere a questa sorta di élite provoca in me un sentimento di piacere e soddisfazione. 

Panoramica dalle rive del "laghetto".

Mi piacerebbe che questa nuova meraviglia venga chiamata "Laghetto della Sibilla", in onore della montagna che l'ha generato.

Facciamo un piccolo passo indietro di qualche ora.Tutto era iniziato stamattina poco prima delle sette, nei pressi del Santuario della "Madonna dell'Ambro": l'obiettivo che io e Mirko avevamo era quello di salire sulla vetta del Monte Priora per la sua cresta di Nord-Est... Speranze disilluse una volta giunti poco sotto la cima del Pizzo: forti raffiche di vento ci hanno accolto (le previsioni parlavano di 40-45 nodi da Sud e Sud-Est). A differenza della volta scorsa (Monte Priora dal Santuario della Madonna dell'Ambro con salita per la cresta di Sud-Est e discesa per quella di Nord-Est), dove il vento forte era pressoché costante, oggi si passa da momenti di calma a queste repentine folate che arrivano all'improvviso non sempre dalla medesima direzione. 

La vetta della Priora coperta dalle nuvole.

Stavamo tenendo un buon ritmo, dati alla mano in un paio d'ore e mezza di marcia avevamo superato circa 1110 metri di dislivello, di cui quasi la metà su neve, con Mirko però conveniamo subito che raggiungere la vetta della Priora (guarda caso coperta dalle nuvole...) in queste condizioni sarebbe da pazzi anche perché non dimentichiamoci che i pendii sono innevati e a distanza di pochi metri la neve cambia repentinamente le proprie caratteristiche. 

In cresta, il Monte Zampa sullo sfondo.

Infatti salendo per il versante Nord del Monte Priora non avevamo incontrato alcun problema in tal senso: neve bagnata con alcuni piccoli riporti (evidenziati dal colore più candido) ma generalmente compatta; in cresta invece, dove in alcuni tratti l'esposizione è a Sud e Sud-Est, sono iniziate le rogne. 

Nei pressi del casale delle "Murette" vista sul Pizzo, sullo sfondo il Monte Ascensione.

La neve, grazie anche a questo vento di Scirocco, è marcia e può perdere consistenza nel giro di pochi passi: troppe volte all'improvviso ci siamo ritrovati immersi fino alla cintola (questo nel migliore dei casi), e si, perché è anche capitato che una gamba affondava mentre l'altra rimaneva sopra con il ginocchio piegato in posizioni innaturali, oppure con una punta di un rampone che si infila nel polpaccio... No, così sarebbe troppo rischioso...
Incontriamo alcuni sci-alpinisti, come li invidio, i loro sci grazie alla maggiore superficie che si appoggia sulla neve non hanno alcun problema e li vedo continuare in cresta tenendosi sul lato sinistro (verso Sud). Cosa facciamo noi? Torniamo indietro?
E' presto, non può finire così...
All'improvviso una lampadina si accende dentro la mia testa...
"Mirko, te la senti di scendere fino a San Leonardo? Era da un po' che volevo tornare, magari sarebbe da rifare senza neve ma visto che siamo qui...".

Le tempeste di sabbia che sono salite dalla Libia in direzione della nostra Penisola hanno dato una colorazione particolare alla neve degli Appennini, che ha assunto una tonalità rossastra.

Immediatamente trovo in lui una valida spalla e senza perder tempo già ci stiamo dirigendo verso il casale delle "Murette" seguendo la traccia GPS registrata durante una delle mie ultime "visite": il fatto di avere questo supporto già ci ha aiutato parecchio specie quando percorrevamo il tratto innevato alle pendici del Pizzo dove la pista era pressoché invisibile grazie alla neve caduta nelle scorse settimane.
Anche stavolta passiamo al di sotto del casale e, seguendo la traccia, iniziamo a tagliare il lungo pendio ad Est della Priora passando velocemente sopra il suo stretto imbuto (meglio non perdere tempo qui!) dirigendoci verso i due casali della "Priora" ancora lontani.

Si notano a tal proposito "chiazze" di neve candida caduta nelle scorse ore e riportata dal vento sopra a quella colorata dalla sabbia.

Marciare in questo terreno infido è quanto mai "stressante" perché si è sempre sul chi va là, pronti ad affondare, cosa che puntualmente accade quando si abbassa leggermente la guardia: mi sto innervosendo, speriamo la situazione cambi, questo mix diabolico vento a raffiche e terreno instabile è un qualcosa che riesce a mandarmi "a cappello", come si dice dalle nostre parti!
Finalmente raggiungiamo i casali della "Priora" dove contiamo di fare la nostra seconda pausa della giornata: la prima l'avevamo fatta poco prima di uscire dal bosco sotto i contrafforti rocciosi del "Pizzo", nello stesso punto in cui mi fermai con Fabrizio circa un anno fa (Monte Priora per la cresta di Nord-Est (Madonna dell'Ambro) Invernale). 


Nei pressi dei casali della "Priora".

Purtroppo non possiamo tergiversare più di tanto, il vento sembra arrivare da tutte le parti, dobbiamo muoverci, magari scendendo la situazione migliorerà...
Ripartendo, mappa alla mano, decidiamo di non continuare con il sentiero non segnalato n.37 seguito finora bensì, per guadagnare tempo e non salire ulteriormente fino all'attacco della cresta di Sud-Est, seguire una vecchia pista che scende ripidamente per i prati della "Banditella" ricongiungendosi con il sentiero n.17 poco sopra la faggeta di "San Leonardo".

Scendendo per la "Banditella" lungo un sentiero dimenticato...

Il pendio è innevato ma qui la quantità di neve è minore e, come previsto, le raffiche di vento calano in intensità: la nostra discesa può proseguire con minor impegno mentale rispetto a pochi minuti prima. 

Presso il bivio con il sentiero n.17, è ora di togliere i ramponi.

In concomitanza dell'incrocio con il sentiero n.17 la neve diminuisce fino a scomparire quasi del tutto: ne approfittiamo per togliere i ramponi, nostri fedeli compagni di viaggio fino a questo momento.

Intanto si inizia ad intravedere San Leonardo.

Ormai manca davvero poco per raggiungere San Leonardo che ogni tanto intravediamo tra gli alberi: sono stato qui la primavera scorsa con mio figlio ma per me è come se fosse trascorsa una vita dopo tutti gli avvenimenti che si sono succeduti negli ultimi mesi. 

Ormai non manca più tanto...

Percorro quasi di corsa gli ultimi metri che mi separano dal recinto ed una volta giuntovi la mia mente viene percorsa da una ridda di pensieri ed emozioni: penso a Padre Pietro che l'ha ricostruito in quasi quaranta anni di fatica e sacrifici; alle volte che vi sono entrato dentro trovando sempre quell'atmosfera di pace e serenità; al sisma che ha reso questo luogo lontano e non più raggiungibile come prima; ancora a Padre Pietro, venuto a mancare quasi due anni fa, ed alle parole che ho avuto la possibilità di scambiare con lui quando era ancora in vita... 

... e finalmente raggiungiamo il pianoro dove è arroccata l'opera di Padre Pietro!

"... ed ovviamente penso a lui che l'ha ricostruito in quasi quaranta anni di fatica e sacrifici..."

Ho paura, paura  che questo luogo venga abbandonato, dimenticato... 

L'arrivo a San Leonardo.

"...alle volte che vi sono entrato dentro trovando sempre quell'atmosfera di pace e serenità..."

No, la colpa non è del terremoto, non c'entra nulla il sisma... 

"...al sisma che ha reso questo luogo lontano e non più raggiungibile come prima..."

Anche l'ultima volta che sono stato qui ho provato la medesima sensazione: San Leonardo è stato vivo grazie a Padre Pietro, grazie al suo amore ed alla sua ferrea volontà, adesso che lui non c'è più non vedo alcuno che voglia proseguire con la sua opera, anzi, è come se  ci fosse una volontà che spinge dalla parte opposta... 

"...ancora a Padre Pietro venuto a mancare quasi due anni fa ed alle parole che ho avuto la possibilità di scambiare con lui quando era ancora in vita..."

Dal mio punto di vista non vi è interesse alcuno nelle cerchie clericali a far rifiorire questo bellissimo angolo di paradiso, questo punto d'incontro tra il cielo e la terra: San Leonardo rimarrà vivo solo per quelli che hanno ammirato il lavoro di Padre Pietro, il "Muratore di Dio" come veniva affettuosamente chiamato, per quelli che hanno capito il suo scopo di una vita. 

"Molto desidera l’uomo, eppur sol di poco ha bisogno."
(Goethe)

"Di materiale non resterà nulla al religioso, del suo lungo lavoro, perché Padre Pietro ha scelto di rimanere un piccolo frate dalle tasche vuote e dal cuore lindo come l'aria sul monte, e di portare avanti le sue regole così lontane dal binomio "quattrini e proprietà", falsi valori di questo mondo terreno con il loro opaco corredo di invidie, di ansie e di cupidigia. Lui, l'ostinato, piccolo saio delle vette, resta quello di un primo passo di un giorno lontano: un uomo semplice e felice, titolare unico di un grande patrimonio di chi ha l'animo ricco e neppure una lira in tasca".

Gianni Leoni, inviato speciale del "Resto del Carlino"

Le lesioni provocate dalle scosse di terremoto visibili esternamente.

Un'ombra di tristezza cala sul mio volto, preso da queste cupe constatazioni imbocco mestamente il sentiero alla mia destra che mi porterà fino al sottostante fiume "Tenna": Mirko capisce il mio stato d'animo e per un bel pezzo non proferiamo parola...
Dopo pochi minuti raggiungiamo il bivio con il sentiero del Parco n.221 dove proseguiamo alla nostra destra (Ovest) in direzione "Capotenna" e noto come il sisma abbia provocato dei grossi cambiamenti in questi luoghi: frane, alberi sradicati, grosse crepe sul terreno...


"Risalire quel fiume era come viaggiare all’indietro nel corso del tempo...".

Raggiungiamo una zona che mi sembra "nuova", avevo attraversato questa parte di sentiero meno di un anno fa (Monte Sibilla per il percorso seguito dal "Guerrin Meschino") e non mi ricordo di tutte queste pietre che, dal loro aspetto, sembrano "giovani".

"...ritornare ai primordi..."

Pian piano la loro quantità lungo la pista aumenta e di pari passo la gola va restringendosi sempre di più...

Arrivo al "Laghetto della Sibilla".

Mi appresto ad assistere ad una delle meraviglie che solo la natura sa donarci... 



"...E questa pace immensa, questa quiete sovrumana non somigliava per nulla alla pace. Era la quiete di una forza implacabile che covava una intenzione inscrutabile."

Rinnovandosi...


"Gli uomini discutono, la natura agisce."
(Voltaire)


P.S. Tengo a precisare che i sentieri seguiti in questa escursione a tutt'oggi non erano e non sono soggetti ad alcun divieto da parte delle autorità competenti in seguito agli eventi sismici dei mesi scorsi svoltisi nei Monti Sibillini. A tal proposito allego l'ordinanza del Sindaco di Montefortino dalla quale si evince quanto precisato poc'anzi aggiungendo che, da quanto si può vedere sulla mappa dell'Istituto Geografico Militare che ho inserito all'inizio del post (ed ho zoomato qui di seguito), il percorso da me seguito si è svolto ben lontano dalle "Gole dell'infernaccio": ulteriore conferma di essere nel rispetto dell'ordinanza Sindacale l'ho avuta nel non aver incontrato alcun tipo di segnaletica e nel non avere attraversato transennature durante l'escursione.



L'ordinanza Sindacale n.42/2016 del 26-08-2016 del Comune di Montefortino.


Marcato in azzurro il percorso su traccia GPS registrato durante l'escursione, marcata in rosso la zona interessata dall'ordinanza Sindacale.


Link per album Fotografico su Google Foto





Galleria foto e video

 In cresta, il Monte Zampa sullo sfondo.


 La vetta della Priora coperta dalle nuvole.


 Nei pressi del casale delle "Murette" vista sul Pizzo, sullo sfondo il Monte Ascensione.


 Le tempeste di sabbia che sono salite dalla Libia in direzione della nostra Penisola hanno dato una colorazione particolare alla neve degli Appennini, che ha assunto una colorazione rossastra.


Si notano a tal proposito "chiazze" di neve candida caduta nelle scorse ore e riportata dal vento sopra a quella colorata dalla sabbia.

 Nei pressi dei casali della "Priora".


E' ora di fare una piccola pausa! 


 Scendendo per la "Banditella"...


 ... lungo un sentiero dimenticato.


 Presso il bivio con il sentiero n.17, è ora di togliere i ramponi.


La Sibilla.


 Intanto si inizia ad intravedere San Leonardo.


Uno dei ripidi canaloni della Nord della Sibilla.


 Ormai non manca più tanto...


... e finalmente raggiungiamo il pianoro dove è arroccata quest'opera!


La fontanella posta poco prima di San Leonardo provenendo dalla Priora desolatamente chiusa...

 "...penso a Padre Pietro che l'ha ricostruito in quasi quaranta anni di fatica e sacrifici..."


L'arrivo a San Leonardo.


"...alle volte che vi sono entrato dentro trovando sempre quell'atmosfera di pace e serenità..."

"...al sisma che ha reso questo luogo lontano e non più raggiungibile come prima..."

"...ancora a Padre Pietro venuto a mancare quasi due anni fa ed alle parole che ho avuto la possibilità di scambiare con lui quando era ancora in vita..."


Il cartello posto sul recinto antistante San Leonardo.

 Le lesioni provocate dalle scosse di terremoto visibili esternamente.


Un'occhiata al pianoro dove è sito San Leonardo dei Sibillini.


"Ho paura, paura  che questo luogo venga abbandonato, dimenticato... "

 "Molto desidera l’uomo, eppur sol di poco ha bisogno."
(Goethe)


"Risalire quel fiume era come viaggiare all’indietro nel corso del tempo...".

"...ritornare ai primordi..."


Arrivo al "Laghetto della Sibilla".


Panoramica dalle rive del "laghetto". 


"...E questa pace immensa, questa quiete sovrumana non somigliava per nulla alla pace. Era la quiete di una forza implacabile che covava una intenzione inscrutabile."


 Il "Laghetto della Sibilla"...


 ... nome in onore di colei che l'ha generato.


 "...ritrovarsi qui, di fronte a quello che la natura ha creato in un battito di ciglia è una sensazione che ti fa sentire piccolo, inerme al cospetto di così tanta potenza e bellezza..."


 Il costone dal quale è franata la roccia che ha generato il "laghetto".


 "La natura non fa nulla di inutile."
(Aristotele)





Breve filmato dalle rive del "Laghetto della Sibilla".

 "Gli uomini discutono, la natura agisce."
(Voltaire)


 Le parole non sono necessarie...











Nessun commento:

Posta un commento