Ciao, sono Gianluca, un innamorato delle proprie passioni. L'avventura è il tema portante, intesa come distacco dalla realtà quotidiana, per immergersi in un contesto dove l'istinto predomina sulla razionalità; intesa come scoperta della verticalità, nel sentirsi completi quando si va sempre più su, sfidando le proprie paure ma contemplando l'abisso. In questo spazio sono condivise le mie esperienze, magari per invogliare qualcuno a ripeterle, magari per fornire qualche utile consiglio.


martedì 11 dicembre 2018

Monte Rotondo dal Santuario di Macereto Invernale

"I profumi e i colori e i suoni si rispondono come echi lunghi che di lontano si confondono in unità profonda e tenebrosa."
(Charles Baudelaire)



Nove Dicembre 2018
Partenza dal Santuario di Macereto (998m) ore 6:41 
Rientro al Santuario di Macereto ore 12:04 
Durata escursione 5h 23' (pausa merenda di 26' sotto la vetta di Croce di Monte Rotondo)
Tempo di marcia: 4h 57'
Lunghezza tragitto: 18,3km circa
Grado di difficoltà: Ei
Dislivello in salita: 1353m 
Dislivello in discesa: 1363m 
Vette raggiunte: 2102m Monte Rotondo
Quota massima: 2102m Monte Rotondo
Monti Sibillini su Wikipedia
Monte Rotondo su Wikipedia
Pizzo Tre Vescovi su Wikipedia
Pizzo Berro su Wikipedia
Monte Priora su Wikipedia
Santuario di Macereto su Wikipedia




Marcato in azzurro il percorso su traccia GPS registrata durante l'escursione.






Percorso:
Partenza dal Santuario di Macereto (998m) seguendo la strada asfaltata in direzione di Vallestretta, dopo un centinaio di metri si svolta a sinistra seguendo il sentiero n.279 (bivio con segnavia, segni bianco-rossi) che nel suo primo tratto coincide con il GAS (Grande Anello dei Sibillini). Si procede in leggera salita attraversando i Piani di Pao e dopo circa 1,5 Km si giunge ad un bivio (segnavia) dove si prosegue sulla sinistra, direzione Nord-Est, sempre seguendo il sentiero n.279 che si inoltra in salita nel bosco. Nei pressi di un rudere di un vecchio casale si esce dal bosco e si prosegue tenendosi leggermente sulla sinistra (paletto) per un ampio prato giungendo nei pressi di una carrareccia (conduce al Lago di Fiastra). Si prosegue per prati attraversando due volte la strada Fargno-Casali (che compie un'ampia curva), e si segue sempre il sentiero n.279 che traversa lungo il versante Nord della Croce di Monte Rotondo, la cui vetta è raggiungibile con una piccola deviazione (1926m). Si scende alla Sella della Banditella (1769m) per poi risalire verso il Monte Rotondo con un primo ripido strappo seguito da un breve tratto in pianura ed una dolce ascesa fino alla vetta (2102m). Per il ritorno si è ridiscesi fino alla Sella della Banditella e da lì si è preferito seguire la carrareccia Fargno-Casali fino all'incrocio con il sentiero n.279 per evitare il forte vento in quota: da lì si è raggiunto il Santuario di Macereto per il medesimo percorso dell'andata.





Relazione:
Originariamente gli obiettivi di questa giornata per monti erano altri ma il forte vento previsto ci ha fatto cambiare idea e puntare su una meta più abbordabile e con minori rischi. C'era la voglia di ritornare nei Sibillini dopo un'assenza lunga un paio di mesi circa (vedi post del 21 Ottobre 2018, Cima di Pretare e Monte Vettore per la Via del "Canalino"), anche per toccare finalmente la prima neve dell'anno, e la scelta ricade sulla classica escursione che dal Santuario di Macereto conduce al Monte Rotondo: tratti in mezzo al bosco, cresta ampia e possibilità di fuga lungo la strada Fragno-Casali in caso di repentino peggioramento delle condizioni. Ma si, è il percorso ideale in queste condizioni!
Mirko è della partita e, preparati di tutto punto (piccozza, ramponi, vestiario multistrato ecc...) con le frontali accese, lasciamo con le tenebre che ancora ci avvolgono il Santuario di Macereto e ci dirigiamo seguendo la strada asfaltata in direzione Vallestretta. Come dicevo è ancora buio e superiamo senza accorgercene il bivio con segnavia per il sentiero del Parco dei Sibillini n.279 (segni bianco-rossi): guardando una mia vecchia traccia sul mio GPS mi accorgo che stiamo già andando fuori percorso e correggo subito svoltando per prati sulla sinistra rimettendoci sul sentiero e seguendo i segni bianco-rossi che ci accompagneranno lungo tutta l'escursione.

Il massiccio del Monte Bove visto dai Piani di Pao. Fotografia del 14 Agosto 2017.

Il percorso in questa fase si svolge in leggera salita attraverso i cosiddetti Piani di Pao, un piccolo altopiano dal quale si possono ammirare il Monte Bove e le splendide valli circostanti, possibilità che per il momento ci è preclusa visto il buio circostante: ci rifaremo al ritorno!
Intanto, come da previsioni meteo, il vento inizia già a farsi sentire ed io ovviamente non posso non pensare a quello che troveremo in quota: riusciremo nei nostri intenti oppure dovremo fare un'inversione di marcia? Solo proseguendo lo scopriremo.
Raggiungiamo un bivio con segnavia e senza esitazione continuiamo sulla sinistra seguendo sempre il sentiero n.279 che vira decisamente in direzione Nord-Est puntando verso il bosco sovrastante: dopo questo breve tratto di "riscaldamento" si inizierà finalmente a salire di quota. Il ritmo con il quale procediamo, come nostro solito, è abbastanza sostenuto e questo ci permette di raggiungere in poco più di un'ora il vecchio rudere di un casale a quota 1500m circa: siamo già fuori fuori dal bosco ed abbiamo percorso quasi la metà del dislivello positivo di tutta l'escursione, se continuiamo così chi ci ferma?
Attraversiamo velocemente un ampio prato tenendoci leggermente sulla sinistra giungendo nei pressi della carrareccia che conduce al Lago di Fiastra che attraversiamo per risalire sul prato sovrastante: in questo punto la strada proveniente dal rifugio del Fargno compie un'ampia curva prima di scendere fino a Casali di Ussita. Attraversata quindi due volte quest'ultima carrareccia giungiamo finalmente a ridosso del versante Nord del della Croce di Monte Rotondo ed è qui che iniziano i dolori...
Il vento a questa quota (siamo intorno ai 1700m) aumenta parecchio d'intensità e siamo costretti ad effettuare una breve sosta per coprirci ulteriormente: indossare un semplice giubbino anti-vento è stata impresa alquanto ardua!

I venti rilevati dalla stazione meteo di Montioli-Sarnano il giorno 9 Dicembre 2018: alcune raffiche hanno raggiunto i 150 Km/h!

L'aria sembra entrare da tutte le parti e le raffiche sono così intense che in alcuni frangenti siamo costretti a fermarci puntellandoci letteralmente a terra. A questo punto i primi dubbi iniziano ad assalirci: rispetto a pochi minuti prima stiamo procedendo a passo di lumaca e guardando in direzione della vetta del Monte Rotondo, lontana quanto non mai, le nuvole sbuffano scontrandosi con la sua cima arrotondata.
La nostra tenacia però è più forte di tutti gli agenti atmosferici avversi e stoicamente continuiamo: dico a Mirko che ci conviene proseguire tenendoci parecchio al di sotto del filo di cresta proprio per evitare l'impatto diretto con il vento che proviene da Sud-Ovest. Intanto a terra calpestiamo la prima neve e proseguire fuori sentiero, di traverso, con raffiche improvvise mette in crisi il nostro precario equilibrio: neve farinosa e falasco non sono un gran binomio!
Questo proseguire mi ricorda quello che avevamo vissuto circa tre anni fa, lungo la più impegnativa cresta che collega il Monte Porche al Monte Sibilla (vedi post del 13 Dicembre 2015, Monte Porche, Cima Vallelunga e Monte Sibilla da Fonte della Iumenta Invernale): anche quel giorno le condizioni erano proibitive a causa del forte vento, però riuscimmo a portare a casa il nostro obiettivo, non vedo perché non possiamo farcela anche in questa circostanza!
I miei pensieri però vengono interrotti bruscamente da un'impellenza che sta diventando necessità: il nevischio sollevato dal vento inizia a causarmi parecchio fastidio agli occhi, perché non indosso gli occhiali? Mirko ha già indossato la mascherina da un po', io chi sono per non farlo?
Ci fermiamo nuovamente e visto che ci sono sostituisco i miei guanti con un paio più pesante oltreché indossare gli occhiali: ecco, così va meglio!
La nostra marcia però, a dispetto della gran fatica che tocca compiere, prosegue conducendoci proprio sotto la vetta di Croce di Monte Rotondo: di raggiungere la sua cima non se ne parla viste le condizioni!


La vetta di croce di Monte Rotondo, meglio rimanere sotto la cresta!

Intanto il tempo a ripreso a scorrere velocemente (o siamo noi che andiamo più lentamente?) e noto che sono da poco passate le 8:30: stamattina la sveglia ha suonato presto e grazie agli sforzi sinora profusi il nostro corpo ha bisogno di nuove energie.
Dove fermarsi però? Trovare un punto senza vento è una chimera... 

Sotto la cresta, il Monte Rotondo inizia a mostrarsi.

A meno che...
Il mio sguardo si posa in lontananza sulla Sella della Banditella: magari poco prima, coperti dalla grossa mole della Croce di Monte Bove, il vento ci darà una tregua.


In direzione della Sella della Banditella, verso il sole!

Oltretutto siamo irradiati dai primi raggi del sole e questo ci da un'ulteriore spinta a proseguire.
Le nostre supposizioni pochi minuti dopo divengono certezze e rigorosamente in piedi stiamo mangiando quasi in assenza di vento con un caldo sole che scalda le nostre membra: che bello!


Il Monte Rotondo (2102m).

Oziando lasciamo scorrere i minuti e solo dopo esserci ricaricati a dovere siamo pronti per affrontare l'ultima ascesa dell'escursione, quella che forse ci porterà sulla vetta del Monte Rotondo. 
Raggiunta la Sella della Banditella il vento riprende a ruggire con intensità facendo sbatacchiare rumorosamente il mio anti-vento, il male minore.

La marcia riprende e le condizioni mutano... 

Intanto siamo nuovamente sul sentiero n.279 che ora inizia a salire decisamente puntando verso Nord-Est: il tratto più bello perché con il vento che ci spinge alle nostre spalle l'ascesa è molto veloce ed agevole. Il tutto però dura troppo poco e paghiamo dazio quando svoltiamo a destra in direzione Sud-Est con il vento che ci investe in pieno.
Ci manca il fiato, non per lo sforzo, quanto per il vento che crea problemi alla nostra respirazione: si cambia strategia, conviene andare un po' fuori sentiero limitando il più possibile i cambi di direzione verso destra.


... in pochi istanti!

Il gioco riesce e ne trae giovamento la nostra marcia che dopo questo ripido tratto ci conduce ad un breve tratto pianeggiante situato poco sotto la vetta.


Tracciato in rosso il percorso seguito fino alla vetta.

Il manto nevoso qui è più consistente e la neve è bella dura: no, di indossare i ramponi non se ne parla, male che vada faremo qualche innocua scivolata!


La Val di Panico, sulla destra il Monte Bove Nord.

Il pendio risale e superato un piccolo scivolo dove l'aderenza è al limite il percorso prosegue in leggera salita puntando decisamente verso la vetta ormai a poche centinaia di metri innanzi a noi.


La Croce di Monte Rotondo (1926m).

Le raffiche di vento però raggiungono in questo punto il loro acme e proseguire, grazie anche alla neve ghiacciata sollevata dal vento che ci martella di continuo, sta divenendo un'autentica tortura: giunti in vetta non potremo trattenerci a lungo!


Bellissimi questi contrasti!

Istintivamente allungo il passo e lascio dietro Mirko che intanto prova a scattare alcune fotografie: finalmente giungo sull'omino di pietre che sta ad indicare la vetta, Monte Rotondo 2102m! 

 
A pochi passi dalla vetta!

Il panorama che mi si apre di fronte è un qualcosa di incredibile, verso Est si possono ammirare il Monte Acuto ed il Pizzo Tre Vescovi, mentre a Sud abbiamo un'autentica parata: il Pizzo Berro e la Priora più vicini mentre lontano si riesce a scorgere fino al Pizzo del Diavolo , contraddistinto dal suo caratteristico bastione dolomitico, ed il Monte Vettore, il tutto con le nuvole che sembrano voler spostare le montagne tant'è la loro forza e velocità.
Provo a girare alcuni brevi filmati, che potete vedere qui di seguito. Il primo è quello venuto in maniera diciamo "decente", dove ho approfittato di una breve tregua che gli elementi mi hanno dato.


Il primo filmato, quello venuto "meglio".

Nel secondo invece è l'impeto del vento a farla da padrone: per tutta la sua durata un bastoncino è stato in posizione verticale!

Il secondo filmato, quello girato nel bel mezzo di una forte raffica!

Mi puntello a terra, Mirko intanto è sopraggiunto e per poter imprimere sulla sua macchina fotografica questi ricordi si puntella anch'egli sulle pietre dell'omino e riesce a scattare alcune splendide istantanee.


Il Pizzo Tre Vescovi, il Pizzo Berro ed il Monte Priora (o Pizzo della Regina): oggi il cielo è sceso più vicino alla Terra per giocare con queste magnifiche montagne dei Sibillini.

Che contrasti!


Il Mare Adriatico all'orizzonte fra nuvole e cristalli di neve!


Zoomata sulla Forcella Angagnola, a destra il Pizzo Berro, a sinistra il Monte Priora.


Il Monte Bove Nord (2112m).


Tra questi contrasti stupendi emerge sullo sfondo la sagoma inconfondibile del Pizzo del Diavolo.

Mirko mi fa cenno di mettermi in posa...più facile a dirsi che a farsi!

Non è per niente facile mantenere l'equilibrio!

I colori del suolo si confondono con quelli del cielo: l'ombra all'orizzonte è il Monte Conero.

Un paio di minuti volano via così, insieme al forte vento: vorremmo restare ulteriormente a godere di questo spettacolo gentilmente offertoci dalla natura ma la tortura della neve ghiacciata scalfisce i nostri propositi, si scende!


"Dai, provo a rimanere immobile!"

Quasi di corsa percorriamo il falsopiano che ci conduce nuovamente fino allo scivolo di neve risalito pochi minuti prima: non bado per il sottile ed improvviso una sciata sulle suole degli scarponi, addirittura senza cadere! 
Che figata!
Abbiamo letteralmente le ali ai piedi ed in meno di mezzora siamo nuovamente sulla Sella della Banditella dove la situazione è nettamente migliore.


Il Monte Bove Nord in bianco e nero.

Senza discussione alcuna decidiamo di proseguire per la carrareccia Fargno-Casali, non ha senso continuare in quota con tutto quel vento. 

Panoramica dalla carrareccia Fargno-Casali.

A dispetto delle condizioni noto con piacere che siamo in anticipo rispetto alla tabella di marcia, percorrendo la strada faremo più strada ma potremmo proseguire ad un'andatura sostenuta: vediamo se riusciamo a stare sotto le sei ore...


Per prati, poco prima di incrociare la carrareccia per Fiastra.


In discesa, poco dopo il rudere del casale.

Che dire, era talmente forte la voglia di lasciarsi questo vento alle spalle che siamo andati come dei treni, impiegando addirittura meno di cinque ore e trovando il tempo di scattare alcune belle fotografie!


Attraversando i Piani di Pao.

Cosa volere di più da questa splendida giornata di fine Autunno?


Il Santuario di Macereto.

Ovviamente un bel panino con salsiccia ed una birra al "ristoro da Alberto" a Castelraimondo, lungo la strada del ritorno...
Desiderio esaudito!




Galleria foto e video


La vetta di croce di Monte Rotondo, meglio rimanere sotto la cresta!


Sotto la cresta, il Monte Rotondo inizia a mostrarsi.


In direzione della Sella della Banditella, verso il sole!

Il Monte Rotondo (2102m).


La marcia riprende e le condizioni mutano... 

... in pochi istanti!


Tracciato in rosso il percorso seguito fino alla vetta.


La Val di Panico, sulla destra il Monte Bove Nord.


La Croce di Monte Rotondo (1926m).


Con il vento alle spalle si prosegue abbastanza agevolmente!


Bellissimi questi contrasti!


In marcia, tra una raffica e l'altra!


A pochi passi dalla vetta...


... in mezzo alla furia degli elementi!


Il primo filmato, quello venuto "meglio".


Il secondo filmato, quello girato nel bel mezzo di una forte raffica!


Il Pizzo Tre Vescovi, il Pizzo Berro ed il Monte Priora (o Pizzo della Regina): oggi il cielo è sceso più vicino alla Terra per giocare con queste magnifiche montagne dei Sibillini.


Il Mare Adriatico all'orizzonte fra nuvole e cristalli di neve!


Zoomata sulla Forcella Angagnola, a destra il Pizzo Berro, a sinistra il Monte Priora.


Il Monte Bove Nord (2112m).


Le nuvole si muovono velocemente facendo mutare colori e panorami: la vetta che risalta all'orizzonte è quella del Monte San Vicino.


Tra questi contrasti stupendi emerge sullo sfondo la sagoma inconfondibile del Pizzo del Diavolo.


Non è per niente facile mantenere l'equilibrio!


I colori del suolo si confondono con quelli del cielo: l'ombra all'orizzonte è il Monte Conero.


"Dai, provo a rimanere immobile!"




Uno sguardo verso Sud scendendo verso la Sella della Banditella.


Panoramica dalla carrareccia Fargno-Casali.


Per prati, poco prima di incrociare la carrareccia per Fiastra.


In discesa, poco dopo il rudere del casale.


Attraversando i Piani di Pao.


Il Santuario di Macereto.