Ciao, sono Gianluca, un innamorato delle proprie passioni. L'avventura è il tema portante, intesa come distacco dalla realtà quotidiana, per immergersi in un contesto dove l'istinto predomina sulla razionalità; intesa come scoperta della verticalità, nel sentirsi completi quando si va sempre più su, sfidando le proprie paure ma contemplando l'abisso. In questo spazio sono condivise le mie esperienze, magari per invogliare qualcuno a ripeterle, magari per fornire qualche utile consiglio.


giovedì 29 ottobre 2015

Pizzo Berro per la Val di Panico "Ferratina"




Venticinque Ottobre 2015
Partenza da Casali fraz. Ussita (1080m) ore 7:58
Rientro a Casali fraz. Ussita ore 14:09
Durata escursione 6h 11' 
Lunghezza tragitto: 15,3km circa
Grado di difficoltà: EEA, passaggi di II grado sulla "Ferratina"
Dislivello in salita: 1537m 
Dislivello in discesa: 1466m 
Vette raggiunte: 2259m Pizzo Berro (omino di pietre)
Monti Sibillini su Wikipedia
Pizzo Berro su Wikipedia
Val di Panico su Wikipedia


Dopo l'ultima escursione effettuata all'inizio dell'estate (Punta di Prato Pulito, Cima del Lago, Cima del Redentore, Pizzo del Diavolo, Lago di Pilato, Monte Vettore da Forca di Presta) presso i laghi di Pilato ed aver raggiunto le cime dei monti che li circondano, questa volta, ad autunno inoltrato, io e Mirko decidiamo di spostarci più a Nord, nel cuore dei Sibillini ed in una delle sue valli più belle: mi sto riferendo alla Val di Panico.
Incorniciata  ai lati tra la cresta che da "Pizzo Tre Vescovi" si snoda verso il "Pizzo Berro" e quella che dal "Monte Bove Nord" si collega con il "Monte Bove Sud", questa valle, specie in questo periodo dell'anno, riesce a darci scorci, colori e sfumature unici. 
La parte che invece ne delimita i confini a Sud è quella più emozionante, più adrenalinica (come piace dire a me): sto parlando di "Forca della Cervara", o Forcella della Neve, che unisce il "Monte Bove Sud" con il "Pizzo Berro"; come un'ascia appoggiata a terra, con la sua lama rivolta verso l'alto a dividere la "Val di Panico" dalla "Val Tenna".


Il "Monte Bove Nord".

Anche stavolta si parte di buon mattino, ma non perché si debba percorrere molta strada (15Km sono pochi?), no, oggi niente pranzo al sacco, oggi non vogliamo essere estasiati non solo dai colori e dagli odori, ma anche dai sapori.
Alle 7:58 già siamo in marcia lungo la strada che dalla chiesetta del borgo di Casali si va a perdere nella "Val di Panico".  Il primo tratto è pianeggiante e scivola via in un batter d'occhio: ci muoviamo in fretta per scaldarci, la temperatura è intorno ai 4 gradi e l'umidità del fondovalle accentua ancora di più la sensazione di freddo.

Colori d'Autunno nella Val di Panico.

Arrivati ad un certo punto, sulla sinistra, notiamo che si inerpica in salita un sentiero: sulla roccia dove è posizionato il primo segno bianco-rosso troviamo ivi impresso anche il suo numero, 275. Perfetto, inizia così la fase di salita che si protrarrà senza interruzione fino alla cima del "Pizzo Berro": ancora non siamo saliti molto, l'altimetro indica circa 1200m, ne rimangono ancora più di 1000m!
Il sentiero è ben visibile, i segni bianco-rossi sono ovunque e la progressione è costante, senza interruzioni: solo mini-break per imprimere su memoria digitale i panorami che ci si parano di fronte (era più romantico e pittoresco quando si diceva imprimere su pellicola, caro vecchio analogico!).


Ancora il profilo roccioso del "Monte Bove Nord".

L'ascesa prosegue finché non arriviamo alla base di una formazione rocciosa che si erge alta alla nostra destra: la aggiriamo seguendo il sentiero che ora svolta verso sinistra. Procediamo ancora un poco quando sulla destra appare una traccia appena percettibile. Abbandoniamo il sentiero 275 che ora inizia a tornare indietro risalendo verso la "forcella Angagnola" e prendiamo questa nuova direzione seguendo la traccia che va scomparendo in mezzo all'erba alta. 

Il dosso che divide in due la "Val di Panico".

Da questa nuova angolazione osserviamo che la formazione rocciosa citata poc'anzi è in realtà una collina che divide letteralmente in due la "Val di Panico" congiungendosi con "Forca della Cervara": sul suo fianco appare una traccia ben marcata che la taglia salendo in direzione Nord-Ovest ed alla sua base è presente un omino di pietra. Senza esitazione seguiamo questo percorso ed una volta in cima svoltiamo a sinistra procedendo in direzione Sud per prati e facile sentiero (il numero 13): "Forca della Cervara" è davanti a noi, ben visibile. Non sono presenti in questo tratto dei segni lungo la via, ogni tanto però spuntano degli omini di pietra che ci aiutano nei punti dove è più difficile orientarsi.  
Finalmente raggiungiamo i suoi 1994 metri di altezza ed il panorama si apre a Sud: partendo da sinistra i nostri occhi si posano prima sul "Monte Sibilla", poi sul "Monte Vettore", il più alto dei Sibillini con i suoi 2476 metri, sull'inconfondibile profilo del "Pizzo del Diavolo", sulla "Cima del Redentore" e su tutte le vette che compongono l'anfiteatro naturale che circonda i laghi di Pilato. E' un peccato che il cielo non sia perfettamente terso e limpido!


Lungo traverso sul bordo di "Forca della Cervara".

Proseguiamo ora sotto il filo di cresta, lato "Val di Tenna", finché non arriviamo alla base di un erto costone di erba e pietrisco; il dislivello ora è notevole. Il nostro obiettivo è ben delineato: è la fascia di rocce posta poco al disotto della sommità del "Berro".


L'ultima ripida salita prima dell'attacco della "ferratina".

Gli omini di pietra ed i segni bianco-rossi in questa parte di percorso non mancano: adesso stiamo percorrendo il sentiero 24. 
Poco prima di arrivare alla parete di roccia dove è posto il primo tratto di catena abbiamo una sorpresa: su alcuni massi, sopra di noi, a sinistra, ci sono alcuni camosci. Ci stanno osservando, non ci reputano ancora un pericolo: riesco a rubare loro alcune immagini.



Un giovane camoscio ancora ignaro della nostra presenza.

E' la seconda volta che li incontro nell'arco di un mese: la prima era stata durante la mia ultima escursione al Gran Sasso (Sentiero "Ventricini" e Ferrata "Danesi" del Corno Piccolo del Gran Sasso d'Italia) la seconda oggi, e la cosa non può che farmi piacere; è sempre più difficile incontrare fauna selvatica.
In poco tempo raggiungiamo la base della "Ferratina", prima di iniziare il breve tratto di arrampicata però ricarichiamo le batterie con un piccolo spuntino. Adesso abbiamo compagnia, siamo stati raggiunti da un gruppo del CAI della Scuola "Sibilla": sono saliti per una via diversa dalla nostra, hanno raggiunto la cima di "Monte Bove Sud" da Frontignano, sono scesi per "Forca della Cervara" e poi sono risaliti fin qui. La loro è una uscita inerente un corso di alpinismo e già stanno attrezzando una sosta alla base della parete: risuona il tipico martellare di chiodi che vengono  piantati sulle fessure tra le rocce, con il suono che diventa sempre più acuto man mano che il chiodo entra più in profondità. Indossiamo l'imbragatura, Mirko fissa i moschettoni ed è il primo a salire aiutandosi con la catena. Ce ne sono tre spezzoni: il primo, quello dove ci sono i passaggi più impegnativi (II+) è lungo circa 15-20m e sale in diagonale verso sinistra; il secondo sale verso destra per 2-3m (diciamo che è una sorta di raccordo tra il primo ed il terzo); il terzo sale sempre verso sinistra, ed è lungo circa 20-25m e non presenta particolari difficoltà.
Così come è stata realizzata, questa "Ferratina" non è il massimo: sto parlando di sicurezza ovviamente. Infatti al posto della catena sarebbe stato opportuno mettere dei cavi metallici, così come si vede da qualche anno nelle più recenti vie ferrate, e la distanza tra i punti di fissaggio inferiore a quella attuale: una decina di tiranti fissati sulla roccia sarebbero più che sufficienti, in modo da avere degli spezzoni di circa 5-6m. In questa maniera, in caso di caduta, la distanza percorsa non sarebbe eccessiva: così invece, a parte il secondo spezzone, si cadrebbe per almeno una trentina metri. Questo se ci si assicura alle catene, altrimenti, vista la forte pendenza del costone sotto l'attacco, il volo potrebbe essere di centinaia di metri fin giù alla "Val Tenna"...
In qualsiasi caso comunque, bisogna affrontare questo breve tratto sempre e comunque assicurati alla catena, come abbiamo fatto.


L'ultimo spezzone di catena della "ferratina": sullo sfondo la sottile cresta della "Forca della Cervara".

Mirko ha già terminato l'ascesa, io, come al solito, mi dilungo ... in chiacchiere! A metà del terzo spezzone di catena mi ritrovo a fianco del responsabile del corso del CAI: è inevitabile, una parola tira l'altra e stiamo già parlando di corsi, uscite ecc...ecc...
Meglio sbrigarsi, se no il pranzo va a farsi benedire!
Terminato il tratto attrezzato da lì alla vetta la distanza è di circa 40m salendo sulla destra. In pochi istanti siamo in cima ed è presente solo un omino di pietra con scritta su sasso: "Pizzo Berro 2259m".


In vetta! Sullo sfondo risalta la doppia punta della cima della Sibilla.

Su una cima del genere mi sarei aspettato una croce, invece niente, come sul "Pizzo del Diavolo"... Questi pensieri però vengono subito scacciati da quello che i miei occhi iniziano ad inquadrare: allungo lo sguardo al di là dell'omino di pietra, sempre più lontano e...  
Mi soffermo sul "Monte Priora", basterebbe allungare una mano per toccarlo. No, oggi niente croci, non ci possiamo andare, ci vuole almeno un'ora per andare e tornare, non ci staremmo più con i tempi. Mi torna in mente una vecchia canzone dei Rolling Stones che dice: "You can't always get what you want", è giusto, va bene così, ci rivediamo tra qualche giorno però... durante l'ascesa, con Mirko già si parlava della prossima uscita: bene, l'obiettivo è stato individuato...


Il "Monte Priora" o "Pizzo della Regina".

Rimaniamo estasiati da tutto quello che i nostri occhi riescono a mirare: è un continuo meravigliarsi, è un continuo sorprendersi. Rivediamo tutto il percorso fatto finora: Casali immersa in una valle colorata d'autunno; il "Monte Bove Nord" contraddistinto dai suoi maestosi contrafforti rocciosi; il "Monte Bove Sud", meno roccioso ma più affilato; il "Monte Priora", contrafforte tra la "Val Tenna" e la "Valle dell'Ambro"; il "Pizzo dei Tre Vescovi" ed il "Monte Acuto" alle sue spalle; la "Forcella del Fargno" e la "Costa dell'asino", fino a Casali un'altra volta.
A malincuore iniziamo la discesa sulla cresta rocciosa che qualche ora prima vedevamo da molto più in basso, il sentiero è il 19 (che poi diventa 18), e ci porterà fino alla "Forcella Angagnola" (1924m); anche in questo caso non sono presenti segni.


Dall'anticima del Berro la "Val di Panico".

La traccia è comunque chiara e si è in bilico tra due valli: quella di Panico a sinistra e quella dell'Ambro a destra; in certi punti l'esposizione è davvero notevole.
Arriviamo ad un crocevia, ci ricongiungiamo al sentiero 275, che qui si biforca nei sentieri 273 e 277: il primo conduce alla cima del "Pizzo dei Tre Vescovi"; il secondo fino alla "Forcella del Fargno" (1811m). 


Fotografi in azione!

Altro colpo al cuore, ma, come ho già detto prima, niente croci oggi, così prendiamo il sentiero di sinistra ed iniziamo la discesa verso l'inconfondibile sagoma del rifugio del Fargno. Il sentiero è abbastanza agevole e costeggia la base del "Pizzo dei Tre Vescovi" lato "Val di Panico": il dislivello in discesa in questo tratto è abbastanza contenuto e la marcia prosegue spedita. Giunti alla "Forcella del Fargno", dopo aver oltrepassato il rifugio (chiuso), svoltiamo subito sulla sinistra e proseguiamo per prati fino a raggiungere un ponte radio: sulla recinzione che lo circonda è presente un segno bianco-rosso, il sentiero è il 278 e ci guiderà fino alla Chiesetta di Casali.
La traccia a volte non è ben visibile (così sarà per tutta la prima parte della discesa), fortunatamente oltre ai segni bianco-rossi, a volte, nascosti dalla vegetazione, sono presenti omini di pietra. Così proseguiamo parallelamente alla strada soprastante: siamo proprio sopra il "Fosso la Foce", ed affacciandoci...


Sopra il "Fosso la Foce".

Dopo circa una mezzora che stiamo percorrendo il sentiero 278, giungiamo ad una piccola costruzione di pietre: entriamo, c'è un piccolo altare con un'immagine sacra di un frate circondato da animali domestici ed una targa con su scritto "Restaurato dalla Frazione di Casali 15-8-1936 - A.XIV". Abbiamo raggiunto la piccola icona dedicata a S. Antonio: alcuni scatti, il segno della croce e siamo di nuovo in marcia.


"San Antonio".

Andiamo avanti, ormai siamo quasi sopra il borgo di Casali, però la quota a cui ci troviamo è ancora ragguardevole; infatti ci troviamo a circa 1700m di altezza, si dovrà pur scendere prima o poi! I "sapori" ci stanno aspettando!
Poco dopo il sentiero comincia ad essere più marcato e la pendenza inizia finalmente ad aumentare; il fondo è un misto terriccio e ghiaia e procedendo in "scivolata controllata" si può tenere una velocità di discesa abbastanza sostenuta. 



"...quando giungiamo ad una piccola spianata lungo il pendio con alcune recinzioni; c'è un fontanile..."

Mancano ormai circa 250m di dislivello per arrivare a Casali, quando giungiamo ad una piccola spianata lungo il pendio con alcune recinzioni; c'è un fontanile: si, è un bello scorcio, merita una breve sosta! Oltre a bere (che acqua...) scattiamo anche qualche fotografia!


Giochi d'acqua, sullo sfondo il "Berro".

Ora la vegetazione si fa più fitta, siamo immersi in un caleidoscopio di colori: tinte calde, sfumature d'autunno, che anticipano l'arrivo dell'inverno, ma che contemporaneamente trasmettono calore e una sorta di nostalgia per l'estate appena trascorsa.


Il "Monte Rotondo" da questo angolo di Autunno.

Immersi come siamo in questi colori non ci rendiamo conto di essere giunti nel centro abitato: stretching, un veloce cambio d'abito e via verso Ussita. Tutti i sensi oggi sono stati iper-eccitati, tutti tranne uno: al Ristorante "Monte Bove" ci stanno aspettando e dopo aver bruciato circa 2500 Kcal il bisogno inizia ad essere impellente. Lungi da me iniziare con le recensioni culinarie, posso solo dire che tutto è stato perfetto e secondo le aspettative: in mezzora abbiamo reintegrato abbondantemente quanto bruciato; segno di spunta aggiunto! 
Alla prossima!



Momenti salienti in un collage video




Link per album Fotografico su Google Foto






Marcato in azzurro il percorso su traccia GPS registrata durante l'escursione.


Galleria Fotografica

Il "Monte Bove Nord".


La "Val di Panico" colorata d'Autunno.


Il bosco "tinto".


Forca della Cervara in fondo.


La fascia rocciosa che contraddistingue il "Pizzo Berro".


"Monte Rotondo" a sinistra e il "Pizzo Tre Vescovi" a destra.


Mirko vicino alla formazione rocciosa dove si abbandona il sentiero 275.


Ancora il "Pizzo Berro". In alto sulla destra il punto dove sferreremo l'attacco alla vetta.


Il "sottoscritto", alle mie spalle il "Monte Bove Sud".


Verso l'attacco della "Ferratina".


Costeggiando la "Forca della Cervara" lato "Val Tenna".


La "Val di Panico" da "Forca della Cervara".


Incontro con i camosci, poco sotto l'attacco della "Ferratina".


Sull'ultimo spezzone di catena.


Quattro chiacchiere!


Dall'anticima del Berro la "Val di Panico".


In cima! La "Sibilla" di fronte, a Sud.


Il "Monte Priora".


Si inizia la discesa.


Il "Pizzo dei Tre Vescovi" ed il "Monte Acuto".



Il profilo acuminato del "Berro".


Ancora il "Monte Priora".


Dalla "Forcella Angagnola" parte del percorso lungo la "Val di Panico".


Ancora dalla "Forcella Angagnola" parte del percorso lungo la "Val di Panico".


"Forca della Cervara".


Panoramica che unisce le tre fotografie precedenti.


In bilico tra la "Val di Panico" a sinistra e la "Valle dell'Ambro" a destra.


 L'inconfondibile sagoma del rifugio del "Fargno" e sullo sfondo il "Berro" sempre più lontano.


Costeggiando la "Costa dell'Asino", poco dopo il rifugio del "Fargno".


Ancora il "Monte Bove Nord" da altra angolazione.


"La "Val di Panico" vista da sopra il fosso "La Foce".


"San Antonio".



All'interno della piccola struttura dedicata a San Antonio.


Giochi d'acqua, sullo sfondo il "Berro".


Il "Monte Rotondo" da questo angolo di Autunno.