Ciao, sono Gianluca, un innamorato delle proprie passioni. L'avventura è il tema portante, intesa come distacco dalla realtà quotidiana, per immergersi in un contesto dove l'istinto predomina sulla razionalità; intesa come scoperta della verticalità, nel sentirsi completi quando si va sempre più su, sfidando le proprie paure ma contemplando l'abisso. In questo spazio sono condivise le mie esperienze, magari per invogliare qualcuno a ripeterle, magari per fornire qualche utile consiglio.


domenica 10 marzo 2019

Monte San Vicino per la Direttissima Nord Invernale

"Anche la lotta verso la cima basta a riempire il cuore di un uomo."
(Albert Camus)


Sedici Dicembre 2018
Partenza da "Pian dell'Elmo" (942m) ore 7:05 
Rientro a "Pian dell'Elmo" ore 10:34 
Durata escursione 3h 29' (pausa merenda di 12' poco sotto la vetta del Monte San Vicino)
Tempo di marcia: 3h 17'
Lunghezza tragitto: 6,7 km circa
Grado di difficoltà: EEi
Dislivello in salita: 526m 
Dislivello in discesa: 531m 
Vette raggiunte: 1480m Monte San Vicino
Monte San Vicino su Wikipedia





Marcato in azzurro il percorso su traccia GPS registrata durante l'escursione.





Percorso:
Partenza da Pian dell'Elmo (942m) seguendo la strada SP90 Frontale-Pian dell'Elmo in direzione Matelica. Dopo poche centinaia di metri si entra nel bosco sulla destra prendendo il sentiero n.173 (tabella con segnavia, segni bianco-rossi) che prosegue in leggera salita fino ad intercettare nuovamente la strada provinciale sopracitata. Si continua nuovamente in direzione Matelica (verso destra fronte marcia) e dopo poche decine di metri si svolta a sinistra, abbandonando la strada, prendendo il sentiero 173D (tabella con segnavia, segni bianco-rossi).
Il sentiero prosegue costantemente in salita in mezzo ad una faggeta in direzione Est per poi svoltare verso Ovest quando il bosco si dirada.
Dopo questo breve tratto scoperto si rientra nella vegetazione raggiungendo un bivio con segnavia: proseguendo sulla sinistra, direzione Sud (sentiero 173D), si continua lungo la via Normale; a destra, direzione Ovest (sentiero 173C), si segue la via Direttissima.
Continuando sulla destra il sentiero prosegue lungamente costeggiando il versante Nord del Monte San Vicino per poi puntare repentinamente verso Sud al diradarsi della vegetazione. Il percorso prosegue ripido con secchi tornanti (segni bianco-rossi sulle rocce, dove non coperti dalla neve) fino alla vetta del Monte San Vicino (1480m).
Si prosegue in direzione Sud seguendo il sentiero 112A (segni bianco-rossi) che con un'ampia "Z" (passando nuovamente per una faggeta) conduce sulla strada SP90 Frontale-Pian dell'Elmo sulla quale si continua (proseguendo verso destra) fino ad intercettare nuovamente il bivio con il sentiero 173C (sulla sinistra) che conduce al punto di partenza. 



Relazione:
Si prospetta una bellissima giornata di fine Autunno, il meteo, dopo la forte nevicata di ieri, dovrebbe essere soleggiato: perché non approfittare di queste condizioni?
"Mirko, sono quasi vent'anni che non saliamo più insieme sulla vetta del Monte San Vicino per la direttissima in condizioni invernali, che ne dici?"
Ad onor del vero ero salito nuovamente sulla vetta di questa montagna in pieno inverno il 31 Gennaio 2015 (vedi post del Monte San Vicino da Poggio San Romualdo Invernaleperò il percorso era stato ben diverso (partenza da Poggio San Romualdo ed ascesa/discesa per il versante Sud) e Mirko non era presente.
La risposta è stata ovviamente positiva ed è per questo che poco prima del sorgere del sole siamo già a Pian dell'Elmo pronti per questa avventura che ricalcherà in tutto e per tutto quella svolta ormai tanto tempo fa.

Pian dell'Elmo.

I nostri zaini sono carichi di tutto il materiale per proseguire qualsiasi siano le condizioni che troveremo: ramponi, piccozza, imbrago, spezzone di corda, viti da ghiaccio ecc.. Non è che stiamo un pochino esagerando? Quella volta indossavamo le sole ghette (oggi solo Mirko le indossa, io no!) e ricordo che nel punto più ripido della "Direttissima Nord" per agevolare la nostra ascesa avevamo utilizzato dei bastoni raccolti in mezzo al bosco...
La sicurezza al primo posto, meglio avere qualcosa nello zaino e non usarlo che non averlo!
Ancora non è passata anima viva e siamo i primi a calpestare questo candido manto che ricopre tutto quanto: speriamo questa sia la prima di una lunga serie di nevicate!
La nostra marcia inizia seguendo la strada provinciale SP90 Frontale-Pian dell'Elmo, chiusa al traffico nel periodo invernale, in direzione Matelica: un ottimo riscaldamento! Dopo poche centinaia di metri però, in prossimità di un bivio con segnavia, ci inoltriamo nel bosco di faggi alla nostra destra seguendo il sentiero della Riserva Naturale Regionale del Monte San Vicino e del Monte Canfaito n.173: ecco, adesso siamo entrati in un mondo fiabesco.

Buongiorno!

Gli alberi hanno i rami carichi di neve colorata di rosa dalla delicata luce dell'aurora, i nostri passi sono ovattati e per rispettare il silenzio che ci avvolge condividiamo il nostro stupore parlando sottovoce: sono attimi indescrivibili...
Intanto i nostri scarponi affondano, fin sopra la caviglia, abbiamo portato tutto tranne che le ciaspole che sarebbero state veramente utili in questi frangenti!
La neve è fresca e non oppone la minima resistenza, speriamo nei punti più ripidi tenga un po' di più!
Dopo pochi minuti, superato un bivio e preso il sentiero 173C, ci ritroviamo nuovamente sulla strada SP90 che dopo un lungo giro si ricongiunge con il nostro percorso: cosa di pochi metri, fortunatamente giungiamo nei pressi di una tabella con segnavia sulla destra e ci inoltriamo nuovamente nel bosco seguendo il sentiero n.173D.

Il breve tratto da percorrere lungo la SP90 poco prima del bivio con il sentiero 173D.

Intanto il chiarore aumenta sempre di più così come la nostra andatura: non vogliamo in alcun modo perderci l'alba nel punto in cui i faggi si diradano e lasciano spaziare lo sguardo da Est a Sud!
Nessuno è ancora passato per questo sentiero e tracciare è una bella fatica specie con questa neve, e, dispetto della bassa temperatura (siamo intorno ai -4°C), inizio a sentir caldo.
Il sentiero si inerpica sempre più e nel momento in cui vorremmo rifiatare spuntiamo fuori dal bosco...

In mezzo ai faggi, la neve sui rami che si colora delle prime luci dell'alba... panorama fiabesco.

Non aggiungo altro, le mie parole non sarebbero sufficienti a descrivere cotanta bellezza, meglio lasciare voce alle immagini...

Un'occhiata verso il Mare Adriatico.

"C’è solo qualcosa di bello nel camminare sulla neve che nessun altro ha calpestato. Ti fa credere che sei speciale, anche se sai che non lo sei."
(Carol Rifka Brunt)


Dopo aver continuato verso Est lungo il limitare del bosco, il sentiero piega bruscamente verso destra immergendosi nuovamente nella vegetazione.

Il sole inizia a far capolino colorando tutto di arancione...

Dopo pochi minuti raggiungiamo il bivio con il sentiero n.173C dove continuiamo alla nostra destra in direzione Ovest, seguendo le indicazioni per la "Via Direttissima".

Si svolta a destra, sentiero 173C, la Direttissima Nord del Monte San Vicino.

La nostra avanzata prosegue costante, così come la salita, finché, giunti nei pressi di uno slargo, notiamo che i segni bianco-rossi che ci hanno accompagnato finora non proseguono più sugli alberi davanti a noi: è giunto il momento di iniziare a salire lungo l'erto pendio che ci si para d'innanzi.

In questo punto si esce dal bosco e la pendenza inizia ad essere ragguardevole. Niente ramponi però, la neve è troppo inconsistente, non servirebbero a nulla!

Si parte in quarta, la pendenza è fin da subito sostenuta, si affonda fin sopra le ginocchia e la neve, come previsto non tiene: iniziamo ad usare la piccozza!
Dopo essere saliti di una cinquantina di metri di dislivello tramite alcuni tornanti facciamo il punto della situazione: ovviamente si prosegue (non c'era alcun dubbio a riguardo!) senza indossare i ramponi che sarebbero perfettamente inutili in queste condizioni, proprio come l'ultima volta che siamo saliti per questa via.

"Facciamo il punto della situazione."

L'obiettivo adesso è quello di raggiungere la fascia di vegetazione posta sotto la vetta del Monte San Vicino dove la progressione potrà avvenire in maggior sicurezza, per fare questo però dobbiamo superare una ripido costone roccioso posto poche decine di metri sopra di noi.
Qui si concentrano forse tutte le difficoltà dell'intera ascesa, come dicevo la neve offre scarsa tenuta e la pendenza è sostenuta: "Guarda Mirko, sul masso davanti a noi c'è un segno bianco-rosso!"
Si, non volendo stiamo seguendo il percorso estivo e questo pungolo non fa che stimolarci ulteriormente: dove salire però? A destra oppure a sinistra rispetto al masso?
Optiamo per la seconda scelta, pendenza considerevole ma costante su fondo erboso a scapito di un breve tratto rettilineo con risalita molto accentuata su roccia.

Qui la pendenza raggiunge il suo acme: sullo sfondo, completamente imbiancato, si vede la parte Settentrionale dell'Appennino Umbro-Marchigiano dove risaltano il Monte Cucco ed il Monte Catria.

Passo dopo passo la nostra progressione continua fin poco sotto la fascia di vegetazione "taggata" in precedenza dove possiamo rifiatare e ammirare la galaverna che si è formata a questa quota: alcune formazioni sono incredibili!

Di nuovo al limitare del bosco, dopo aver superato il punto dei più ostico del percorso: sullo sfondo le colline marchigiane che degradano verso il Mare Adriatico.

Galaverna.

Trovato un varco fra i rami carichi di neve ci addentriamo dentro al bosco e proprio mentre stiamo per uscirne vediamo apparire la croce di vetta vicina come con mai.

Tra i rami ricolmi di neve si intravede la croce di vetta.

La pendenza è ancora accentuata e andando a memoria non ricordavo un tratto del genere sotto la vetta: come scopriremo in seguito ci siamo tenuti troppo a Est rispetto al sentiero estivo, i giochi però sono fatti e di traversare verso destra non se ne parla, si tira dritto per dritto!

Dritto per dritto!

E così avviene, un passo dopo l'altro, una scivolata dopo l'altra, cercando il falasco sotto il manto nevoso che offre una maggior tenuta.
I nostri sforzi vengono premiati e dopo pochi minuti siamo al cospetto della grande croce di vetta che caratterizza questa cima: "Mirko, vai avanti, voglio scattarti una foto in controluce come feci quella volta!"

"Anche la lotta verso la cima basta a riempire il cuore di un uomo."
(Albert Camus)
A pochi passi dalla croce di vetta del Monte San Vicino, 16 Dicembre 2018.


E' bello provare questa sensazione di dejavù, mi riporta ad un passato così vicino (sembra ieri) ma allo stesso tempo lontano!

A pochi passi dalla croce di vetta del Monte San Vicino, 5 Gennaio 2002.

Le foto dalla vetta si sprecano, a differenza di poco meno di venti anni fa abbiamo la possibilità di fare scatti praticamente all'infinito!
Vorremmo concederci una piccola pausa ma decidiamo di proseguire ed effettuare un break una volta rientrati nel bosco più a valle: le temperature si mantengono basse ed il sostenuto vento da Nord ci consiglia di scendere di quota!

Un'occhiata al GPS e poi via!

Proseguiamo in maniera pressoché rettilinea in direzione Sud (sentiero del Parco n.112A, segni bianco-rossi) per alcune centinaia di metri raggiungendone il punto di massima pendenza: qui di solito si svolta bruscamente verso destra entrando in una piccola macchia che precede il bosco vero e proprio.


Si rientra dentro al bosco e poi break!

Ecco il luogo dove possiamo rifiatare al riparo dal vento e riscaldati dal tepore del sole!
Anche qui, come in precedenza poco dopo il bivio con il sentiero per la direttissima, non posso fare a meno di notare le numerose impronte di animali che solcano il manto nevoso: ho usato questo termine perché la creatura che le ha lasciate è tutt'altro che leggera!

Cosa sto guardando?

Ma quanti cinghiali ci sono?
La pausa che ci concediamo è di brevissima durata e dopo pochi minuti siamo nuovamente in marcia percorrendo un lungo traverso in discesa su tratto scoperto che ci offre scenari meravigliosi!

Lungo il traverso, panoramica sull'Appennino Umbro-Marchigiano. 

La nevicata è arrivata ben al di sotto di quota mille metri e tutte le vallate sottostanti sono tinte di un bianco candido che si intona alla perfezione con il periodo natalizio nel quale stiamo entrando.

La piccola macchia dove ci siamo rifocillati.

Raggiunto ed oltrepassato nuovamente il bosco scendiamo dritto per dritto in direzione della SP90 Frontale-Pian dell'Elmo che già vedevamo da un po' dall'alto, continuando in direzione Pian dell'Elmo stavolta: anche se la nostra marcia adesso si svolge sopra una strada il manto nevoso è così consistente da lasciarci credere il contrario...

Ultimo tratto in mezzo al bosco.

Grazie Monte San Vicino per questa splendida mattinata!

Il Monte San Vicino visto poco prima di giungere alla Fraz. Frontale.





Galleria fotografica



Pian dell'Elmo, uno sguardo in direzione Sud-Est.


Pian dell'Elmo, uno sguardo in direzione Nord-Est.


Buongiorno!


Il breve tratto da percorrere lungo la SP90 poco prima del bivio con il sentiero 173D.


Poco prima di sbucare fuori dalla faggeta.


In mezzo ai faggi, la neve sui rami che si colora delle prime luci dell'alba... panorama fiabesco.


Un'occhiata verso il Mare Adriatico.


Appena fuori dalla faggeta.


"C’è solo qualcosa di bello nel camminare sulla neve che nessun altro ha calpestato. Ti fa credere che sei speciale, anche se sai che non lo sei."
(Carol Rifka Brunt)

Il sole inizia a far capolino colorando tutto di arancione...


Si svolta a destra, sentiero 173C, la Direttissima Nord del Monte San Vicino.



In questo punto si esce dal bosco e la pendenza inizia ad essere ragguardevole. Niente ramponi però, la neve è troppo inconsistente, non servirebbero a nulla!


"Facciamo il punto della situazione."

Qui la pendenza raggiunge il suo acme: sullo sfondo, completamente imbiancato, si vede la parte Settentrionale dell'Appennino Umbro-Marchigiano dove risaltano il Monte Cucco ed il Monte Catria.

Di nuovo al limitare del bosco, dopo aver superato il punto dei più ostico del percorso: sullo sfondo le colline marchigiane che degradano verso il Mare Adriatico.


Galaverna.


Il MonteCipollara (1197m).


Tra i rami ricolmi di neve si intravede la croce di vetta.


Dritto per dritto!


"Anche la lotta verso la cima basta a riempire il cuore di un uomo."
(Albert Camus)
A pochi passi dalla croce di vetta del Monte San Vicino, 16 Dicembre 2018.


A pochi passi dalla croce di vetta del Monte San Vicino, 5 Gennaio 2002.


Poco sotto la vetta, 5 Gennaio 2002.

In vetta al Monte San Vicino! 


16 Dicembre 2018, un'occhiata al GPS e poi via! 


5 Gennaio 2002, niente zaino, niente GPS, niente di niente!


Fasi di discesa lungo il sentiero a Sud: il panorama è superbo e spazia dalla Majella, al Gran Sasso ed ai Sibillini.


La croce di vetta ed alcuni ponti radio.


La faggeta visibile in direzione Est.

Si rientra dentro al bosco e poi break!


Cosa sto guardando? 


Lungo il traverso, panoramica sull'Appennino Umbro-Marchigiano.


La piccola macchia dove ci siamo rifocillati.


Ultimo tratto in mezzo al bosco.


Il Monte San Vicino visto poco prima di giungere alla Fraz. Frontale.