Ciao, sono Gianluca, un innamorato delle proprie passioni. L'avventura è il tema portante, intesa come distacco dalla realtà quotidiana, per immergersi in un contesto dove l'istinto predomina sulla razionalità; intesa come scoperta della verticalità, nel sentirsi completi quando si va sempre più su, sfidando le proprie paure ma contemplando l'abisso. In questo spazio sono condivise le mie esperienze, magari per invogliare qualcuno a ripeterle, magari per fornire qualche utile consiglio.


sabato 22 aprile 2017

Cresta e Corno del Catria da Isola Fossara

"Mi affaccio sulla sinistra e noto come vi siano parecchi appoggi per un'eventuale passaggio di traverso: bene! Faccio presa con entrambe le mani sul primo tratto di fune ed inizio a calarmi lentamente sulla sinistra e, quando il mio viso è alla stessa altezza delle mani, inizio ad avanzare, appoggio dopo appoggio, in costante salita: questa ricerca serve solo per i piedi, per le mani non vi sono problemi, c'è la corda!
In questa maniera raggiungo velocemente la fine di questo delicato tratto... "


Venticinque Marzo 2017 

Partenza da Isola Fossara (440m) ore 7:25
Rientro a Isola Fossara ore 13:33
Durata escursione 6h 12' (pausa merenda di 31' poco sopra la vetta del Corno del Catria)
Tempo di marcia: 5h 41'
Lunghezza tragitto: 12,1km circa
Grado di difficoltà: EEA (passaggi di I e II°)
Dislivello in salita: 1059m 
Dislivello in discesa: 1052m 
Vette raggiunte: 1185m Corno del Catria 
Quota massima: 1374m presso il Pian d'ortica





Marcato in azzurro il percorso su traccia GPS registrata durante l'escursione.


 


Percorso:
Partenza da Isola Fossara (440m) seguendo la strada asfaltata che, perpendicolarmente alla SS360, prosegue verso la "Costa del Corno". Dopo pochi metri, raggiunto un bivio con segnavia, si svolta a sinistra, in direzione dei sentieri 29 e 29bis. La marcia prosegue per quello che ora è divenuto un sentiero, salendo per la "Costa del Corno". Dopo pochi minuti, raggiunto un nuovo bivio, proseguendo sulla sinistra (sentiero 29bis) il sentiero continua a mezzacosta fino a perdersi tra i prati e la vegetazione; salendo a destra invece (sentiero 29) si punta decisamente verso la cresta che sta diventando sempre più vicina. Si sale sulla destra (sentiero 29) e, poche centinaia di metri prima delle prime rocce della cresta, si taglia sulla sinistra per raggiungerne l'estremità Sudorientale: per fare questo si segue una traccia evidente che taglia la costa. Raggiunto lo spigolo della cresta (660m) si sale per un largo pendio erboso, poi la cresta si fa man mano più affilata e rocciosa obbligando in diversi punti all’uso delle mani. Dopo aver arrampicato per una parete di 5-6 metri (passaggi di II grado, numerosi appoggi e roccia buona) si giunge ad un tratto, lungo 7-8 metri in leggera salita, dove la cresta è larga meno di un metro. In questo punto, forse il più delicato dell'intero percorso, sono presenti alcuni split dove è stata fissata una corda. 
Superato questo tratto si giunge sull'antecima del Corno, dalla quale si scende per un ripido canale tra gli alberi a destra (bolli gialli) e si risale per una sella erbosa raggiungendo l'anfiteatro roccioso che costituisce l'estremità Sudorientale del "Corno del Catria"; si arrampica per un canalino (passaggi di II grado, numerosi appoggi e roccia buona) e si prosegue di traverso sopra la "Costa del Catria". Raggiunto un grosso intaglio il sentiero sterza all'improvviso a sinistra salendo sulla sommità del crinale erboso (1210m) la cui estremità a meridionale è data dalla vetta del "Corno del Catria" (1185m). Scendendo di circa 200m in direzione Sud si arriva in prossimità dell'omino di pietre  che contraddistingue la vetta del "Corno del Catria". Si risale nuovamente fino all'intaglio sopracitato e si prosegue in direzione del bosco di faggi che ci si trova di fronte guardando verso la vetta del "Monte Catria". Giunti ai primi alberi si segue una labile traccia per alcuni metri, raggiungendo poi la strada forestale che dal rifugio "Boccatore" sale fino al "Pian d'Ortica" (1374m) che si raggiunge dopo pochi minuti. Da questo punto la pendenza della carrareccia cambia ed inizia la lunga discesa che conduce fino alla "Fonte dell'Insollio" (1230m, cisterna interrata con annesso abbeveratoio asciutto); ivi giunti si svolta a destra abbandonando la carrareccia in favore del sentiero 51 del Monte Catria (segnalato anche come numero 34 del Parco del Monte Cucco, segni bianco-rossi). Dopo un breve tratto nel bosco il sentiero devia bruscamente verso destra ed inizia a scendere con dei tornanti verso il sottostante "Piano Sant'Angelo", raggiunto il quale, ci si ritrova nel mezzo di parecchie tracce secondarie:  si prosegue verso Sud, tenendo la "Costa Grande" sulla destra. Giunti all'estremità meridionale del "Piano Sant'Angelo", culminante con una collinetta, scendendo a destra si ritrova la traccia da seguire ("Sentiero Italia"). Si attraversa il grosso canalone che separa il "Piano Sant'Angelo" dal "Piano delle quaglie" seguendo una carrareccia che prosegue in leggera salita sempre sulla destra: raggiunto quest'altopiano si prosegue fino ad arrivare nei pressi di una piccola costruzione con annessa fonte. Da lì si prosegue in direzione Sud all'interno di un un canalone scendendo prima lungo il suo bordo destro e poi alternando tra i due versanti. Raggiunta una carrareccia si prosegue sulla sinistra fino a raggiungere nuovamente l'abitato di "Isola Fossara", tornando quindi al punto di partenza.




Relazione:
Il "Monte Catria", quante volte sono salito sulla sua vetta... La prima da novello studente universitario, in una splendida giornata di fine Maggio (precisamente il 22 Maggio 1991) con un abbondante strato di neve a rendere l'escursione "speciale" per quel periodo dell'anno e poi la merenda alla "Taverna della Rocca" sul Castello di Frontone... 




Fotografie dell'escursione alla vetta del "Monte Catria" di Mercoledì 22 Maggio 1991.

Che bei ricordi!
Però, perché c'è un però, non sono ancora salito su una delle cime più importanti di questo massiccio, ossia sopra quella conosciuta come il "Corno del Catria".
Parecchie vie conducono a questa vetta, diciamo che ce n'è per tutti i gusti: dai sentieri escursionistici a quelli alpinistici per finire con alcune vie di arrampicata molto conosciute ed impegnative.



Il "Corno del Catria" sulla sinistra e la "Costa del Catria" che prosegue a destra.

Il percorso da me scelto è quello che partendo da "Isola Fossara" conduce alla base della cresta che scende dal "Corno del Catria": all'inizio si sale per un largo pendio erboso poi la cresta si fa man mano più affilata e rocciosa obbligando in diversi punti all’uso delle mani. 

Attacco della cresta del "Corno del Catria".

Raggiunta l'antecima del Corno si scende per un ripido canale tra gli alberi e si risale per una sella erbosa raggiungendo lo spettacolare anfiteatro roccioso che costituisce l'estremità Sudorientale del "Corno del Catria"; si arrampica per un canalino e si prosegue di traverso sopra la "Costa del Catria" fino a raggiungerne la vetta. Un bel percorso alpinistico, con difficoltà che raggiungono il II grado in più punti ed il famosissimo tratto, con corda fissa, in cui la cresta è larga meno di un metro... Non vedo l'ora!

La parte terminale della cresta ed il "Corno del Catria. Grazie della foto a William Talevi.

Pochi minuti dopo le sette, in leggero ritardo, giungo ad "Isola Fossara" e parcheggiata l'automobile in un piccolo piazzale di fronte alla chiesa del paese mi incontro con il mio compagno di escursione. Dopo l'evento benefico Uniti per Castelsantangelo sul Nera - Escursione solidale al Monte Vettore avrò nuovamente al mio fianco William: durante la cena che aveva concluso degnamente quella splendida giornata ci eravamo ritrovati a parlare del "Corno del Catria" e ci eravamo lasciati con la promessa di affrontare questa vetta insieme, ovviamente in primavera!
 
 Evidenziato in rosso il percorso dalla sella "Erbosa", posta tra antecima e vetta del "Corno del Catria" ed il "canalino" (passaggi di II°) che conduce al lungo traverso della "Costa del Catria".

Bene, il momento è finalmente arrivato quindi... che l'avventura abbia inizio!
Indosso gli scarponi, allungo i bastoncini telescopici, un ultimo controllo al materiale dentro lo zaino e partiamo seguendo la strada asfaltata che, perpendicolarmente alla SS360, prosegue verso la magnifica cresta che andremo ad affrontare. Dopo pochi metri raggiungiamo un bivio con segnavia e senza esitazione svoltiamo sulla sinistra, in direzione dei sentieri 29 e 29bis. La marcia prosegue per quello che ora è divenuto un sentiero, salendo per il versante orientale del "Corno del Catria". Dopo pochi minuti raggiungiamo un nuovo bivio: proseguendo sulla sinistra (sentiero 29bis) il sentiero continua a mezzacosta fino a perdersi tra i prati e la vegetazione; salendo a destra invece (sentiero 29) si punta decisamente verso la cresta che sta diventando sempre più vicina.
Decidiamo di guadagnare quota subito, quindi saliamo sulla destra seguendo il sentiero 29 che prosegue in direzione del "Corno del Catria". A poche centinaia di metri dalle prime rocce della cresta decidiamo di tagliare sulla sinistra per raggiungerne l'estremità Sudorientale, e portarci quindi dove inizierà la parte di percorso più "aerea": per fare questo seguiamo una traccia evidente che taglia il pendio. Raggiunto lo spigolo della cresta (660m) ci concediamo una piccola sosta, necessaria più che altro per accorciare i bastoncini e riporli nello zaino: per un bel pezzo non li useremo più...


 Si aprono del danze! Grazie della foto a William Talevi.

All'inizio la cresta è erbosa e si sale per l'evidente traccia che rimane sulla destra rispetto alla direzione di marcia: in questa fase i segni bianco-rossi non mancano.


Primi tratti ancora erbosi della cresta del "Corno del Catria", sullo sfondo il "Monte Motette".

Superato questo primo tratto iniziale, dopo essere saliti di quota all'incirca di 150m, la cresta diventa affilata e rocciosa e la progressione continua seguendo il suo sinuoso percorso.


 
 Da questo punto la cresta diventa rocciosa ed aerea. Grazie della foto a William Talevi.

In parecchi punti si mettono le mani a terra ma la roccia è sempre buona: avanzare in questa maniera è piacevole anche perché il tracciato alterna spesso passaggi dalla sommità ai lati orientale ed occidentale della cresta.


La bella cresta da percorrere tutta d'un fiato! Grazie della foto a William Talevi.


Panoramica video dalla cresta. Grazie del filmato a William Talevi.

Il panorama, grazie anche al bel tempo, è meraviglioso e la vista spazia in ogni dove ma è guardando nelle immediate vicinanze che si provano le emozioni più forti: la cresta in alcuni punti è veramente sottile ed il baratro ad entrambi i lati di altezze considerevoli, e siamo solo all'inizio...


Equilibrismi in cresta!

Continuiamo a progredire, fermandoci ogni tanto per scattare alcune fotografie ed ammirare il magnifico luogo in cui ci troviamo finché finalmente non giungiamo nei pressi del primo dei punti topici dell'escursione: una bella parete di 6-7 metri.


Si scende di qualche metro e si affronta la "paretina"! Grazie della foto a William Talevi.

Per arrivare al suo attacco si scende di qualche metro e poi si inizia a salire arrampicando (passaggi di II grado): bisogna dire che gli appoggi sono parecchi ed anche qui la roccia buona. Concentrato sull'ascesa senza rendermene conto raggiungo il suo apice e quando mi volto...
Meglio guardare avanti!



In posa dopo aver affrontato la "paretina" (passaggi di II grado).

Avanzo di qualche metro e con curiosità guardo cosa ci spetta nel breve periodo: a occhio e croce direi che siamo nei pressi del secondo punto topico del sentiero: un tratto lungo 7-8 metri, in leggera salita, dove la cresta è larga meno di un metro. In questo punto, forse il più delicato dell'intero percorso, sono presenti alcuni split (se non ricordo male 4) dove è stata fissata una corda.
Una volta che William ha raggiunto la sommità della parete lo informo della novità e riparto subito a spron battuto: ho timore ma anche smania di affrontare questo bel passaggio.
Man mano che si avanza la cresta diviene sempre più sottile fino ad arrivare ad una piccola roccia dove si scende bruscamente di un paio di metri: non vi sono appigli e si deve scivolare letteralmente su questa roccia fino a toccare con i piedi una piccolissima cengia. Ci sono, pochi metri davanti a me vedo la fune salire sul filo di cresta. Mentre aspetto William osservo l'esile tratto di cresta che mi si stende davanti e noto che superato questo tratto si giunge sulla sommità dell'antecima del "Corno del Catria".
Escludo subito l'idea di farla camminando, se il tratto fosse stato a pendenza limitata forse si, ma così com'è no!



Affrontiamo questo tratto come l'Aiguille de Bionnassay? Grazie della foto a William Talevi.

Avanzo e mi siedo cavalcioni sulla cresta, le gambe penzoloni nel vuoto: mi sovviene l'immagine di alcuni alpinisti che affrontano la cresta della temibile "Aiguille de Bionnassay", sul massiccio del Monte Bianco; in alcuni punti la cresta ghiacciata è talmente aguzza che l'unico modo per affrontarla in sicurezza è quello di procedere così come sto seduto io in questo preciso istante. 


No, meglio di no! Nella foto alpinisti alle prese con l'attraversamento della sottilissima cresta della "Aiguille de Bionnassay" (4052m) sul Massiccio del Monte Bianco. Foto dal Web.

No, questa non si affronta così!
Mi affaccio sulla sinistra e noto come vi siano parecchi appoggi per un'eventuale passaggio di traverso: bene!
Faccio presa con entrambe le mani sul primo tratto di fune ed inizio a calarmi lentamente sulla sinistra e, quando il mio viso è alla stessa altezza delle mani, inizio ad avanzare, appoggio dopo appoggio, in costante salita: questa ricerca serve solo per i piedi, per le mani non vi sono problemi, c'è la corda!
In questa maniera raggiungo velocemente la fine di questo delicato tratto, prima di uscirne però mi fermo, bisogna immortalare questo momento! In posa!



Meglio scendere sulla sinistra e salire di traverso: detto... fatto! Grazie della foto a William Talevi.

Adesso manca William che dopo essere salito inizialmente sul filo di cresta opta anche lui per la soluzione da me sfruttata ed anche per lui gli scatti non mancano!


William all'inizio del tratto attrezzato con fune.

E' fatta, anche questo punto topico è stato accantonato!


In questo punto la cresta è larga meno di un metro...

Avanziamo ora per quest'ultima parte di cresta che si allarga e diviene nuovamente erbosa finché non ne raggiungiamo la sommità (1049m): mi fermo un attimo a guardare i dati del GPS e rimango meravigliato del fatto che in poco più di un chilometro e mezzo siamo saliti di quasi 500 metri.
Mentre William scatta alcune fotografie io scendo leggermente sulla destra ed individuati alcuni bolli gialli butto un'occhiata al famoso canale con alberi nel quale dobbiamo calarci.



L'inizio del canale con gli alberi (per la verità un po' pochi e radi...). Perché non ho usato la corda che avevo nel mio zaino? Grazie della foto a William Talevi.

No, non ci sono errori, il verbo giusto è calare proprio perché la pendenza di questo tratto è molto accentuata: saranno si e no 30 metri di altezza e ci sono alcuni alberi ma la distanza tra loro è cospicua ed alcuni sono marci; aggiungo altresì che il terreno è un misto roccia, terriccio e sassi molto scivoloso.
Da quanto letto in giro tutti liquidano questo passaggio in poche parole, cosa sbagliata perché questo tratto inforrato è da prendere con molta cautela per quanto citato poc'anzi.
Iniziamo la nostra discesa, io a fare da apripista, appigliandomi ai tronchi di questi alberi, alle rocce ai lati del canale ed avendo i piedi mai in posizione stabile: però si avanza, lentamente ma si avanza...
Man mano che si scende noto sulla sinistra i segni di una pista e riesco ad individuare un sentiero che sale dalla "Gola del Corno": sicuramente è il numero 29 che avevamo abbandonato una vita fa... Vedo addirittura dei segni bianco-rossi su alcuni tronchi degli alberi.
Ormai non manca più tanto per ricongiungervisi, dobbiamo ancora scendere di una decina di metri tenendoci sempre sulla sinistra. Intanto i bastoncini che avevo agganciati nella parte posteriore dello zaino iniziano a fare le "bizze" e si impigliano in ogni dove: ad un certo punto devo aspettare William per farmi aiutare a riposizionarli correttamente...
Che noia, questo episodio mi ricorda una scena simile vissuta durante l'ascesa alla Vetta Centrale del Corno Grande del Gran Sasso d'Italia (vedi Ventisei Luglio 2015 - Torrione Cambi e Vetta Centrale Corno Grande Gran Sasso)... 

E mi ricorda quanto stupido io possa essere...
La corda! 

Ho 70 metri di corda dentro lo zaino! Imbrago, moschettoni, cordini, Gi-Gi... Potevamo calarci in doppia lungo questo tratto, bastava far passare la corda su uno dei tronchi degli alberi più grandi ad inizio canale ed il gioco era fatto!
Ormai non ha più senso rammaricarsi di ciò, la prossima volta invece....
Bastoncini a posto disarrampico per delle roccette per poi giungere finalmente sul sentiero che avevo intravisto da sopra.
Finalmente ci siamo, ora tutto sta nel trovare la strada giusta per arrivare all'ultimo punto topico dell'escursione ossia il canale tra le rocce che conduce sul fianco orientale del "Corno del Catria". Inizio ad avanzare alla ricerca di riferimenti quando William mi dice che ha un problema ad un ginocchio: terminata questa lunga discesa e nuovamente su di un sentiero "normale" ha mollato un po' e in una depressione del terreno ha sentito un suo ginocchio (precedentemente infortunato) fare un rumore strano...
Questa non ci voleva, mannaggia!
In una frazione di secondo già sto elaborando una alternativa al nostro percorso, ossia quella di scendere ad "Isola Fossara" seguendo il sentiero n.29, direttamente da qui...
I miei timori vengono però smorzati da William che per il momento mi dice il suo ginocchio sembra tenere. Fiuuuu!



Appena fuori dal canale con alberi. Grazie della foto a William Talevi.

Avanzo, lentamente per aspettare William, tenendomi sempre sulla sinistra finchè la pista inizia a salire sulla cresta di una sella erbosa (1025m): siamo praticamente tra l'antecima e la cima del "Corno del Catria". Adesso sono indeciso sulla direzione da prendere perché seguendo la traccia sul terreno scenderei dall'altra parte di questa sella (a Ovest) mentre
da nessuna parte ho trovato scritto  di proseguire in questa direzione...

Calma, guardo alla mia destra e noto che sul tronco di uno degli alberi posto leggermente sotto la mia posizione è impresso un bollo giallo. Perfetto!
Una volta lì noto che sul terreno è presente una flebile traccia, meno netta della precedente, che prosegue tra gli alberi: avanzo di qualche metro e altri bolli gialli appaiono sui tronchi degli alberi. 



Poco sopra la "sella erbosa". Grazie della foto a William Talevi.

Ci siamo e ad ulteriore conferma della bontà della mia scelta noto che seguendo questa pista ci stiamo dirigendo verso la base di un grosso sperone roccioso: il canale da superare dovrebbe trovarsi proprio tra le pareti del "Corno del Catria" e di questo sperone.


Verso il "canalino", tra il "Corno del Catria" sulla sinistra ed uno sperone roccioso a destra. Grazie della foto a William Talevi.

Giunti in prossimità di questo punto noto che alle pendici dello sperone, sulla destra, è affissa una targhetta con l'indicazione altimetrica ed una breve descrizione dei percorsi che partono da qui (piccola curiosità, la quota riportata su questa targhetta è di 1049m ed è stata rilevata proprio in questo punto e coincide con l'altezza dell'antecima del "Corno del Catria").


All'ingresso della base del "Corno del Catria".

All'ingresso della base del "Corno del Catria", la targhetta infissa sulla roccia.

All'ingresso della base del "Corno del Catria", uno sguardo a Sud-Ovest. Grazie della foto a William Talevi.

Il sentiero adesso prosegue davanti a noi con un paio di tornanti fino a scomparire sul famoso canale, l'ultimo punto topico dell'escursione...


Da qui partono molte vie di arrampicata, tra cui  "Un Mercoledì da Leoni" ed "Il Centenario". Grazie della foto a William Talevi.

Niente di più semplice, i passaggi sono di II grado, ma le prese parecchie e su buona roccia ed affrontare questa ultima parte in cui si mettono le mani a terra è puro divertimento!


Sullo sfondo il "canalino" (passaggi di II grado).

Arrampicando per il canalino, si vede che mi sto divertendo? Grazie della foto a William Talevi.

Filmato dell'ascesa al "canalino".

Archiviato anche questo passaggio anche da parte mia la tensione inizia a diminuire: adesso ci rimane da percorrere un lungo traverso sul fianco orientale della "Costa Grande" e poi ci siamo. 


Evidenziato in rosso il percorso in cresta dalla paretina (passaggi di II°) fino alla sella "Erbosa" posta tra l'antecima e la vetta del "Corno del Catria" : da notare il tratto attrezzato con fune in prossimità del punto in cui la cresta si restringe ad una larghezza inferiore al metro ed il lungo ripido canale con alberi.

In questo tratto i segni non mancano ed oltre ai bolli gialli che ormai ci accompagnano da qualche tempo ogni tanto fanno capolino anche quelli bianco-rossi: meglio non farsi mancare nulla, no?


Appena usciti dal "canalino", uno sguardo a "Isola Fossara"... 

... uno a Nord... 

... ed uno a Sud. Grazie delle tre foto a William Talevi.

E si prosegue, alternando questo lunga progressione di traverso con dei tornanti: questo tratto sembra non finire mai...
Finalmente i nostri sforzi vengono premiati ed in prossimità di un grosso intaglio il sentiero sterza all'improvviso portandoci sulla sommità del crinale erboso (1210m) la cui estremità a Sud è data dalla vetta del "Corno del Catria".
Ed il premio che ci viene offerto non è solamente dato dalla gioia di aver superato un bellissimo percorso, no, c'è molto di più...
Appena arrivato in cresta noto con la coda dell'occhio un movimento alla mia sinistra, non faccio in tempo a voltarmi che vedo spiccare in volo una bellissima aquila reale!
Che meraviglia!
"William, l'hai vista anche tu? Si Gianluca, è magnifica!"
Rimaniamo ammaliati da questa visione e per qualche istante il nostro sguardo rimane incollato alle traiettorie compiute da questo superbo animale, quello che sta in cima alla catena alimentare, come ci hanno insegnato a scuola.
Bello, bello, bello, bello! Mi spiace solo che avevo la action-camera spenta... Sarà per la prossima volta, d'altronde non eravamo preparati a questo e stavamo facendo troppo rumore.



Panoramica video girata poco sopra la vetta del "Corno del Catria". Grazie del filmato a William Talevi.

E' giunto il momento di effettuare una piccola pausa e William si ferma (anche per far riposare il ginocchio che non gli darà più alcun fastidio fino alla fine dell'escursione): io ne approfitto per compiere il breve tragitto che mi porterà fino alla cima del "Corno del Catria". 



Obbligatorio scendere sulla vetta del "Corno del Catria". Grazie della foto a William Talevi.

Per fare questo devo scendere di circa 200m in direzione Sud, tragitto che compio in meno di 5 minuti tale è l'entusiasmo: arrivo in prossimità dell'omino di pietre  che ne contraddistingue la vetta ed ammiro quanto di bello mi viene offerto...


La cresta del "Corno del Catria".

Ovviamente non posso fare a meno di soffermarmi sulla "Cresta del Catria" percorsa qualche ora prima. Visti da qui alcuni passaggi effettuati sono proprio arditi!


Omino di pietre sulla vetta del "Corno del Catria".

Scendo di qualche metro, arrivando proprio sul bordo dello strapiombo e noto su una roccia una sosta attrezzata: ci vuole proprio del fegato per salire da qui! 


Panorama mozzafiato!

Questo è l'arrivo della via "Un Mercoledì da leoni", uno dei molti percorsi di arrampicata che questa bellissima montagna offre, infatti proseguendo per pochi metri in direzione della vetta del "Monte Catria", raggiunta una selletta rocciosa sulla destra (verso il basso) si trova l’ancoraggio con catena (targhetta) e l’anello per la calata della via "Anello Castellani".


L'ancoraggio con catena del sentiero attrezzato "Anello Castellani".

Inizio la breve risalita verso il punto in cui William mi attende e di già la mente inizia a viaggiare: in una delle tante "scene" mi immagino mentre salgo per una di queste vie d'arrampicata... Chi vivrà vedrà!


Targa posta nei pressi della vetta del "Corno del Catria".

Raggiunto William mi tolgo lo zaino e mi siedo, una pausa è proprio necessaria!
Mangiamo, consultiamo le mappe per il proseguo del percorso e troviamo anche il tempo di farci un paio di fotografie con l'autoscatto: questi momenti insieme vanno suggellati.



In posa, una foto insieme non può mancare! Grazie della foto a William Talevi.

Dopo una mezzora abbondante prepariamo armi e bagagli e siamo pronti per ripartire in direzione del bosco di faggi che si trova di fronte a noi guardando verso la vetta del "Monte Catria". 


La vetta del "Corno del Catria", sullo sfondo il "Monte Motette" e dietro il "Monte Cucco".

Prima di metterci in marcia però facciamo una brutta scoperta: dove sono finiti i bastoncini telescopici di William?


Veduta sul "Monte della Strega".

Ci guardiamo intorno, ma niente: probabilmente li avrà smarriti lungo il canale con alberi percorso scendendo dall'antecima del Corno, dove anche i miei (ben fissati) tendevano ad impigliarsi da tutte le parti; ed il bello è che stando sempre davanti non mi sono accorto che non erano infilati nel suo zaino...
Mannaggia, altra rogna, in questo modo, specie in discesa, questo non gioverà al suo ginocchio malconcio.



Il bosco che conduce al "Pian d'ortica".

Ormai è andata, è inutile a questo punto piangersi addosso. In pochi minuti raggiungiamo i primi alberi e dopo aver individuato e seguito una labile traccia per alcuni metri, giungiamo sulla strada forestale che dal rifugio "Boccatore" sale fino al "Pian d'Ortica".


"Isola Fossara" dalla "Costa del Catria".

Dopo aver percorso alcune centinaia di metri ci troviamo di fronte ad una bella sorpresa: un lungo tratto di strada è letteralmente sommerso dalla neve. Poco importa, vi saliamo sopra e fatto qualche metro decidiamo di salire sui prati alla nostra destra dove il terreno ne è sgombro.
Dopo pochi minuti, raggiungiamo il "Pian d'Ortica" (1374m, targa) le condizioni ridiventano normali: la pendenza della carrareccia cambia ed iniziamo la lunga discesa che ci condurrà fino alla "Fonte dell'Insollio" (1230m)

Proseguiamo quindi lungo la strada che si snoda lungo un bellissimo bosco di faggi ed in teoria dovremmo tagliare sulla sinistra evitando di percorrerne un lungo tratto ma non riusciamo ad individuare il bivio con il sentiero 51 del Monte Catria (segnalato anche come numero 34 del Parco del Monte Cucco): nessun problema si continua lungo la carrareccia.
Percorso un lungo tornante in direzione Sud, dopo alcune centinaia di metri  appare alla nostra destra una grossa cisterna interrata con a fianco un abbeveratoio asciutto: siamo giunti alla "Fonte dell'Insollio" e qui troviamo le indicazioni con segni bianco-rossi del sentiero 51 (o 34); le seguiamo, inoltrandoci nel bosco, continuando la nostra discesa.


La "Fonte dell'insollio" (1230m).

Dopo un breve tratto nel bosco il sentiero si apre alla nostra destra ed il panorama spazia dalla vetta del Catria, in alto, alla spettacolare "Balza dell'Aquila" che si trova proprio di fronte a noi. 


La "Balza dell'aquila" e più in alto la vetta del "Monte Catria".

A questo punto il sentiero devia bruscamente verso destra ed inizia a scendere con dei tornanti verso il sottostante "Piano Sant'Angelo": ci troviamo nell'estremità settentrionale della "Costa del Catria" e i suoi alti speroni calcarei svettano di fronte a noi.


La parte iniziale della "Costa del Catria" a Nord.


Il "Monte della Strega" da poco sopra  "Piano Sant'Angelo".


Giunti al "Piano Sant'Angelo" ci ritroviamo in mezzo ad una miriade di tracce secondarie, questo però non rallenta la nostra marcia: dobbiamo proseguire verso Sud, tenendo la "Costa Grande" alla nostra destra. 


Intrico di sentieri lungo il "Piano Sant'Angelo". Grazie della foto a William Talevi.

Dopo pochi minuti raggiungiamo l'estremità meridionale del "Piano Sant'Angelo", culminante con una collinetta, dove ritroviamo, scendendo a destra, la traccia da seguire che d'ora in poi sarà il "Sentiero Italia". Attraversiamo il grosso canalone che separa il "Piano Sant'Angelo" dal "Piano delle quaglie" seguendo una carrareccia che prosegue in leggera salita sempre alla nostra destra.


Formazioni rocciose stratificate, sullo sfondo il "Monte della Strega". Grazie della foto a William Talevi.

Raggiungiamo il "Piano delle quaglie", un'ampia prateria dove abbiamo la fortuna di incontrare moltissimi cavalli al pascolo: una piccola pausa, proprio piccolissima per scattare alcune fotografie alla "Costa Grande", al "Corno del Catria" ed alle montagne che a Sud e ad Est si possono ammirare da quest'altopiano e poi di nuovo in marcia.
Raggiunta una piccola costruzione con annessa fonte, orientativamente posizionata al centro del "Piano delle quaglie", proseguiamo, in direzione Sud, per un canalone scendendo prima lungo il suo bordo destro e poi alternando tra i due versanti. Raggiunta una carrareccia proseguiamo alla nostra sinistra fino a raggiungere nuovamente l'abitato di "Isola Fossara".
Vicino alle nostre auto parcheggiate troviamo una panchina dove ci abbandoniamo, letteralmente...
E' stata una bella avventura e William è stato un ottimo compagno di viaggio, sicuramente il nostro sodalizio non terminerà qui. Vogliamo andare in un bar, a bere qualcosa insieme per suggellare questi momenti, ma sfortuna vuole che quello che avevamo visto stamattina durante il nostro arrivo in paese abbia chiuso i battenti da qualche mese...
Vorrà dire che brinderemo alla fine della nostra nuova escursione insieme!



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Galleria foto e video

Il "Corno del Catria" sulla sinistra e la "Costa del Catria" che prosegue a destra.

Attacco della cresta del "Corno del Catria".

La parte terminale della cresta ed il "Corno del Catria. Grazie della foto a William Talevi.


Evidenziato in rosso il percorso dalla sella "Erbosa", posta tra antecima e vetta del "Corno del Catria" ed il "canalino" (passaggi di II°) che conduce al lungo traverso della "Costa del Catria".

Si aprono del danze! Grazie della foto a William Talevi.


Primi tratti ancora erbosi della cresta del "Corno del Catria", sullo sfondo il "Monte Motette".

Da questo punto la cresta diventa rocciosa ed aerea. Grazie della foto a William Talevi.


Omino di pietre.

Il sottoscritto, sullo sfondo il "Corno del Catria". Grazie della foto a William Talevi.


Mani a terra!

La bella cresta da percorrere tutta d'un fiato! Grazie della foto a William Talevi.


Equilibrismi in cresta!

In posa! Grazie della foto a William Talevi.

Panoramica video dalla cresta. Grazie del filmato a William Talevi.

Uno sguardo verso Sud-Est. Grazie della foto a William Talevi.

Per poi tornare all'obiettivo principale, ossia la paretina! Grazie della foto a William Talevi.

Si scende di qualche metro e si affronta la "paretina"! Grazie della foto a William Talevi.


In posa dopo aver affrontato la "paretina" (passaggi di II grado).

Affrontiamo questo tratto come l'Aiguille de Bionnassay? Grazie della foto a William Talevi.

No, meglio di no! Nella foto alpinisti alle prese con l'attraversamento della sottilissima cresta della "Aiguille de Bionnassay" (4052m) sul Massiccio del Monte Bianco. Foto dal Web.


Meglio scendere sulla sinistra e salire di traverso: detto... fatto! Grazie della foto a William Talevi.


William all'inizio del tratto attrezzato con fune.


In questo punto la cresta è larga meno di un metro...

L'inizio del canale con gli alberi (per la verità un po' pochi e radi...). Perché non ho usato la corda che avevo nel mio zaino? Grazie della foto a William Talevi.

Appena fuori dal canale con alberi. Grazie della foto a William Talevi.

Poco sopra la "sella erbosa". Grazie della foto a William Talevi.

Verso il "canalino", tra il "Corno del Catria" sulla sinistra ed uno sperone roccioso a destra. Grazie della foto a William Talevi.

All'ingresso della base del "Corno del Catria". Grazie della foto a William Talevi.

Da qui partono molte vie di arrampicata. Grazie della foto a William Talevi.

All'ingresso della base del "Corno del Catria".


All'ingresso della base del "Corno del Catria", la targhetta infissa sulla roccia.

Sullo sfondo il "canalino" (passaggi di II grado).

Il "canalino".

Arrampicando per il canalino, si vede che mi sto divertendo? Grazie della foto a William Talevi.

Evidenziato in rosso il percorso in cresta dalla paretina (passaggi di II°) fino alla sella "Erbosa" posta tra l'antecima e la vetta del "Corno del Catria" : da notare il tratto attrezzato con fune in prossimità del punto in cui la cresta si restringe ad una larghezza inferiore al metro ed il lungo ripido canale con alberi.


L'antecima del "Corno del Catria". Sulla sinistra si vede molto bene il canale con alberi percorso in discesa.

Appena usciti dal "canalino", uno sguardo a "Isola Fossara"... Grazie della foto a William Talevi.

... uno a Nord... Grazie della foto a William Talevi.

... ed uno a Sud. Grazie della foto a William Talevi.


Panoramica video girata poco sopra la vetta del "Corno del Catria". Grazie del filmato a William Talevi.

Finalmente sulla cresta! Grazie della foto a William Talevi.

Obbligatorio scendere sulla vetta del "Corno del Catria". Grazie della foto a William Talevi.


La cresta del "Corno del Catria".


Omino di pietre sulla vetta del "Corno del Catria".

Panorama mozzafiato!


Veduta aerea sulla cresta del "Corno del Catria".


Dalla cima del "Corno del Catria" vista sui "Balzi degli Spicchi" e sulla vetta del "Monte Catria".


Attacco del sentiero attrezzato "Anello Castellani".


Targa posta nei pressi della vetta del "Corno del Catria".

In posa, una foto insieme non può mancare! Grazie della foto a William Talevi.

Autoscatto! Grazie della foto a William Talevi.


Veduta sul "Monte della Strega".


La vetta del "Corno del Catria", sullo sfondo il "Monte Motette" e dietro il "Monte Cucco" .


Il bosco che conduce al "Pian d'ortica".


"Isola Fossara" dalla "Costa del Catria".


La "Fonte dell'insollio" (1230m).


La parte iniziale della "Costa del Catria" a Nord.


La "Balza dell'aquila" e più in alto la vetta del "Monte Catria".


La Nord del "Monte Catria" e la "Balza dell'aquila".

In marcia! Grazie della foto a William Talevi.


Contrasti: la "Costa del Catria" dal "Piano Sant'Angelo".


Il "Monte della Strega" da poco sopra  "Piano Sant'Angelo".

Intrico di sentieri lungo il "Piano Sant'Angelo". Grazie della foto a William Talevi.

Formazioni rocciose stratificate, sullo sfondo il "Monte della Strega". Grazie della foto a William Talevi.