Ventisei Luglio 2015
Partenza da Campo Imperatore (2130m) ore 7:33
Rientro a Campo Imperatore ore 17:20
Durata escursione 9h 47'
Lunghezza tragitto: 15 Km circa
Grado di difficoltà: EE, EEA, PD passaggi di II continuativi su roccia molto friabile di cui un paio esposti (uno poco sotto la Forchetta del Calderone e uno poco prima del raggiungimento della Vetta Centrale). Presente anche un III grado all'inzio dell'ascesa verso la forchetta del Calderone non rilevato lo scorso anno (frana ...?).
Dislivello in salita: 850mDislivello in discesa: 841m
Vette raggiunte: 2875m Torrione Cambi, 2893m Vetta Centrale Corno Grande
Inizio arrampicata, tratto attrezzato, ore 9:07
Fine arrampicata, Vetta Centrale, ore 11:49
Inzio disarrampicata, Vetta Centrale, ore 12:18
Fine disarrampicata, ghiacciaio del Calderone, ore 14:54
"... Di buon passo raggiungiamo la "Sella di Monte Aquila" (2335m) e quella di "Corno Grande"(2421m) poi. Salendo a zig zag raggiungiamo il "Sassone" e dopo pochi minuti siamo ad un bivio: procedendo sulla sinistra (segnali verdi) si va per la "Via Direttissima", il nostro obiettivo; procedendo sulla destra si va verso il "Belvedere", la "Comba", la "Forchetta del Calderone", il "Grande Terrazzo"... La "Vetta Centrale"!...".
Due settimane fa, durante l'ascesa per "Via Direttissima" sulla "Vetta Occidentale" del Corno Grande (Vetta Occidentale del Corno Grande del Gran Sasso per la via "Direttissima"), nei pressi del bivio citato pocanzi, qualcosa era scattato in me: lì per lì non me ne ero accorto, ma col passare dei giorni l'idea prende sempre più corpo.
Il famoso "bivio"...
Devo tornare sulla "Vetta Centrale", ho questo impulso che mi spinge a farlo: vi sono salito meno di un anno fa, ma questo è irrilevante, ho un conto in sospeso con quella cima. Ovviamente andremo anche al "Cambi".
Questa volta, sempre con Mirko, non partiamo particolarmente presto, non ci saranno problemi di traffico e/o caduta sassi lungo il percorso, questa via non è molto frequentata.
Arriviamo sul tratto attrezzato e lì inizia il divertimento: conoscendo il percorso so perfettamente che questo è uno dei tratti più semplici da affrontare, quindi lo prendiamo con "spensieratezza" (diciamo con minore concentrazione, siamo sempre in Montagna!).
Uno dei passaggi più belli della ferrata del "Belvedere".
Intanto arriviamo alla "Comba", solo un piccolo tratto è innevato e la piccozza ed i ramponi che abbiamo portato con noi ancora non servono.
La "Comba"
Al bivio per il Bivacco "Bafile" incontriamo altri alpinisti, ma nessuno seguirà il nostro stesso percorso.
Il Bivacco "Bafile" visto dalla "Comba".
Iniziamo a salire per il lungo canale che ci porterà alla "Forchetta del Calderone"(2790m) e subito incontriamo una parete, formata da un grosso masso che non ricordo dall'escursione effettuata lo scorso anno (Vetta Centrale del Corno Grande del Gran Sasso d'Italia) probabilmente durante il disgelo si è verificata una frana che ha modificato la conformazione del canale: un bel III grado, ci siamo dovuti tirare su a forza di braccia.
L'ascesa procede senza intoppi, a breve però inizieranno le vere difficoltà: raggiungiamo infatti un grosso masso posto al centro del canale, superabile salendo sulla sinistra e passando nella stretta fessura tra la parete del canale ed il masso stesso (II grado).
Poco prima dei punti critici 2 e 3 lungo il canale che porta alla "Forchetta del Calderone".
Punto non particolarmente esposto ma molto arduo e faticoso da superare specie se sulle proprie spalle lo zaino è carico di ogni tipo di attrezzatura: penso alla piccozza ed ai ramponi portati a livello precauzionale, ma che non è stato necessario usare e non useremo.
Immagine dell'escursione del Vetta Centrale del Corno Grande del Gran Sasso d'Italia: cerchiati in rosso i due punti topici ossia il masso posto al centro del canale e la cresta esposta.
Non si fa in tempo a riprendere fiato che si deve affrontare il punto forse più rischioso dell'intera via: una cresta non particolarmente ripida ma abbastanza lunga e molto esposta. Fortunatamente la roccia in questo tratto è buona (II grado).
Il mio arrivo sulla "Forchetta del Calderone" (2790m): dall'espressione si vede che sono un po' teso, vero?
Il passaggio sulla cresta ti toglie letteralmente il fiato.
Siamo finalmente sulla "Forchetta del Calderone" dove ci concediamo una breve pausa. Intanto si è aggiunto a noi Luigi, un alpinista con cui condivideremo il resto dell'escursione.
Ci godiamo il paesaggio, siamo sopra il "Calderone", alcune persone (grandi come formiche!) ci notano e subito ci salutano: è bello trovarsi qui, non è da tutti. Il rifugio "Franchetti" è molto lontano, in basso.
Iniziamo a scendere per alcuni metri zizagando per facili roccette in direzione del ghiacciaio, fino a risalire per una piccola paretina: siamo sul "Grande Terrazzo", l'inclinazione è impressionante.
Ci godiamo il paesaggio, siamo sopra il "Calderone", alcune persone (grandi come formiche!) ci notano e subito ci salutano: è bello trovarsi qui, non è da tutti. Il rifugio "Franchetti" è molto lontano, in basso.
Ciao a tutti!
Il "Grande Terrazzo": Mirko e Luigi in lontananza.
"Via della Coppitana", questo sta scritto sulla parete del "Torrione Cambi", questo è il nome della via che ci condurrà fino al bivio con la via "Gualerzi". Iniziamo così la salita del "Canale Gualerzi", una lunga fessura inclinata verso destra che ci porterà fino alla Forchetta omonima: qui la roccia è pessima (II grado).
In pochi minuti siamo sulla "Forchetta Gualerzi"(2840m), in bilico tra due mondi: da un lato il "Ghiacciaio del Calderone", il "Corno Piccolo", il rifugio "Franchetti"; dall'altro il "Bivacco Bafile", un piccolo puntino rosso, e la sottostante "Valle dell'Inferno".
Vista su di un piccolissimo "Franchetti" dalla "Forchetta Gualerzi" (2840m).
Non perdiamo tempo e salendo verso destra, prendendo un facile sentiero di buona roccia (anche se esposto), superando una "paretina" (bel passaggio di II grado), arriviamo in cima al Torrione Cambi (2875m), o meglio Luigi lo fa con tutti i crismi: Mirko rimane dietro, io mi affaccio sulla vetta cinque secondi cinque e scendo subito in fretta, seguito a ruota dagli altri, il tempo sta peggiorando e qui non ci sono vie di fuga.
Dall'anticima del "Torrione Cambi", vista sul "Calderone".
Tornati sulla "Forchetta Gualerzi", scendendo a sinistra per una trentina di metri in direzione Sud ("Valle dell'Inferno"), arriviamo all'imbocco dell'ultimo canale che ci porterà alla vetta. Non particolarmente difficile, il problema è dato dalla roccia che è pessima ed instabile e se si scivola si arriva direttamente al Bivacco "Bafile"... volando!
Il lungo canale che porta quasi alla sommità della Vetta Centrale inizia con un masso incastrato (si passa sotto), da lì si sale per una trentina di metri su roccia discreta, passaggi di II grado. Una volta usciti dal canale si deve affrontare un breve spigoletto non particolarmente ripido ma esposto: il problema è la roccia che è molto instabile. Superato quest'ultimo ostacolo, dopo un canalino di pessima roccia, si è in cima ("Vetta Centrale", 2893m)!
Foto di rito, un piccolo spuntino, e siamo pronti per iniziare la discesa: a differenza della mia volta precedente, grazie a Luigi abbiamo una corda, e siamo fermamente intenzionati ad utilizzarla! Ridiscendiamo in libera fino all'imbocco del canale sommitale (circa 20m) dove sulla sinistra troviamo la prima sosta: con un unico tiro arriviamo al di sotto del masso incastrato. Si, è molto meglio così, godiamoci le altre tre calate che ci aspettano!
Vetta Centrale (2893m)!
Prima calata, nei pressi del masso incastrato.
Risaliamo fino alla "Forchetta Gualerzi" con non poche difficoltà (maledetto sfasciume!), e attrezzata la seconda sosta iniziamo la seconda calata fino al "Grande Terrazzo".
Maledetto sfasciume! Il "Bafile" lontanissimo...
Con altre due calate siamo sopra l'ultima cengia sul "Calderone": ci possiamo rilassare, dopo avere affrontato questo, tutto il resto sembra banale (a dire la verità rimane il tratto attrezzato sul "Passo del Cannone", non per il tratto attrezzato in se, ma per il fatto che i tiranti del cavo metallico sono quasi tutti spezzati!).
Poco fa eravamo in cima a quelle due vette!
Attraversata la morena del "Calderone" risaliamo verso il "Passo del Cannone"(2679m): a destra lasciamo il sentiero che scende verso la "Sella dei due Corni" (2575m).
Dalla "sella dei due Corni", vista su un "Corno Piccolo" parzialmente coperto dalle nuvole.
Giunti al "Passo del Cannone" scendiamo per una cresta: nell'ordine oltrepassiamo sulla sinistra il bivio della la Via Normale per la "Vetta Occidentale", il bivio della "Via delle Creste" sempre per la "Vetta Occidentale", mentre sulla destra, poco prima di giungere alla "Sella del Brecciaio" (2506m), il bivio per la "Ferrata Brizio" (affrontata nell'Agosto del 2003, già in pessime condizioni, chissà come sarà adesso... magari la prossima estate...).
Poco dopo arriviamo alla "Sella di Monte Aquila" (2335m) e in breve tempo siamo nuovamente a "Campo Imperatore", una bella birra ci sta aspettando...
Parte del percorso tratta dalla traccia GPS registrata durante l'escursione.
Riassumendo:
1 - Subito dopo il bivio per il Bivacco "Bafile", in direzione della "Forchetta del Calderone", c'è una parete, formata da un grosso masso che non ricordo dall'escursione effettuata lo scorso anno (27 Settembre 2014), probabilmente durante il disgelo si è verificata una frana che ha modificato la conformazione del canale: il punto in oggetto è classificabile come III grado, ci si deve tirare su con la forza delle braccia. Roccia buona.
2 - Prima dell'arrivo alla "Forchetta del Calderone" si incontra un grosso masso posto al centro del canale, superabile salendo sulla sinistra e passando nella stretta fessura tra la parete del canale ed il masso stesso: punto non particolarmente esposto ma molto arduo
da superare specie se sulle proprie spalle lo zaino è carico di ogni ben di Dio (racchette, piccozza, corda etc... etc..). Roccia buona, II grado.
3 - Subito dopo il punto di cui sopra, si affronta una cresta non particolarmente ripida ma abbastanza lunga e molto esposta. Fortunatamente la roccia in questo tratto è buona. II grado.
4 - Scesi dalla "Forchetta del Calderone", arrivati alla Via "Gualerzi" percorrendo il grande Terrazzo si deve affrontare la salita del Canale "Gualerzi", una lunga fessura inclinata verso destra che porta fino alla Forchetta omonima. Roccia molto friabile. II grado.
5 - Dalla "Forchetta Gualerzi", salendo verso destra, prendendo un facile sentiero di buona roccia (anche se esposto), superando una paretina, si arriva in cima al "Torrione Cambi" (2875m). Non difficile, ma esposto, roccia buona. II grado.
6 - Dalla "Forchetta Gualerzi", scendendo a sinistra per una trentina di metri in direzione Sud (Valle dell'Inferno), si arriva all'imbocco dell'ultimo canale che porterà poi alla vetta. Non particolarmente difficile, il problema è dato dalla roccia che è pessima ed instabile e se si scivola si arriva direttamente al Bivacco "Bafile"... volando!
7 - Il lungo canale che porta quasi alla sommità della vetta Centrale inzia con un masso incastrato (si passa sotto) e si prosegue salendo: roccia discreta, passaggi di II grado.
8 - Una volta usciti dal canale si deve affrontare una breve cresta non ripida ma molto esposta: il problema è la roccia che è molto instabile. Superata quest'ultima, dopo un canalino di pessima roccia, si è in vetta (Vetta Centrale 2893m).
9 - Disarrampicando in libera, le difficoltà sono maggiori rispetto alla salita. Particolarmente ardua è la discesa per la piccola cresta vicino alla sommità e per il "Canale Gualerzi". Scendendo poi per la "Via Gualerzi" dal "Grande Terrazzo" in direzione ghiacciaio del "Calderone", procedendo all'interno della grande fessura, oltre alle difficoltà tecniche (II grado) si deve prestare attenzione alla roccia che è molto instabile: appigli che non tengono, caduta sassi etc... etc...
Momenti salienti in un collage video
Link per album Fotografico su Google Foto
Galleria Fotografica
All'inizio del sentiero attrezzato, è giunto il momento di indossare i dispositivi di sicurezza.
Lungo il sentiero attrezzato, bel tratto esposto.
Ultimo tratto delle funi metalliche, vista mozzafiato!
Il "Bafile" sullo sfondo dalla "Comba".
Poco prima dei punti critici 2 e 3 lungo il canale che porta alla "Forchetta del Calderone".
Mirko sulla "Forchetta del Calderone" (2790m).
Finalmente arrivo anche io: dall'espressione si vede che sono un po' teso, vero?
Il passaggio sulla cresta ti toglie il fiato.
Il grande Terrazzo (l'inclinazione è questa!) o "Via della Coppitana" come scritto sulla parete del "Torrione Cambi" all'inizio della parte di sentiero che si svolge lungo il "Grande Terrazzo".
Immagine dell'escursione del 27 Settembre 2014 - Escursione Vetta Centrale Corno Grande Gran Sasso d'Italia.
Immagine dell'escursione del 27 Settembre 2014 - Escursione Vetta Centrale Corno Grande Gran Sasso d'Italia.
Avanzata (difficoltosa) lungo la "Via Gualerzi".
Scendendo dal Torrione Cambi, trovi qualcuno che riesce ad osare più di
te:
un gruppo, con guida alpina, che stava concatenando le quattro cime del Corno Grande.
La Vetta!
Insieme a Mirko: piccolo spuntino poi si disarrampica.
Prima calata in corda doppia: Mirko sta per passare sotto il "Masso incastrato".
Dalla "Forchetta Gualerzi" (2840m), difficile risalita su ghiaione: in compenso la vista
sul "Bafile" e sulla "Valle dell'Inferno" ripaga di tutte le fatiche finora affrontate.
Dalla "Forchetta Gualerzi" vista sul camino sommitale, si passa sotto il "masso
incastrato", passaggi di II grado. Siamo saliti e scesi da lì?!?!?!
Luigi che ripone la corda prima delle successive calate.
Seconda calata in corda doppia di Mirko lungo il "canale Gualerzi".
Ancora la seconda calata in doppia.
Terza calata in doppia: sullo sfondo il "Calderone" (quel poco che ne resta).
Bellissima vista dal "Calderone" sul "Torrione Cambi" e su parte della "Vetta Occidentale".
Calate in doppia
n.4 effettuate con corda singola da 80m (tiri da 40m), utilizzate 4 soste attrezzate:
- Sosta n.1, attrezzata con 2 split e catena, posta poco sotto la sommità della Vetta Centrale (circa 20m sotto la vetta sulla sinistra lungo il sentiero), con un tiro da 40m si arriva al di sotto del masso incastrato;
- Sosta n.2, attrezzata con 1 split, 1 anello ed un cordino, posta sulla Forchetta Gualerzi lato ghiacciaio del Calderone lungo il sentiero sulla sinistra, con un tiro da 40m si arriva al di sotto del Grande Terrazzo;
- Sosta n.3, attrezzata con 2 split ed un cordino, posta appena sotto il Grande Terrazzo, lungo il sentiero sulla destra, con un tiro da 40m si arriva abbondantemente alla sosta successiva posta lungo la Via Gualerzi;
- Sosta n.4, attrezzata con 2 split ed un cordino, posta all'incirca a metà della Via Gualerzi sulla destra, con un tiro da 40m si arriva sopra all'ultima cengia sopra il ghiacciaio del Calderone.
Il materiale presente nelle soste sopra descritte è in ottimo stato.
Lungo la via, nei punti più impegnativi, sono fissati alla roccia alcuni split con anello utili per fare sicura durante l'ascesa.
Considerazioni finali:
Sentiero
alpinistico molto impegnativo sia a livello fisico che mentale, specie
se per la discesa si sceglie di disarrampicare in libera: il livello di
concentrazione da tenere deve essere sempre alto sia per le difficoltà
tecniche che per la roccia che è quasi sempre instabile.
Affrontato l'anno scorso (27 Settembre 2014 - Escursione Vetta Centrale Corno Grande Gran Sasso d'Italia) arrampicando e disarrampicando in libera, ed il 26 Luglio 2015 salendo in libera e calandomi in corda doppia: esperienza sicuramente da rivivere, scegliendo però come opzione quella della discesa in corda doppia. La discesa risulterà meno veloce (la prima volta impiegammo 7h e 9', mentre la seconda 9h 47') a causa della preparazione delle calate: scendendo in doppia però i rischi diminuiscono (bisogna sempre stare attenti alla caduta dei sassi e/o massi!).
Affrontato l'anno scorso (27 Settembre 2014 - Escursione Vetta Centrale Corno Grande Gran Sasso d'Italia) arrampicando e disarrampicando in libera, ed il 26 Luglio 2015 salendo in libera e calandomi in corda doppia: esperienza sicuramente da rivivere, scegliendo però come opzione quella della discesa in corda doppia. La discesa risulterà meno veloce (la prima volta impiegammo 7h e 9', mentre la seconda 9h 47') a causa della preparazione delle calate: scendendo in doppia però i rischi diminuiscono (bisogna sempre stare attenti alla caduta dei sassi e/o massi!).
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