Dedicato alla memoria di Stefano e Romolo
Ventuno Agosto 2015
Partenza da rifugio "Croz dell'altissimo" ore 6:21
Rientro al rifugio "Croz dell'altissimo" ore 15:43
Durata escursione 9h 22'
Distanza percorsa: 24.0 Km circa
Grado di difficoltà: EEA
Quota max raggiunta 2770m, spigolo Est della "Torre di Brenta"
Dislivello in salita: 1319m
Dislivello in discesa: 1319m
Inizio arrampicata, attacco "Bocchette Centrali", ore 8:40
Fine arrampicata, attacco ferrata "spellini" ore 13:16
Dolomiti di Brenta su Wikipedia
Via delle Bocchette su Wikipedia
Quattro giorni dopo il "fiasco" precedente ("Cima Roma", "Cima della Vallazza" e "Bocca di Tuckett" delle Dolomiti di Brenta) sono di nuovo in pista, questa volta il tempo dovrebbe tenere almeno fino al primo pomeriggio, per non rischiare nulla quindi ho deciso di modificare il percorso previsto: sarà più breve rispetto a quello della volta scorsa. Percorrerò l'anello in senso orario salendo dal rifugio "Croz dell'altissimo" fino ai rifugi "Tosa e Pedrotti", da qui la "Bocca di Brenta", il sentiero delle "Bocchette Centrali", la "Bocca degli Armi", il sentiero "Spellini", il sentiero "Orsi" e da qui nuovamente al rifugio "Croz dell'alissimo": non male come giro, speriamo di non essere respinti nuovamente.
Inizio l'ascesa, anche stavolta sono da solo, e subito sono preso da un turbinio di emozioni: affrontai parte di questo sentiero per la prima volta nel 1986 e poi nel 1988 insieme a delle persone che purtroppo oggi non ci sono più.
Mi riferisco al mio amico Stefano e a mio cugino Romolo, due figure molto importanti della mia vita, scomparsi prematuramente: Stefano in un incidente proprio in montagna; Romolo in uno automobilistico. Durante l'ascesa quindi ho vissuto una sorta di catarsi emotiva: rivedendo certi posti sono riaffiorati ricordi ed emozioni che erano rimasti in attesa da quel tempo.
Ogni luogo è stato un catalizzatore di ricordi, aneddoti, emozioni e salire in solitaria ha accentuato maggiormente questa sensazione di continuo dejavù.
In un paio d'ore, seguendo il sentiero 319, sono al rifugio "Pedrotti": un succo ed una fetta di strudel e via di nuovo.
In pochi minuti sono alla "Bocca di Brenta"(2552m), scendo leggermente, indosso imbragatura, caschetto e guanti ed inizio con la prima scala di ferro.
Da lì è un susseguirsi di emozioni: gli scenari sono da capogiro e l'avanzare è sempre intenso ma non eccessivamente arduo. Una successione di scale mi consente di aggirare da ovest la "Cima Brenta Alta": percorrendo una cengia naturale arrivo alla "Bocchetta del Campanile Basso" (2620m).
Ci si affaccia su degli strapiombi spaventosi, però trovo il tempo di soffermarmi ad osservare degli scalatori che stanno arrampicando sul "Campanile Basso" per la via Normale.
Arrivo alla "Bocchetta Bassa degli Sfulmini", da lì risalgo lo "Spigolo della Torre di Brenta" (2770m), giungendo alla "Bocchetta del Campanile Alto". Per cengia giungo alla "Bocchetta Bassa degli Sfulmini" prima e alle "Torri degli Sfulmini" poi, proseguendo fino alla "Bocchetta Alta degli Sfulmini". Ora il sentiero aggira la "Torre di Brenta", e siamo sul punto più bello e famoso del sentiero: si è in parete, sopra un sentiero strettissimo ed il nulla alle proprie spalle.
Purtroppo il tempo inizia a peggiorare: mi fermo, aspettando uno squarcio di sereno tra le nuvole, stavolta le immagini non devono mancare.
Riparto e dopo pochi minuti giungo al dente di roccia che sovrasta la "Bocca degli Armi"(2749m). Si discende con una calata di scale metalliche alternata a cavo.
Vorrei proseguire per le "Bocchette Alte", la tentazione è forte, ma reggerà il tempo? Decido di non correre rischi e di attenermi al percorso preventivato, tornerò sicuramente!
Inizio quindi la mia discesa per la ferrata "Spellini", un nuovo percorso inaugurato nel 2011 classificato di difficoltà medio/alta (le "Bocchette Centrali" sono classificate di difficoltà media). Un breve tratto di cavo metallico e poi via con la prima lunga scala: la pendenza è negativa e la discesa risulta essere molto faticosa. Discendo ancora per altre due scale meno impegnative e poi arrivo alla parte più "acrobatica" del sentiero, un breve traverso molto tecnico ed ardimentoso: bellissimo da superare!
Scendo per l'ultima scala, ancora cavo metallico fino ai piedi dell’Avancorpo Sud della "Cima degli Armi" (2590m) e poi per detriti morenici giungo alla "Busa degli Sfulmini" (2375m): mi giro, anche se alcune nuvole nascondono certi particolari, il panorama è stupendo e la vista spazia dalla "Brenta Alta", al "Campanile Basso"(2877m), al "Campanile Alto"(2937m), fino alla "Cima degli Armi"(2951m).
Altre fotografie, un piccolo spuntino, mi tolgo l'imbragatura e mi avvio lungo il sentiero "Orsi" (segnavia 303) e lo seguo fino alla diramazione con il sentiero 319 che mi porterà nuovamente al rifugio "Croz dell'Altissimo": una birra ed un panino con speck e formaggio non me lo toglie nessuno!
Bella escursione, si è chiuso il cerchio, dopo questi tanti, forse troppi, anni trascorsi, tutto ha acquisito un senso di compiuto.
Dedico quanto vissuto a Stefano e Romolo, e alle due persone che sono entrate da poco nella mia vita: i miei due figli; magari la prossima volta tornerò insieme a loro, per aprire un nuovo cerchio.
Inizio l'ascesa, anche stavolta sono da solo, e subito sono preso da un turbinio di emozioni: affrontai parte di questo sentiero per la prima volta nel 1986 e poi nel 1988 insieme a delle persone che purtroppo oggi non ci sono più.
Agosto 1986, il "Croz del rifugio" (2615m).
Agosto 1988, Sentiero "Bocchette Centrali".
Agosto 1988, Sentiero "Bocchette Centrali".
Chiudiamo questa parentesi "sentimentale" e torniamo alla descrizione dell'escursione.In un paio d'ore, seguendo il sentiero 319, sono al rifugio "Pedrotti": un succo ed una fetta di strudel e via di nuovo.
Il rifugio "Pedrotti" (2461m).
Il "Croz del rifugio" (2615m).
"Bocchetta del Campanile Basso".
Alpinisti impegnati sul "Campanile Basso".
Con le nuvole basse c'era anche una sorta di inquietudine al mirare quell'abisso senza fine...
Il "Campanile Alto".
Ultime calate tramite scale e cavi fino alla "Bocca degli Armi".
Inizio quindi la mia discesa per la ferrata "Spellini", un nuovo percorso inaugurato nel 2011 classificato di difficoltà medio/alta (le "Bocchette Centrali" sono classificate di difficoltà media). Un breve tratto di cavo metallico e poi via con la prima lunga scala: la pendenza è negativa e la discesa risulta essere molto faticosa. Discendo ancora per altre due scale meno impegnative e poi arrivo alla parte più "acrobatica" del sentiero, un breve traverso molto tecnico ed ardimentoso: bellissimo da superare!
L'ultima delle quattro scale metalliche della ferrata "Spellini".
Vista di parte del percorso dai segnavia posti all'incrocio fra il sentiero "Orsi" e lo "Spellini".
Sentiero per l'infinito...
Dedico quanto vissuto a Stefano e Romolo, e alle due persone che sono entrate da poco nella mia vita: i miei due figli; magari la prossima volta tornerò insieme a loro, per aprire un nuovo cerchio.
Momenti salienti in un collage video
Link per album Fotografico su Google Foto
Si parte!
I primi raggi di sole sulle montagne.
Il rifugio "Selvata" (1630m).
Si intravede parte del percorso.
I rifugi "Tosa" e "Pedrotti" sullo sfondo.
Il rifugio "Pedrotti" (2461m).
Il "Croz del rifugio" (2615m).
Sulla "Bocca di Brenta"(2552m).
Attacco delle "Bocchette Centrali".
La cima "Tosa" sullo sfondo.
Bella cengia esposta!
La "Bocchetta del Campanile Basso" (2620m).
Qualcuno arrampica sul "Campanile Basso".
Ancora il "Campanile Basso", la storia dell'alpinismo.
Con le nuvole basse c'era anche una sorta di inquietudine al mirare quell'abisso senza fine...
L'abisso...
Le parole non sono necessarie.
Il sottoscritto con gli "Sfulmini" sullo sfondo.
Molveno, molto ma molto in basso.
Si, si scende da lì.
"Bocca degli Armi" (2749m).
Inizio della discesa, tramite la ferrata "Spellini".
20 minuti fa ero lassù!
L'ultima delle quattro scale metalliche della ferrata "Spellini". Evidenziato a destra il punto più impegnativo della ferrata: il traverso di cui ho parlato sopra. Evidenziato in alto, più piccolo, la terza scala.
"Selfie" con gli "Sfulmini" sullo sfondo, stanchissimo ma felice.
Vista di parte del percorso dai segnavia posti all'incrocio fra il sentiero "Orsi" e lo "Spellini".
Sentiero per l'infinito...
Come era fresca l'acqua di questa fonte!
La famosa parete del Croz dell'altissimo, altro pezzo di storia dell'alpinismo. Una fra le più impegnative del mondo, dove i migliori alpinisti di tutte le epoche si sono cimentati.
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