"E' la storia non colui che la racconta."
(Stephen King)
Prologo
Da "Cronache Maceratesi" del 24 Giugno 2016
"Muore cadendo in un dirupo, la vittima è un 50enne
Si è trasformata in tragedia quella che doveva essere una giornata da trascorrere sui monti. Stava tornando alla sua auto, dopo qualche ora passata in montagna, nei sentieri del Monte Bove, Massimo M., chimico romano di 50 anni che ha perso la vita ieri sera nel cuore dei monti Sibillini, scivolando in un dirupo e rotolando per circa 400 metri. Aveva deciso di trascorrere una giornata sui monti insieme a due amici con cui condivideva l’amore per la montagna e le passeggiate. Così ieri mattina, l’uomo è partito da Roma in compagnia di un’amica e un suo amico alla volta delle Marche, per rilassarsi e godersi qualche ora in tranquillità. (...)"
Ventotto Gennaio 2018
Come la mia ultima uscita nei Sibillini abbiamo lasciato le nostre macchine parcheggiate lungo la carrareccia che conduce agli impianti di risalita del Monte Cornaccione, presso Frontignano di Ussita, desolatamente fermi anche per questa stagione sciistica (che non ci sarà!?) dopo le scosse sismiche di fine 2016.
Come la mia ultima uscita nei Sibillini abbiamo lasciato le nostre macchine parcheggiate lungo la carrareccia che conduce agli impianti di risalita del Monte Cornaccione, presso Frontignano di Ussita, desolatamente fermi anche per questa stagione sciistica (che non ci sarà!?) dopo le scosse sismiche di fine 2016.
Indossata tutta l'attrezzatura ci mettiamo in marcia di buon passo iniziando questa che non sarà un'escursione come le altre: c'è una forte tensione, parzialmente stemperata dalle magnifiche condizioni del tempo, e le parole, che a malapena escono dalle nostre bocche, non risultano essere naturali; ognuno è isolato nei propri pensieri e si discute solo sul percorso che ci condurrà al nostro obiettivo.
Ci vorrà ancora un po' di tempo per giungere a Forca della Cervara (o Forcella della Neve, 1965m), e per fare questo dovremmo prima salire sulla vetta del Monte Bove Sud (2169m) e poi scendere per un'affilata cresta: ho portato con me 60m di mezza corda che ho intenzione di allestire come corda fissa in caso di necessità, vediamo come butterà la situazione...
Con questa sensazione di isolamento, come accade mio solito, quasi a compensare questo stato, la mente inizia a vagare ed io non posso che lasciarmi trasportare da questa cacofonia di suoni, voci, luoghi che mi conduce proprio dove è giusto che io sia...
Piccola parentesi musicale.
The Unforgettable Fire (Il Fuoco Indimenticabile)
Ice
Your only rivers run cold
These city lights
They shine as silver and gold
Dug from the night
Your eyes as black as coal
Walk on by
Walk on through
Walk 'til you run
And don't look back
For here I am
Carnival
The wheels fly and the colors spin
Through alcohol
Red wine that punctures the skin
Face to face
In a dry and waterless place
Walk on by
Walk on through
So sad to besiege your love... oh hang on
Stay this time
Stay tonight in a lie
I'm only asking but I
I think you know
Come on take me away
Come on take me away
Come on take me home
Home again
And if the mountain should crumble
Or disappear into the sea
Not a tear, no not I
Stay in this time
Stay tonight in...
Ever after, this love in time
And if you save your love
Save it all
Don't push me too far
Don't push me too far
Tonight
Tonight
Tonight
Ghiaccio
Solo i tuoi fiumi scorrono freddi
Queste luci di città
Brillano come argento e oro
Estratti dalla notte
I tuoi occhi sono neri come il carbone
Va avanti
Procedi
Va, corri
E non guardare indietro
Perché io sono qui
Carnevale
Le girandole volano ed i colori turbinano
Attraverso l'alcol
Vino rosso che punge la pelle
Faccia a faccia
In un posto arido e senz'acqua
Va avanti
Procedi
E' così triste assediare il tuo amore... e allora va avanti
Resta, questo è il momento
Resta questa notte nella menzogna
Non ti obbligo ma vorrei che mi capissi,
Vieni e portami via
Vieni, portami a casa
Vieni, portami a casa
A casa, di nuovo
E se la montagne dovessero sbriciolarsi
O sprofondare nel mare
Non una lacrima, no non io
Resta, questo è il momento
Resta questa notte nella menzogna
Per sempre dopo questo amore
E se vuoi centellinare il tuo amore
Non tenerlo tutto
Non farmi andare troppo oltre
Non farmi andare troppo oltre
Stanotte
Stanotte
Stanotte
Traccia 4 dell'album "The Unforgettable Fire" (1984) degli U2
Tutti i testi sono coperti da copyright e sono di proprietà degli autori.
"The Unforgettable Fire", il "Fuoco Indimenticabile", la title track dell'album omonimo degli U2 uscito la bellezza di 34 anni fa (Ottobre 1984) è la sintesi dell'anima di questo piccolo gioiello, il primo ad essere caratterizzato dalla collaborazione della band con Brian Eno. L'arrivo del produttore, già mente dei Roxy Music, accompagna il sound degli U2 lontano dalle regole del rock classico verso sonorità più raffinate e sperimentali. Bono ha detto che "The Unforgettable Fire è stato un disco deliziosamente sfuocato, sgranato come un quadro impressionista, molto diverso da uno slogan su di un tabellone pubblicitario".
Il titolo è quello di una mostra d'arte itinerante di quadri eseguiti dai superstiti della bomba atomica di Hiroshima, anche se poi il testo della canzone parla di tutt'altro: forse di una storia d'amore, ma non solo, poiché le liriche sembrano essere il collage di impressioni, di immagini che si muovono nella nostra mente, dove ognuno può dare la propria interpretazione.
Le parole infatti sono più simili ai sogni che alla poesia perché hanno un qualche tipo di significato che quando stiamo per comprenderlo non riusciamo ad afferrare: un tipo di scrittura potente ed emotiva, ricca di simboli e concetti presi a piene mani dalla Bibbia e dalla spiritualità, ma la ragione principale per cui questa canzone riesce a toccare il sublime è il flusso di coscienza che ci attraversa da essa generato.
Se proviamo a "pensare" attraverso questa canzone, allora il testo è riferito sicuramente ad una ragazza per la quale abbiamo lottato e sofferto; se proviamo a "sentire" invece attraverso "The Unforgettable Fire" ci troveremmo in un sogno ad occhi aperti, immersi in un nuovo mondo parlando con un altro tipo di linguaggio con la musica che "migliora" le immagini surreali che scorrono di fronte ai nostri occhi: viaggio, aridità, privazione, vino, sangue, desiderio, distruzione... simboli solo apparentemente slegati tra loro.
Chiusa parentesi.
Un messaggio appare a caratteri cubitali nella mia mente, quasi a ricalcare ciò che sta avvenendo: mai rimpiangere ciò in cui abbiamo creduto anche se ci diranno che abbiamo fallito.
Stavolta non sto scrivendo per me, l'incipit fornito da questo brano mi fa comprendere che in questa circostanza devo spostare l'angolo di osservazione con il quale normalmente cerco di interpretare quello che mi accade intorno: faccio parte del flusso ma il mio ruolo ora è quello di comprimario, di osservatore.
La relazione di questa "avventura" nei Sibillini non avverrà come al solito ossia con la descrizione del tragitto percorso corredato da dati quali tempi, dislivelli, distanze, sentieri seguiti ecc... No, stavolta "sentirò" attraverso il magnifico "viaggio" vissuto lasciando spazio alle immagini (vere!?) ed alle emozioni che l'hanno contraddistinto: felicità, coraggio, commozione, amicizia, stupore, gratitudine, tenacia, unione d'intenti...
Felicità
Siamo giunti sulla vetta del Monte Bove Nord e leggo la felicità nei nostri occhi: il cielo è terso e con lo sguardo riusciamo a riconoscere tutte le vette principali dell'Appennino Centrale: il Terminillo, Il Velino, i Monti della Laga, parte del Gran Sasso...
Francesco mi chiede: "Che monte è quello?"
Guardo Mirko e scambiato un segno d'intesa rispondo: "Quello è il mitico Monte San Vicino che con i suoi 1480m domina l'alta Valle dell'Esino, la nostra valle! Una delle prime montagne che abbiamo conquistato in condizioni invernali, salendo addirittura per la sua temuta parete Nord."
Bei ricordi di cui parliamo tra un boccone e l'altro, erano anni che non riuscivamo a mangiare sulla vetta di una montagna, invece oggi, grazie al tempo meraviglioso accade anche questo...
E' bello trovarsi qui ed è bello notare come tutto sia cambiato nel giro di poco tempo: sembra sia trascorsa una vita intera da quando siamo risaliti da Forca della Cervara e questo sentimento di gioia sembra crescere man mano che proseguiamo con il percorso che seguiremo per il ritorno toccando nell'ordine la vetta del Monte Bove Sud (nuovamente) ed il Monte Bicco, ennesimi tasselli che vanno ad incorniciare questa giornata che difficilmente dimenticheremo.
Coraggio
La cresta nevosa in questo punto è molto esigua e l'esposizione notevole ambo i lati: istintivamente i miei passi tendono ad andare verso destra, dove un'eventuale scivolata avrebbe minori (?!) conseguenze, ma è proprio su questo lato dove le probabilità di scivolare sono maggiori perché essendo esposto a Sud la neve è marcia e la tenuta dei ramponi molto bassa; viceversa sulla sinistra la neve è molto più dura e compatta ma di contraltare una caduta da questo lato non lascerebbe scampo alcuno...
Come al solito opto per la classica via di mezzo, ossia conficco il puntale della piccozza a sinistra mentre proseguo saggiando ogni passo tenendomi leggermente a destra.
Ci vuole coraggio ma sono entrato in uno stato mentale dove riesco a controllare alla perfezione ogni singolo movimento, l'istinto ha preso il sopravvento ed una strana euforia mi pervade: è una sensazione magnifica quella che attraversa ogni singola fibra del mio essere, quella di appartenere a se stessi e a tutto quello che ci circonda allo stesso tempo, attimi irripetibili...
Commozione
Siamo tutti e quattro raccolti sopra una piccola cengia, la piccola croce infissa sul terreno di fronte a noi, Antonella vi sta legando con un laccio lo scudetto delle 200 vette Appenniniche sopra i duemila metri raggiunte da Massimo... Trattengo a stento le lacrime, sono attimi di commozione, momenti intensi in cui di solito non provo alcuna vergogna nel mostrare le mie emozioni, stavolta però...
Con la mente sono già alle fasi di risalita lungo questo ripido pendio ricoperto di falasco bagnato e devo mostrarmi deciso, devo cercare di infondere sicurezza ai miei compagni, specie ad Antonella e Francesco che in questo momento vedo fragili in quanto più emotivamente coinvolti.
Il Maelstrom emozionale dentro di me aumenta in intensità ma devo convogliare le sue energie in un'unica direzione ossia quella che ci permetterà di tornare a casa sani e salvi...
Amicizia
Questa cosa ci ha unito, è fuori discussione che dopo un'esperienza del genere qualsiasi cosa accada nelle nostre vite questo giorno rimarrà indelebile nei nostri cuori.
Saliremo su altre cime, cambieranno i compagni di avventura, proveremo altre emozioni intense ma quando meno ce lo aspetteremo come un déjà vu ritorneremo a questo giorno e a quello che abbiamo provato e ci ha unito indissolubilmente.
Probabilmente faremo altre escursioni insieme, noi quattro, ma non sarà mai come stavolta perché noi non saremo più gli stessi di oggi: mentre scrivo queste righe già provo un sentimento di nostalgia per quanto avvenuto...
"Conosco vite della cui mancanza non soffrirei affatto - di altre invece ogni attimo di assenza mi sembrerebbe eterno."
(Emily Dickinson)
Stupore
Provo del sano stupore, era da tanto, forse troppo tempo che non assistevo ad un tramonto del genere, sembra che la natura stia allestendo uno spettacolo solo per noi...
Volgo lo sguardo a Sud-Est ed i "Monti Azzurri" si mostrano in tutto il loro splendore baciati dalla calda luce di un tramonto d'inverno: la neve sulle alte cime è di un tenue colore rosa che dona loro un che di etereo e celestiale.
Stiamo marciando verso Ovest, il disco del sole di fronte a noi, il colore predominante è il rosso e gli scenari mutano continuamente man mano il suo movimento lo porterà a nascondersi dietro l'orizzonte: attimi di infinito su questa terra...
Ogni tanto mi volto e la luna sta salendo alta ad oriente: spettacolo nello spettacolo, forse ce lo meritiamo, Antonella se lo merita.
"Sul cammino bianco,
alberi che nereggiano stecchiti;
sopra i monti lontani sangue ed oro…
Morto è il sole…
Che cerchi, poeta, nel tramonto?"
(Antonio Machado)
Gratitudine
Prima di risalire dalla cengia dove è posizionata la piccola croce Antonella ci ringrazia, uno ad uno, in maniera particolare me che ho reso possibile il suo ritorno in questo punto remoto dei Sibillini, ed io non potrò mai dimenticare quello che ho letto nel suo sguardo quando lo ha posato sui miei occhi: è proprio vero, sono lo specchio dell'anima, ed io nei suoi leggo una gratitudine immensa per aver in qualche modo alleviato un poco del suo dolore, ad aver contribuito alla chiusura di un cerchio rimasto aperto da troppo tempo.
Stavolta più del raggiungimento di una vetta è questo sentimento che mi scalda l'anima, è quello che ho visto negli occhi di Antonella che mi fa sentire un tutt'uno con questo mondo...
Stavolta più del raggiungimento di una vetta è questo sentimento che mi scalda l'anima, è quello che ho visto negli occhi di Antonella che mi fa sentire un tutt'uno con questo mondo...
Tenacia
Stiamo affrontando l'ultima ascesa della giornata, nuovamente sulla vetta del Monte Bove Sud, dove ivi giunti il percorso sarà tutto in discesa: la pendenza non è eccessiva ma dopo le forti emozioni sinora vissute c'è una certa rilassatezza nei nostri movimenti...
No, non dobbiamo mollare proprio adesso, dobbiamo continuare come fatto fino a questo momento: non c'è una ragione particolare dietro a questa mia motivazione, è un qualcosa che ho dentro che mi spinge, che mi dice di non far calare il ritmo, di mantenere la concentrazione alta. D'altronde c'è ancora parecchia strada da compiere prima di giungere nuovamente alle nostre auto: nel corso degli anni ho maturato la convinzione che l'escursione non termina neanche raggiunta l'automobile bensì giunti a casa!
In alcune circostanze, come in questo caso, per alleviare lo sforzo che è più mentale che fisico, inizio a giocare con il mio cervello tenendolo impegnato nel contare i passi... Se ripenso ad appena tre anni fa, a volte mi fermavo dopo 50 passi: quanta acqua è passata sotto i ponti!
Oggi, più che altro per attendere gli altri , mi sono fermato una volta raggiunti i 1000 di passi! Se non è tenacia questa... dove mi porterà tutto ciò?
Unione d'intenti
Ho appena raggiunto l'estremità della cresta, da qui non si va più avanti, almeno seguendo il suo filo: sono sopra un salto roccioso alto almeno una ventina di metri e di qui è impossibile passare; stesso discorso a sinistra, sopra la Val di Panico, dove il terreno innevato precipita in verticale per centinaia di metri...
La via è sulla destra, lo so per certo, bisogna trovare però il suo "accesso": provo a scendere leggermente, poggiando i ramponi sul falasco ma non riesco ad individuare alcunché, credo convenga aspettare gli altri.
Dopo pochi minuti Mirko mi raggiunge e decidiamo di iniziare a scendere sulla destra, lato Val Tenna, sopra il falasco reso bagnato dalla neve che si sta sciogliendo: "Mirko, tu vai avanti e vedi se riesci a trovare qualche segno del sentiero, dovrebbe essere qui, io intanto aspetto Antonella e Francesco!
Ok Gianluca, non ci dovrebbero essere problemi!
Occhio Mirko!"
Mirko inizia la delicata fase discesa per questo terreno che definire infido è un complimento mentre gli altri intanto mi hanno raggiunto: "Antonella, riesci a ricordare dove è posizionata la croce?
Guardiamo sulla traccia GPS che avevo registrato l'ultima volta che sono stata qui...
Dovrebbe essere lontana solo pochi metri da questo punto, verso la Val Tenna, guarda."
Mentre cerchiamo di vedere qualcosa sul dispositivo di Antonella, con la luce diretta del sole che non ci sta dando per niente una mano, Mirko, già sceso per una decina di metri, ci chiama: "Ho trovato un segno sopra una roccia! Aspettate! Ho visto la croce!"
"Avete sentito? Andiamo..."
Ce l'abbiamo fatta, l'obiettivo di questa "avventura", irraggiungibile fino a pochi istanti fa, dista solo alcuni metri da noi, grazie alla nostra unione d'intenti...
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