Ciao, sono Gianluca, un innamorato delle proprie passioni. L'avventura è il tema portante, intesa come distacco dalla realtà quotidiana, per immergersi in un contesto dove l'istinto predomina sulla razionalità; intesa come scoperta della verticalità, nel sentirsi completi quando si va sempre più su, sfidando le proprie paure ma contemplando l'abisso. In questo spazio sono condivise le mie esperienze, magari per invogliare qualcuno a ripeterle, magari per fornire qualche utile consiglio.


giovedì 8 marzo 2018

Balmenhorn 4167m, Corno Nero 4322m, Ludwigshöhe 4342m e Punta Gnifetti 4554 per le Vie Normali

"Quello che sto vivendo è un sogno che si ripete, emozioni che rimarranno impresse nel mio cuore e che mi daranno forza e coraggio quando ci saranno quei momenti in cui tutto sembrerà andare storto: la vita è fatta di tante piccole morti e di tante grandi rinascite, sta a noi cercare di prendere il meglio da ogni situazione, bella o brutta che sia, perché anche dal più profondo degli abissi è possibile intravedere un barlume di luce..."



17-18-19 Giugno 2017 - 7x4000 - Ascesa a Punta Giordani, Balmenhorn, Corno Nero, Ludwigshöhe, Punta Gnifetti, Punta Zumstein e Punta Parrot sul Massiccio del Monte Rosa
Totale tempo di marcia: 18h 12'
Totale distanza percorsa: 23,1Km circa
Totale dislivello in salita: 2697m circa
Totale dislivello in discesa: 3609m circa
Monte Rosa su Wikipedia
Ghiacciaio di Indren su Wikipedia
Punta Giordani su Wikipedia
Piramide Vincent su Wikipedia
Rifugio Capanna Gnifetti su Wikipedia
Balmenhorn (o Cristo delle Vette) su Wikipedia
Corno Nero su Wikipedia
Ludwigshöhe (o Corno di Ludovico) su Wikipedia
Punta Gnifetti su Wikipedia
Capanna Regina Margherita su Wikipedia
Punta Zumstein su Wikipedia
Punta Parrot su Wikipedia


Marcato in rosso il tracciato GPS del 17 Giugno, in verde quello del 18 Giugno ed in blu quello del 19 Giugno.

Diciotto Giugno 2017 - Ascesa al Balmenhorn, Corno Nero, Ludwigshöhe e Punta Gnifetti
Partenza dal Rifugio "Capanna Gnifetti" (3647m) ore 6:58
Arrivo al Rifugio "Capanna Margherita" (4554m) ore 12:52
Durata totale escursione: 5h 54'
Tempo di marcia: 5h 54'
Distanza percorsa: 6,4Km circa
Vette raggiunte: 4167m Balmenhorn (Via Normale PD), 4322m Corno Nero (Via Normale PD+), 4342m Ludwigshöhe (Via Normale F), 4554m Punta Gnifetti (Via Normale F) 
Quota massima: 4554m Punta Gnifetti
Dislivello in salita: 1289m circa
Dislivello in discesa: 359m circa




Marcato in verde il percorso su traccia GPS registrata durante l'escursione.






Percorso:
Dalla parte posteriore del rifugio "Capanna Gnifetti" ci si cala nel ghiacciaio sottostante tramite delle corde fisse iniziando la lunga salita che conduce fino al margine Sud-Ovest della Piramide Vincent: si prende sulla destra in questa zona quasi pianeggiante prestando attenzione ai numerosi crepacci presenti. Poco dopo si abbandona la traccia principale che conduce al Colle del Lys e si piega sulla destra per un avvallamento di pendenza moderata, raggiungendo il Colle Vincent (4088m): si risale un breve pendio nevoso giungendo alla base rocciosa del Balmenhorn (4167m). Dopo aver superato un tratto attrezzato (pioli metallici e canapone lungo circa 10m, PD) si giunge in vetta toccando la statua del "Cristo delle Vette" (il bivacco "Giordano" è situato a pochi metri discendendo leggermente sulla sinistra). Discesi nuovamente si prosegue a sinistra giungendo sulla base del Corno Nero: per la sua ascesa tramite la Via Normale (PD+)si sale lungo un canale nevoso (pendenza media 50°) che adduce alla sottile cresta sommitale; da qui, per facili roccette (passaggi di I grado), e dopo aver superato un traverso si giunge in vetta (Madonnina, libro di vetta, 4322m).
Ridiscesi per la medesima via della salita si scende verso destra e, una volta raggiunta la base della cresta della Ludwigshöhe (4322m), la si risale giungendo in vetta (F).
Per la discesa dalla vetta si segue lo stesso percorso ed una volta giunti alla base della cresta si devia verso destra ricongiungersi con l'evidente traccia che ci conduce al Colle del Lys. La traccia prosegue in leggera discesa sotto i seracchi della Punta Parrot: terminata questa parte in discesa si riprende a salire fino a portarsi al "Colle Sesia" prima ed al "Colle Gnifetti" poi dove la traccia svolta verso destra. Dopo un ripido traverso verso destra (F) si giunge sulla vetta di Punta Gnifetti (4554m) dove è situato il rifugio alpino più alto d'Europa ossia "Capanna Regina Margherita".




Relazione:
E' stata una lunga notte quella appena trascorsa, come mio solito povera di sonno quando alloggio nei rifugi in quota. Dopo l'incidente e le varie disavventure vissute nella giornata di ieri ed il pessimismo ad esse associato (vedi post del Diciassette Giugno 2017 - Punta Giordani 4046m per la Via Normale), stamani è cambiato qualcosa: sono riuscito ad accantonare quanto di negativo vissuto in un angolo della mia mente e complice la splendida giornata che si preannuncia voglio vivere al massimo questi momenti, sperando che il destino oggi sia foriero di buone nuove per me.
Ci svegliamo alle 6:00, la nostra non deve necessariamente essere una levataccia in quanto per la giornata odierna abbiamo parecchio tempo a disposizione per il raggiungimento delle nostre mete e sento che le gambe, a dispetto degli sforzi sostenuti ieri, rispondono alla perfezione senza alcuna traccia di acido lattico: questa constatazione associata all'abbondante colazione migliora notevolmente il mio umore, vediamo come sarà stasera...
Gli obiettivi della giornata sono lì ad attendermi, quattro vette sopra i quattromila metri: il Balmenhorn (4167m) per la sua Via Normale (PD); il Corno Nero (4322m), il piò ostico del quartetto, per la Via Normale (PD+); il Ludwigshöhe o Punta Ludovica (4342m) per la Via Normale (F); Punta Gnifetti (4554m), anch'essa per la Via Normale (F).
La cosa che riesce ad emozionarmi però è che se tutto fila liscio trascorrerò la notte nel rifugio alpino più alto d'Europa ossia nei 4554m di "Capanna Regina Margherita", avendo la possibilità di assistere ad un tramonto ed un'alba fuori dal comune, o almeno spero! 
Sono già stato a Punta Gnifetti, quasi un anno fa (vedi post Punta "Gnifetti" - Capanna Margherita 4554m), ma la permanenza al rifugio quella volta era stata veloce in quanto il giorno stesso sarei dovuto ritornare a casa, invece oggi ho tutto il tempo del mondo per "vivere" questi momenti, per "assorbire" tutto quello che trasuda dalle pareti che toccherò in serata, per vedere le stelle fulgide e splendenti come non mai accompagnato dal silenzio del vento in una notte di luna calante...
Le premesse ci sono tutte, tutto sta nel vedere come proseguirà la mia giornata alpinistica...


Il Lyskamm Orientale (4527m).

Recuperati gli scarponi che ieri Alberto aveva messo ad asciugare nel vano caldaie del rifugio "Capanna Gnifetti", completamente fradici dopo tutta la neve marcia calpestata, siamo pronti alla partenza: indossati i ramponi e legato alla corda di Alberto inizio a calarmi nel ghiacciaio sfruttando le corde fisse posizionate dietro al rifugio ed è qui che ho la prima sorpresa della giornata. Rispetto a quando abbiamo iniziato ieri è presto e la neve è bella dura e compatta, oltretutto saliremo parecchio di quota e nelle ore "calde" dovremmo già essere a "Capanna Margherita": almeno per oggi il pericolo neve marcia e/o "buchi" è scongiurato!


La Piramide Vincent (4215m).

Alberto prende posizione davanti a me ed inizia la lunga salita che ci condurrà fino al margine Sud-Ovest della Piramide Vincent, in tal senso prendiamo subito sulla destra in questa zona quasi pianeggiante stando attenti a non finire in uno dei numerosi crepacci presenti.


Punta Giordani (4046m) al termine della cresta, a centro foto.

Iniziamo quindi la risalita lungo il ghiacciaio del Lys inizialmente in diagonale verso sinistra non allontanandoci troppo dalle ripide pendici della Vincent alla nostra destra: in alcuni punti passiamo obbligatoriamente tra ampi crepacci ma tutto fortunatamente fila liscio e superata una serie di dislivelli irregolari raggiungiamo la conca nevosa sottostante il Balmenhorn, la nostra prima vetta della giornata.


Il Balmenhorn (4127m) che si erge in lontananza. Grazie della foto ad Alberto Zucchetti.

Abbandoniamo la traccia principale che conduce al Colle del Lys e pieghiamo sulla destra per un avvallamento di pendenza moderata, raggiungendo il Colle Vincent (4088m): risaliamo un breve pendio nevoso giungendo alla base rocciosa del Balmenhorn. 


L'affilata cresta che conduce alla vetta del Lyskamm Orientale (4527m).

Oramai manca pochissimo, superato questo divertente tratto attrezzato con pioli metallici e canapone lungo circa 10m (PD) arriviamo a toccare la statua del "Cristo delle Vette": altra atmosfera rispetto a ieri, credo lo si veda anche dalle immagini sottostanti!


In vetta al Balmenhorn (4167m). Grazie della foto ad Alberto Zucchetti.

Abbiamo raggiunto la cima di questa vetta di 4167m che, pur non comparendo nell'elenco ufficiale dei quattromila dell'arco alpino non avendone i requisiti, è uno dei luoghi simbolo del Monte Rosa, punto di arrivo o comunque di riferimento ed orientamento, visibile anche da lontano: oltretutto bisogna ricordare che su quest'affioramento roccioso, posto tra la Piramide Vincent e il Corno Nero, è presente il bivacco "Giordano", indispensabile riparo in caso di necessità.
Dopo queste considerazioni un quesito sorge spontaneo ossia il perché della realizzazione di questo bellissima statua di un Cristo "benedicente" di quasi 4 metri di altezza.
Per rispondere bisogna andare indietro nel tempo, per la precisione alla seconda Guerra Mondiale quando Alfredo Bai, scultore torinese, comandante di una formazione partigiana fece un voto: se fosse tornato a casa "sano e salvo" avrebbe realizzato una statua del Cristo Redentore in ricordo dei caduti di ogni guerra.


Al cospetto del "Cristo delle Vette".

Raccolti i fondi lo scultore realizzò quest'opera in undici moduli che furono assemblati in una grande stalla, per poi essere smontati per il trasporto: l'idea originale era quella di collocare questa statua sul Cervino, idea che fu subito scartata per i grossi problemi di trasporto e costi elevati. A tal proposito si guardò a pochi chilometri di distanza, al Monte Rosa, dove il Balmenhorn apparve subito il luogo idoneo dove posizionare la statua,un altare naturale posto sul confine tra Italia e Svizzera.
La storia racconta che i pezzi furono trasportati a Gressoney-Saint-Jean e qui, grazie a 35 militari di stazza alla Scuola Militare di Aosta, furono portati al Lago del Gabiet per mezzo di una ferrovia a scartamento ridotto. L'attraversamento del laghetto avvenne con un barcone a remi dopodiché il trasporto vero e proprio proseguì con l'aiuto di asini dove possibile, e/o con mezzi studiati per l'occasione (barelle rinforzate, toboga, slitte ecc..) fino alla Capanna Gnifetti e poi sulla cima del Balmenhorn.
Rimontata in loco, la statua alta 3,60 m e pesante 980 kg, fu inaugurata il 4 Settembre 1955 con una cerimonia; tre anni più tardi una sua piccola riproduzione in bronzo è stata collocata sul braccio verticale della croce di vetta del Cervino... 
E la mente già vola...


Filmato dell'ascesa al Balmenhorn per il tratto attrezzato (PD).

Dopo le fotografie di rito ed una capatina al Bivacco Giordano per vedere le condizioni in cui versava ridiscendiamo per il tratto attrezzato e siamo pronti per affrontare il quattromila più ostico della giornata, il cui attacco dista poche decine di metri dalle rocce del Balmenhorn: i 4322 metri del Corno Nero per la sua via Normale (PD+)!


Filmato della discesa dal Balmenhorn per il tratto attrezzato (PD).

Ai piedi del suo lungo scivolo nevoso (pendenza media 50°) guardo con timore reverenziale quello che mi spetta: l'ascesa a questa bellissima piramide di roccia e ghiaccio, che si erge quasi a voler sfidare il cielo, non sarà per niente banale... almeno per me!
Alberto mi spiega brevemente come avverrà la nostra progressione e poi, piccozza alla mano, inizia a risalire i 40 metri di neve ghiacciata che conducono alla sottile cresta sommitale a picco sull'alta Val Sesia: la corda si tende, è il mio turno...
E' talmente alta la concentrazione che, come già mi era accaduto sul Monte Bianco per l'ascesa sulla spalla Ovest del Mont Maudit (vedi post In vetta al tetto d'Europa, la traversata del Monte Bianco con salita per la "Via dei Trois Mont Blanc" e discesa per la "Via dell'Aiguille du Goûter"), mi ritrovo in cresta quasi senza accorgermene!
La vista da qui è mozzafiato così come l'esiguità della cresta: un passo falso e... andiamo avanti che è meglio!


Filmato della parte finale dell'ascesa al Corno Nero per la Via Normale (PD+).

Dopo pochi passi raggiungiamo le roccette che costituiscono l'antecima della vetta ed agganciati i moschettoni ai chiodi presenti iniziamo ad arrampicare ramponi ai piedi (passaggi di I grado). 


Arrampicata lungo la cresta rocciosa del Corno Nero (4322m).

Dopo una prima fase di progressione rettilinea giunti sulla sommità delle rocce, bisogna compiere un breve traverso sulla sinistra per portarsi al cospetto della Madonnina di vetta: più facile a dirsi che a farsi!


Traverso su roccia nei pressi della vetta del Corno Nero (4322m).

Dopo aver trovato i giusti appigli ed aver infilato le punte dei ramponi nelle fessure più appropriate il gioco è fatto! 


Sulla vetta del Corno Nero (4322m), sullo sfondo, da sinistra verso destra: Punta Dufour (4634m), Punta Zumstein (4563m), Punta Ludwigshohe (4342m), Punta Gnifetti (4554m) e Punta Parrot (4436m).

Siamo sulla vetta del Corno Nero!


In cima al Corno Nero (4322m) di fianco alla Madonnina di vetta: sullo sfondo da destra verso sinistra la Punta Gnifetti, Punta Ludwigshöhe, Punta Zumstein e Punta Dufour.  Grazie della foto ad Alberto Zucchetti.

Una breve sosta, alcune foto, poi visto il "traffico" in arrivo decidiamo di iniziare la fase di discesa, che non avverrà come io speravo, ossia con una calata in doppia: la nostra corda non è abbastanza lunga per fare questo...


Discendendo lungo il canale nevoso, pendenza media 50°.

Parto per primo, iniziando a disarrampicare lungo i 50° di pendenza del canale, forse con una maggiore concentrazione rispetto alla salita ripetendo con maniacale intensità gli stessi movimenti: stacco il rampone sinistro e lo posiziono più in basso saggiandone la tenuta; stacco il rampone destro e lo posiziono alla stessa altezza del sinistro saggiandone la tenuta; estraggo la becca della piccozza e la conficco più in basso ad una altezza congrua rispetto a quella dei ramponi saggiandone la tenuta...
Giunto poco dopo la metà del canale Alberto mi urla di fermarmi, è giunto il suo turno: è uno spettacolo per gli occhi vedere la sicurezza con cui compie i movimenti e dopo pochi istanti giunge nuovamente il mio momento.


Filmato della parte finale della discesa dal Corno Nero per la Via Normale (PD+) lungo il canale nevoso.

E si ricomincia, un movimento dopo l'altro finché giungo alla base del canale: è fatta! La tensione cala e posso ammirare ormai con distacco la bella montagna che abbiamo scalato pochi minuti fa: bellissima quanto appagante sensazione, man mano che Alberto scende neanche mi accorgo di star recuperando la corda...


Lo scivolo nevoso che conduce sulla cresta sommitale del Corno Nero visto dalla sua base.

I miei occhi però vanno al prossimo obiettivo, che avevo già inquadrato dalla vetta del Corno Nero, ossia alla Ludwigshöhe.
In maniera completamente opposta al Corno Nero questa montagna si affaccia sul colle del Lys come un "morbido" colle nevoso e già noto la traccia solcata da altri alpinisti che partendo dallo "scivolo" appena superato sale in vetta alla Ludwigshöhe percorrendone la facile cresta sommitale.


Dalla vetta della Ludwigshöhe da sinistra verso destra parte di Punta Dufour, Punta Zumstein, Punta Gnifetti e Punta Parrot.

Recuperata la corda ci rimettiamo in marcia scendendo verso destra e, una volta raggiunta la base della cresta, la risaliamo portandoci in vetta: Ludwigshöhe, 4342m!


In vetta alla Ludwigshöhe (4342m), a sinistra Punta Parrot e sullo sfondo la Valsesia. Grazie della foto ad Alberto Zucchetti.

La meno impegnativa sinora delle vette raggiunte!


Zoomata sulla vetta di Punta Gnifetti dove si staglia il rifugio "Capanna Regina Margherita".

La vista da qui è magnifica e, complici le perfette condizioni meteorologiche, le fotografie si sprecano, in maniera particolare verso il Corno Nero che da qui appare ancor più minaccioso: il morale adesso è alto anche perché per completare gli obiettivi della giornata manca la sola Punta Gnifetti, percorso che a parte un po' di fatica (che inizio a sentire) non presenta difficoltà alcuna. 


Dalla vetta della Ludwigshöhe vista sul Corno Nero. Grazie della foto ad Alberto Zucchetti.

Per la discesa dalla vetta seguiamo il medesimo percorso che ci ha condotto in cima per la cresta sommitale, in questa circostanza però, giunti alla sua base, deviamo verso destra ricongiungendoci con l'evidente traccia che ci condurrà direttamente sul Colle del Lys.


Il Corno Nero (4322m).

Come la volta scorsa (vedi post Punta "Gnifetti" - Capanna Margherita 4554m) il panorama è grandioso, stavolta però niente pausa, ci sarà tempo per scattare fotografie una volta giunti al rifugio "Capanna Regina Margherita", dove trascorreremo la nottata!
La traccia adesso prosegue in leggera discesa sotto i seracchi della Punta Parrot, l'ultimo dei quattromila che affronteremo domattina: ci sarà da divertirsi, la cresta da qui sembra veramente molto affilata non per questo è soprannominata il "piccolo" Lyskamm!


Sotto i grossi seracchi di Punta Parrot.

Punta Gnifetti (4554m) dal Colle del Lys.

Il Lyskamm Orientale (4527m) ed Occidentale (4481m), la montagna con la cresta più famosa e sottile delle Alpi, vista in tutta la sua maestosità dal Colle del Lys (4151m).

Terminata questa parte in discesa riprendiamo a salire prima leggermente e poi in maniera accentuata fino a portarci al "Colle Sesia" prima ed al "Colle Gnifetti" poi dove la traccia svolta verso destra.


Da sinistra verso destra il Lyskamm, il Cervino e la Dent Blanche.

Punta Gnifetti si erge alta e magnifica innanzi a noi, ormai dalla sua vetta ci separa solo un ripido traverso...


Filmato delle ultime fasi dell'ascesa a Punta Gnifetti (4554m) ed arrivo a Capanna Margherita.

Stavolta non incontriamo anima viva ed in pochi minuti siamo al cospetto di "Capanna Regina Margherita"!


Al cospetto di "Capanna Regina Margherita".

E' la mia seconda volta qui ma l'emozione è intensa ed anche stavolta la fortuna è dalla mia parte viste le perfette condizioni meteo: la vista può spaziare per chilometri e chilometri in tutte le direzioni!


La Valsesia ricoperta dalle nuvole.

Oggi non c'è la ressa della volta scorsa, il rifugio è stato riaperto ieri dopo i rigori della stagione invernale, viste le premesse possiamo godere appieno del tempo a disposizione: non sono neanche le 13:00!


Vista dalle balconate del rifugio "Capanna Regina Margherita".

Lasciamo i ramponi, piccozze e bastoncini nel locale invernale e facciamo il nostro ingresso nel rifugio: i ragazzi dello staff, gli stessi dello scorso anno, ci accolgono calorosamente e l'atmosfera è quanto mai calma e rilassata vista la pochissima gente presente; ci viene assegnata una camerata che sarà solo per noi, stanotte in tutto saremo solo in 12!


Il libro di vetta di Punta Gnifetti posto all'interno del locale invernale di Capanna Margherita.

Indossate le ciabatte e lasciati i bagagli nella nostra stanza ridiscendiamo nella sala comune dove un lauto pranzo ci aspetta: pizza Margherita, rigorosamente non congelata, ricoperta di speck accompagnata da una dissetante birra alla spina!
Posso dire di aver mangiato la pizza Margherita più alta del mondo al rifugio "Capanna Regina Margherita" (anche il gioco di parole)!


Pizza margherita calda calda, speck e birra fresca: cosa volere di più a 4500m di altezza?

L'anno scorso non mi ero soffermato su questo aspetto bisogna dire invece che tutto quello che si mangia, in questo che non è un rifugio ma quasi un albergo per gli elevati standard, viene preparato con ingredienti freschi, non c'è niente di precotto ed i ragazzi sono bravissimi nel preparare ottimi primi, secondi, contorni e persino dolci!
La passione che li ha spinti a lavorare a 4500m di altezza traspare in tutto quello che fanno ed io da utente iper-mega-stra-soddisfatto non posso che far loro i complimenti ed augurarmi di trovarli sempre qui tutte le volte che li verrò a trovare in questo luogo non proprio così raggiungibile.



Da sinistra verso destra il Lyskamm ed il Cervino.

Mi sento talmente a mio agio che mi sembra di essere a casa, le brutte sensazioni provate appena un giorno fa svanite, scomparse: come vorrei i miei familiari al mio fianco, mancano solo loro per completare questo bel quadro che va delineandosi!


La cresta nevosa di Punta Gnifetti (4554m).

Terminato il pranzo con dolce e frutta fresca, innaffiati da un tè caldo, torno in camera e prendo dal mio zaino un oggetto che è da parecchio tempo che conservo per questa occasione: si tratta di un libro che donerò a questa che è una delle biblioteche più alte del mondo. Come già scrissi nella relazione della mia precedente ascesa "la piccola biblioteca a disposizione degli alpinisti (due bei scaffali stracolmi di libri e riviste!) è stata curata dalla Commissione "Italo Grassi" della sezione C.A.I. di Varallo Sesia, e può essere considerata quella più alta d'Europa. Inaugurata il 6 agosto 2004 con circa 160 volumi ricevuti in dono da alcune case editrici, più altre riviste e pubblicazioni, contava nel 2010 circa 350 volumi.(...) Come spiega la guida Alpina Michele Cucchi, (...) trascorrere una notte nel rifugio d'alta quota godendosi il silenzio e consultando un libro (magari proprio sulle meraviglie della montagna) è uno dei piaceri più segreti di una scalata al Monte Rosa."

Una delle scaffalature all'interno del rifugio "Capanna Regina Margherita".

Tornando al libro che ho portato con me ovviamente l'argomento che tratta è l'alpinismo ed il suo autore non ha bisogno di presentazioni, all'anagrafe Walter Bonatti, uno dei migliori uomini abbia conosciuto (purtroppo non personalmente) oltreché alpinista, guida alpina, esploratore, giornalista e scrittore...
Sicuramente parlerò di lui in uno dei miei prossimi post, magari proprio in quello in cui descriverò l'ascesa ad una montagna che sta ancora lì ad aspettarmi ormai da qualche anno...
Il titolo è "Una vita così", una vera chicca per conoscere tutto di questo grande scalatore. Lo consiglio insieme a tutti gli altri che ha scritto!


La Madonnina di vetta di Punta Gnifetti (4554m).

Consegno il libro alla responsabile del rifugio che mi ringrazia, in cambio chiedo solo una cortesia: uno scatto mentre questo momento, per me bellissimo, si consuma...


Libro consegnato!

Prima che faccia buio ho tutto il pomeriggio e parte della sera a disposizione, questi sono i giorni più lunghi dell'anno (tra tre giorni è il solstizio d'Estate) e lo dedico alla lettura, al relax ma più che altro ad ammirare quanto di bello mi circonda che non è una cosa che uno può vivere tutti i giorni.


Breve tour all'interno ed all'esterno di Capanna Margherita (4554m).

"La tentazione permanente della vita è di confondere i sogni con la realtà. La sconfitta permanente della vita arriva quando i sogni si sono arresi alla realtà."
(James Michener)

Quello che sto vivendo è un sogno che si ripete, emozioni che rimarranno impresse nel mio cuore e che mi daranno forza e coraggio quando ci saranno quei momenti in cui tutto sembrerà andare storto: la vita è fatta di tante piccole morti e di tante grandi rinascite, sta a noi cercare di prendere il meglio da ogni situazione, bella o brutta che sia, perché anche dal più profondo degli abissi è possibile intravedere un barlume di luce...


Il cono d'ombra prodotto da Punta Gnifetti sulle nuvole sopra la Valsesia.

Il tempo purtroppo scorre, inesorabile, lo so, avrò la possibilità di trascorrere la notte in questo luogo, cosa non proprio così scontata, però la mia mente già pensa al momento in cui dovrò lasciare questo luogo così speciale.
La cena viene servita ed anche stavolta tutto è perfetto: 5 stelle!
Quando terminiamo non sono neanche le 20:00 e la cosa non può che farmi piacere: chi si vuole perdere un tramonto a 4554 metri di altezza?


Il sole che cala dietro la croce della bandiera svizzera, Capanna Margherita è posta proprio sul confine italo-svizzero (lato italiano).

Le condizioni sono perfette, mai avrei sperato in un tempo così clemente, e non faccio altro che girare in lungo ed in largo all'esterno del rifugio godendo dei cambiamenti di luce che modificano il quadro ogni istante: ovviamente gli scatti si sprecano e ne potete vedere una breve carrellata qui sotto.


Punta Gnifetti baciata dagli ultimi raggi del sole.

Pian piano l'oscurità cala e le stelle iniziano a brillare vivide nel cielo, la notte che sta iniziando sarà bellissima...
L'avventura con i quattromila prosegue il Punta Zumstein 4563m per la Via Normale e traversata della Punta Parrot 4432m.



Tramonto sulle più importanti vette delle Alpi.

Il cono d'ombra di Punta Gnifetti sulle nuvole.

Il Cervino (4478m) dalla vetta di Punta Gnifetti (4554) sullo sfondo di un cielo colorato d'arancione.

Punta Zumstein (4563m) e dietro Punta Dufour (4634m) alla luce del tramonto.

Le tenebre stanno calando su questo meraviglioso panorama d'alta quota...












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