Sette Agosto 2018
Partenza dal "Rifugio Guide del Cervino - Testa Grigia" (3480m) ore 5:29
Rientro al "Rifugio Guide del Cervino - Testa Grigia" ore 11:10
Durata escursione 5h 41' (pausa di 12' presso la vetta e pause fotografiche varie )
Tempo di marcia: 4h 37'
Lunghezza tragitto: 9,0 km circa
Grado di difficoltà: F
Dislivello in salita: 829m
Dislivello in discesa: 827m
Vette raggiunte: 4165m Breithorn Occidentale
Quota massima: 4165m Breithorn Occidentale
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Breithorn Occidentale su Wikipedia
Cervino su Wikipedia
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Cervino su Wikipedia
Plateau Rosa su Wikipedia
Grande Ghiacciaio di Verra su Wikipedia
Rifugio Guide del Cervino - Plateau Rosa - Testa Grigia m.3480 sito Web
Percorso:
Relazione:
E' già da un po' che mi prega in tutte le maniere di essere portato su un quattromila, forse, dico forse, quel momento è arrivato. Stavolta non sono preoccupato delle difficoltà che dovrò affrontare, il mio cruccio è far si che tutto avvenga senza problema alcuno e che il piccolo alpinista viva nel migliore dei modi questo suo battesimo con l'aria sottile.
Fin da piccolino Ale mi ha accompagnato in alcune escursioni, ovviamente adeguate alla sua età, ed il suo è stato un percorso graduale, quasi naturale. Siamo passati dal classico anello del "Foro degli Occhialoni" all'età di quattro anni, al Monte San Vicino (1479m) ed al Monte Catria (1701m) a cinque anni, al Monte Vettore (2476m) a sei anni, ad una "passeggiata" per il ghiacciaio del Monte Bianco a sette anni fino all'impennata delle ultime settimane: tutto infatti è maturato nei giorni scorsi, grazie a delle esperienze che mi hanno fatto capire che forse era giunto il suo momento.
Alessandro sulla cima del Monte Vettore (2476m), la montagna più alta dei Sibillini e delle Marche (Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Martedì 2 Agosto 2016).
Dopo l'escursione di San Leonardo e la Cascata del Rio per la Gola dell'Infernaccio con il mio amico Marco e suo figlio Edoardo ero rimasto positivamente impressionato dall'atteggiamento di Alessandro: sempre concentrato, mai una esitazione, in testa al nostro gruppetto nei punti più difficili, dove si doveva improvvisare scegliendo il percorso migliore.
La "Cascata Nascosta" (Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Sabato 7 Luglio 2018).
Riguardo la sua tenuta fisica non ho parimenti alcun dubbio visto che pratica con regolarità atletica e nuoto da quando aveva cinque anni.
Gli altri dubbi che avevo riguardavano la sua capacità di rapportarsi a situazioni di stress psichico dovute a condizioni di potenziale pericolo e la reazione del suo corpo alle alte quote per periodi di tempo prolungati. Riguardo il secondo punto solo arrivando sul posto avremmo avuto delle risposte, riguardo il primo invece i dubbi si sono sciolti con un'escursione svoltasi qualche giorno fa.
Il mio ometto, come dicevo, è stato sempre un amante dell'avventura (da chi avrà preso?) e a volte le mete delle nostre gite domenicali sono stati i molteplici parchi avventura presenti in zona e fuori: l'ultimo, uno tra i più belli ed impegnativi d'Europa, quello del "Monte Bianco", dove dopo aver superato sei percorsi io ero "spompato" mentre lui era ancora arzillo e fresco come una rosa. Però questo non bastava, volevo altre risposte, volevo essere sicuro che in certe situazioni non subentrasse la paura, per cui, come prova generale propedeutica, ho pensato di portarlo al Gran Sasso, sulla vetta del Corno Piccolo (2655m) salendo per il sentiero attrezzato "Ventricini" e la ferrata "Danesi": o la va o la spacca!
Quel giorno Alessandro è stato bravissimo e a dispetto della lunghezza del percorso, dell'esposizione in molti passaggi e della fatica dovuta alla statura (le ferrate vengono realizzate in base all'altezza media di un adulto) ha portato a casa questa vetta, che per molti è il sogno di una vita, con naturalezza, facendo quasi "cantare" i moschettoni" del suo kit da ferrata, non facendo mai intrecciare uno dei due cavetti con le corde fisse e la corda con la quale era legato a me in "conserva".
Solo alla fine, durante le fasi di discesa, quando il percorso era su sentiero facile, ha mollato un poco: cosa comprensibile vista l'età e le motivazioni.
In vetta al Corno Piccolo del Gran Sasso (2655m) (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Domenica 22 Luglio 2018).
Sono stati momenti molto intensi, una giornata meravigliosa che mi ha fornito le conferme che ancora mancavano per completare il quadro.
Il giorno dopo, Lunedì 23 Luglio, ho chiamato il "Rifugio Guide del Cervino - Testa Grigia" per chiedere la disponibilità di due posti letto e fortunatamente per me la risposta è stata positiva altrimenti mi picchiava!
Passaggi lungo la ferrata "Danesi" sul Corno Piccolo del Gran Sasso (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Domenica 22 Luglio 2018).
Ed eccoci qui, in auto, chiacchierando del più e del meno, rispondendo alla miriade di domande che solo un bambino della sua età (otto anni) può formulare: si, proprio un bel viaggio, tra padre e figlio, l'inizio di un'avventura che spero custodirà dentro di sé per tutta la vita!
Fortunatamente lungo il percorso autostradale non ci sono problematiche e a parte le soste per il carburante, per fare merenda e per acquistare un giochino, tutto procede secondo i tempi prestabiliti ed in perfetto orario giungiamo a Cervinia. Per prima cosa andiamo ad acquistare i biglietti della funivia e mi informo dell'orario dell'ultima corsa, poi torniamo in centro per andare a pranzo in un ristorante dove mi ero già trovato bene in passato ossia "Le bistrot de l'Abbé".
Il pranzetto che ci regaliamo è delizioso e dopo un antipasto tipico valdostano, Alessandro prende un abbondante piatto di tagliatelle al ragù mentre io assaggio una gustosa polenta annaffiata con del buon "Cave Mont Blanc".
L'atmosfera all'interno del locale è accogliente e grazie anche al buon cibo appena gustato non vorremmo mai alzarci, il tempo però scorre ed è ora che torniamo di nuovo nei pressi della stazione di arrivo della cabinovia.
Una volta parcheggiata l'auto ci cambiamo d'abito ed una volta caricato il pesante zaino sulle mie spalle siamo pronti!
C'è poca gente e percorriamo praticamente in solitudine i tre tronconi (cabinovia i primi due, funivia il terzo) che ci portano al Plateau Rosa, proprio ai confini tra Italia e Svizzera. Il tempo in quota non è fra i migliori e veniamo accolti da una leggera pioggerellina accompagnata da nuvole basse: l'incognita adesso è il meteo, in teoria dovrebbe esserci una finestra di bel tempo domattina, incrociamo le dita!
Il Piccolo Cervino (Klein Matterhorn, 3886m) dal "Rifugio Guide del Cervino - Testa Grigia" .
Dalla stazione di arrivo procediamo alla nostra destra, in leggera discesa, ed in meno di un minuto facciamo il nostro ingresso nel "Rifugio Guide del Cervino".
Ovviamente gli occhi degli avventori sono tutti per il piccolo alpinista al mio fianco che cela la sua timidezza con una finta spavalderia.
Una volta effettuata la registrazione facendo altresì conoscenza con la gentile ragazza che gestisce il rifugio (di cui non ricordo il nome!) ci dirigiamo verso la nostra camerata che ci viene detto condivideremo con una coppia. Saliti al piano di sopra entriamo nella stanza numero quattro, quella di fronte ai bagni, dentro ci sono già le persone con cui condivideremo la prossima nottata. Il fato è stato benevolo, non potevamo essere più fortunati, dopo le presentazioni di rito facciamo conoscenza con Claudio ed Angelica, due simpaticissimi escursionisti che sono saliti a piedi fin qui. Ci dicono che questa è l'ultima tappa del loro percorso e domattina, dopo un giro per il ghiacciaio, ritorneranno a valle...
Come sarà il tempo domani?
Questo era in origine nei loro intenti, infatti non hanno fatto i conti con Alessandro! Grazie alla sua spontaneità, al suo entusiasmo ed al suo essere bambino convince i nostri amici a seguire il nostro stesso percorso ovvero quello che li porterà a raggiungere il loro primo quattromila, il Breithorn Occidentale!
Erano già tentati dall'idea ma l'aver trovato due motivatissimi compagni di viaggio è stato sufficiente a farli cambiare idea: tutto è deciso, sveglia alle 4:13 (si, proprio a quest'ora!), colazione alle 4:30 e poi partenza! Il pomeriggio vola in un baleno tra partite a carte (Alessandro è un ottimo giocatore di briscola), lunghi discorsi tra Angelica ed Alessandro riguardo la sua passione per gli "Hero Factory" della Lego, e le divertenti storie che Claudio racconta a quella che è divenuta oramai la mascotte del rifugio.
Ovviamente ceniamo insieme ed il copione segue la falsariga di quanto avvenuto in precedenza con Alessandro che costruisce una bandiera con la tovaglietta di carta che abbiamo utilizzato per la cena e che fa innamorare di sé la gestrice del rifugio dopo averla lusingata per l'ottima cena ed averle chiesto la ricetta dell'ottima zuppa di carote: un buon lecca-lecca come premio non fu mai così gradito!
Terminato il lauto pasto e le chiacchiere del dopo cena con relativo bicchiere nella staffa ci apprestiamo ad andare a letto (sono appena le nove): dopo essere stati tutti in bagno il silenzio cala nella nostra camerata e dopo pochi minuti sento Alessandro ronfare beatamente.
Io ho un caldo terribile e benché dorma indossando solo slip e maglietta grondo di sudore. Provo ad ascoltare della musica, guardo dei video su Youtube (dentro il rifugio c'è un'ottima Wi-Fi), leggo il giornale ed apprendo del grosso incidente stradale avvenuto qualche ora prima a Bologna... però niente, il sonno non arriva ed il caldo non tende a diminuire. Sarà una lunga notte...
Lentamente, molto lentamente i minuti passano e dopo parecchio tempo finisco in quello stato di dormiveglia che ormai per me è divenuto un'abitudine quando dormo nei rifugi.
Finalmente suona la sveglia e scopro che anche Claudio ed Angelica hanno avuto i miei stessi problemi: l'unico ad aver fatto tutta una tirata è stato Alessandro che sveglio dolcemente.
Dopo esserci cambiati ed andati al bagno scendiamo per la colazione: fuori non piove più, la visibilità è ottima, però il cielo è ancora ingombro di nuvole.
Facciamo tutto con molta calma, non voglio per nulla forzare la mano, la nostra avventura inizierà però il come verrà deciso una volta giunti sul Colle dei Breithorn in base al meteo ed alle condizioni di Alessandro: per il momento tutto procede per il verso giusto e dopo aver trascorso parecchie ore in quota il mio cucciolo sta bene e non presenta alcun sintomo di mal di montagna, bisognerà vedere più tardi se questo stato si protrarrà.
Dopo aver salutato la gestrice del rifugio, con la promessa di ripassare ad escursione ultimata, usciamo nell'oscurità che precede l'alba ed accendiamo le lampade frontali posizionate sui nostri caschi: indossati i ramponi, preparata la nostra cordata, acceso il GPS, piccozza alla mano ci incamminiamo lungo la pista da sci che si stende innanzi a noi e che ci condurrà sul Colle dei Breithorn poco sotto quota quattromila.
La cordata di Angelica e Claudio è avanti a pochi metri da noi e sono loro che fanno l'andatura seguendo le indicazioni che fornisco loro da dietro riguardanti la direzione da seguire. Una volta raggiunto l'incrocio con relativo sottopassaggio fra due piste da sci svoltiamo a sinistra in direzione del Piccolo Cervino: la luminosità intanto è aumentata e possiamo spegnere le frontali.
Alessandro per il momento non ha problemi e prosegue tranquillamente tenendo il nostro passo: quello che stiamo superando ora è uno dei due strappi che ci condurranno in vetta, la metà del dislivello in salita da superare si concentra qui.
Il Cervino (4478m) nella tenue luce dell'aurora, in basso a sinistra il "Rifugio Guide del Cervino - Testa Grigia".
Ormai manca poco per la fine di questo lungo tratto in salita e la traccia da seguire ora volge leggermente a destra, incrociando la pista da sci che arriva direttamente dal Piccolo Cervino: il punto di riferimento è un piccolo casottino in legno, la stazione di arrivo di uno dei tanti ski lift presenti.
La stanchezza inizia a farsi sentire ma il piccolo alpinista non demorde e stoicamente raggiunge il punto dove inizierà il successivo tratto in leggera discesa che ci condurrà fino alla base del Breithorn Occidentale.
Dopo aver scattato alcune fotografie riprendiamo la marcia e la nostra cordata prende la testa: per il momento siamo ancora soli, non oso immaginare il traffico che ci sarà più tardi.
La catena dei Breithorn dal colle omonimo: le nuvole se ne stanno andando!
Il Piccolo Cervino (3886m) a sinistra ed il Cervino (4478m) a destra.
Intanto ampi squarci di sereno si aprono nel cielo, le previsioni erano corrette: "Come stai Ale? Tutto ok?
Tutto bene papi, nessun mal di testa, ho solo fame!
Ok, prima di iniziare l'ultima salita ci fermiamo a mangiare. Bravissimo campione!"
I Breithorn Occidentale e Centrale parzialmente coperti da un veloce banco di nuvole.
La speranza diviene man mano certezza e dopo aver affrontato un veloce banco di nuvole nei pressi del bivio fra le tracce per l'ascesa dei vari Breithorn, il cielo, come per magia, si libera completamente dalle nuvole: ora un bel sole ci sta scaldando e come promesso ad Alessandro qualche minuto prima ci fermiamo a rifocillarci.
Alessandro ed Angelica, sullo sfondo la Gobba di Rollin (3899m).
La catena dei Breithorn si stende maestosa innanzi a noi: "Papi, ancora non riesco a credere di essere qui, mi sembra di sognare!
No, non è un sogno e guarda, sembra che qualcuno ci voglia dare una mano, le nuvole se ne sono andate via!"
Dopo pochi minuti ci prepariamo per l'ultima fatica, quella che ci condurrà sulla vetta del Breithorn Occidentale a 4165m!
In questa fase non seguiamo la traccia che procede rettilinea in salita bensì preferisco compiere degli ampi zigzag così da rendere meno ardua la progressione: avanziamo senza problemi ed in pochi minuti raggiungiamo il punto in cui si proseguirà di traverso verso sinistra fino a raggiungere la cresta sommitale. Adesso il percorso è obbligato e stiamo per raggiungere forse il punto critico dell'intero tragitto, la crepaccia terminale; intanto dal Piccolo Cervino sta arrivando un'autentica fiumana di persone, credo sia arrivata la prima corsa della funivia da Zermatt.
Alessandro inizia a sentire la stanchezza ma non c'è tempo, uno squarcio profondo parecchi metri taglia la nostra pista e sotto, nell'oscurità, si intravedono i bagliori prodotti dalla luce del sole che incontra e si rifrange sul ghiaccio vivo.
La crepaccia terminale.
Il passaggio è molto stretto ed alquanto esile, non mi fido: "Ale, adesso io salto dall'altra parte, pianto la piccozza, faccio sicura e poi passi tu camminando, tu non devi saltare, sei molto più leggero di me!
Ok papi."
Metto in atto i miei propositi senza problemi ed una volta dall'altra parte è il turno di Alessandro: "Posso andare papi?
Vai Ale, qualsiasi cosa succeda ti tengo, non aver paura!"
Tutto procede per il meglio, intanto noto come la distanza tra la nostra cordata e quella di Angelica e Claudio stia aumentando sempre più: ovviamente io sto seguendo il passo di Alessandro e cosa più importante non voglio abusare del bel tempo che momentaneamente ci assiste, ci incontreremo nuovamente in vetta.
La marcia prosegue, passo dopo passo, alternando delle brevi pause: intanto l'altitudine aumenta, sempre di più, fino ad arrivare alla fatidica quota quattromila!
La marcia prosegue, passo dopo passo, alternando delle brevi pause: intanto l'altitudine aumenta, sempre di più, fino ad arrivare alla fatidica quota quattromila!
"Ale, siamo a quattromila metri!
Papi, non ci posso credere, il mio sogno sta diventando realtà... quanto manca per la vetta?
Manca poco, non ti preoccupare..."
In prossimità del cambio di direzione che ci condurrà sulla cresta sommitale veniamo raggiunti e superati da una cordata di svizzeri alla quale lasciamo il passo: "Mi superate perché sono ancora un bambino, quando sarò grande...
Ale, cosa dici? Non pensare a queste cose, mica stiamo facendo una gara: qui non vince chi arriva prima in vetta! Il premio è quello che stai vivendo, è il tuo sogno che si sta realizzando, guarda, manca pochissimo!"
Stavolta è vero, il GPS segna 4130m e vediamo che la cordata che ci ha superato si è fermata. Dopo pochi metri la cresta si restringe per poi riallargarsi, sono in vetta e alcuni istanti dopo Alessandro mi raggiunge: è la felicità fatta a persona!
Dopo un grosso abbraccio Ale mi chiede della bandiera che ha preparato la sera precedente: mi tolgo lo zaino ed una volta trovata al suo interno gliela porgo.
Con gesti quasi studiati la prende e la fissa sulla neve tramite un cucchiaio di plastica che si era fatto dare dalla gestrice del rifugio. "Papi, puoi fargli una fotografia?
Breve filmato dell'arrivo in vetta di Alessandro.
Certamente!
Papi, posso lasciarla qui?
La bandiera di carta si, però il cucchiaio di plastica no, non è biodegradabile ed inquinerebbe.
E' meraviglioso osservarlo mentre compie questi gesti tanto semplici quanto spontanei e ricchi di sentimento: come vorrei tornare al tempo in cui ero ingenuo e puro come lui!
Però ripensandoci non potrei essere qui in questo istante come padre quindi... va bene così!
Ci facciamo scattare alcune fotografie dai ragazzi svizzeri, ai quali ricambio il favore, che si complimentano in inglese con Ale che risponde con un eloquente "Thank You": come imparano in fretta questi bambini!
Una foto insieme non poteva mancare!
Il panorama intorno a noi si apre a 360° e complice l'ottima visibilità si possono ammirare quasi tutte le vette più importanti delle Alpi Occidentali: "Papi, quando andiamo lì?
Intendi sul Cervino? Tra qualche anno Ale, per il momento accontentati di questa vetta raggiunta, non è un'impresa così ovvia per un bambino."
"Papi, quello dietro di te, il primo lungo la cresta, è il Breithorn Centrale, vero?
Panoramica verso Est dalla vetta del Breithorn Occidentale (4165m), partendo da centro foto e proseguendo in senso antiorario le cime che si possono ammirare sono: il Breithorn Centrale (4159m); il Breithorn Orientale (4139m): la Roccia Nera (4075m); il Polluce (4092m); il Castore (4228m); il Lyskamm Occidentale (4479m); il Lyskamm Orientale (4527m); Punta Gnifetti (4554m); Punta Zumstein (4563m); Punta Dufour (4634m); Punta Nordend (4609m).
Si Ale.
Quant'è alto?
4160 metri.
Ok, papi, il prossimo anno torniamo e scaliamo quello?
Certo cucciolo!"
Intanto stanno giungendo alla spicciolata altre cordate e la vetta inizia ad essere affollata: "Ale, se per te va bene io pensavo fosse giunto il momento di andare, devi fare altro?
No papi, andiamo , inizio ad essere stanco!"
Alessandro riparte e si incammina seguendo la traccia per la quale siamo saliti cercando di non intrecciare la nostra corda con quella delle altre cordate: il Piccolo Cervino in lontananza sembra una fucina di escursionisti!
Superato il tratto dove la cresta diviene più stretta visto il traffico dico ad Ale di tracciare un altro percorso parallelo e distante circa un metro da quello seguito per la salita, qui il pendio è ampio e d'altronde non possiamo fermarci di continuo per dare la precedenza a chi sale, quando percorreremo l'ultimo e più lungo traverso vedremo.
"Papi!
Si, dimmi Ale?
Devo fare la pipì!
Devi fare la pipì..."
Sicuramente non posso fargliela fare in mezzo alla traccia e qui non siamo a bassa quota: non ci sono cespugli o alberi dove nascondersi per farla!
"Ale, riesci a tenerla ancora per qualche minuto?
Si, certo papi!
Bene, allora ci fermeremo dove la traccia svolta a sinistra e in quella curva proseguirai di qualche metro in direzione del Cervino: lì potrai farla senza farti vedere, ok?
Va bene papi!"
La discesa procede agevolmente quando tra i visi che mi passano di fianco ne intravedo uno noto: "Angelica!
Dai, manca pochissimo alla vetta! Bravissima!
Claudio!
Ormai ce l'avete fatta!"
"Grazie Alessandro, è solo per merito tuo e di tuo padre se siamo qui: è bellissimo!"
"Grazie a voi Angelica, siete stati i migliori compagni di stanza e di avventura potessimo trovare! Se il destino lo vorrà ci incontreremo ancora, magari proprio per salire al Breithorn Centrale... Grazie ancora ragazzi e alla prossima!"
Intanto sempre più cordate procedono verso la vetta.
Non mi piacciono gli addii, mi lasciano sempre un grosso vuoto dentro, ma la vita è anche questo: sarà molto difficile incontrarsi nuovamente ma è stato bello ed intenso vivere quei momenti con loro.
Grazie Angelica e Claudio!
Grazie Angelica e Claudio!
Finalmente giungiamo dove la traccia svolta a sinistra: "Dai Ale, non capita così spesso di fare la pipì con un simile panorama davanti!"
Il Cervino e le Alpi del Vallese.
Riprendiamo la discesa, tra poco passeremo nuovamente sulla crepaccia terminale e la neve è già più molle rispetto ad una mezz'ora fa: vedo che Ale non è più lucido come prima nei movimenti...
"Ale, ancora non è finita! La nostra avventura terminerà quando saremo giunti nuovamente al rifugio!
La Gobba di Rollin (3889m) vista da poco sotto la cresta sommitale del Breithorn Occidentale.
Lo so che è difficile ma devi cercare di rimanere concentrato!"
Non so quante volte ho ripetuto queste parole ad Alessandro durante la discesa, malvolentieri ho dovuto indossare in queste fasi i panni del severo istruttore: lo capisco, ancora è un bambino e l'obiettivo per lui era giungere in vetta, non posso pretendere comprenda cose che neanche alcune persone adulte riescono a capire.
L'ambiente in cui stiamo vivendo quest'esperienza però è uno fra i meno ospitali sulla faccia della terra e i margini d'errore sono minimi se non nulli ed il tempo come previsto sta già peggiorando quindi l'imperativo ora è quello di muoversi senza indugi e/o errori.
"Un giorno capirai Alessandro, forse proprio quello in cui farai con tuo figlio quello che io sto facendo con te: come è scritto nel Talmud "Quando insegni a tuo figlio, insegni al figlio di tuo figlio."
Sto cercando di insegnarti quante cose più possibile, di trasmetterti tutto quello che ho, mi sto rendendo conto però che sei tu che mi stai insegnando cosa conta davvero nella vita e per questo ti ringrazierò finché il mio cuore continuerà a battere e spero oltre..."
Dopo aver incrociato altre cordate, ed aver dato la precedenza a chi saliva, giungiamo nuovamente nei pressi della crepaccia terminale: molto più facile affrontarla in discesa.
"Ale, adesso se vuoi puoi saltare, fai un grande salto!
Ok papi!
Bravissimo, così!"
In un battibaleno sono anch'io dall'altra parte e l'aver superato questo punto critico senza problemi mi conforta.
Meglio non pensare quanto sia profondo!
"Ale, buttati sulla destra, al di fuori dalla traccia e prosegui diritto in direzione di quel gruppo di persone!"
Sto indicando ad Alessandro il punto in cui c'eravamo fermati ormai una vita fa a fare merenda: in discesa, per risparmiare tempo e fatica, possiamo proseguire seguendo la via più breve adottando il tipo di progressione che io ho soprannominato "scivolata controllata". Alessandro è un ottimo allievo ed in breve tempo raggiungiamo il luogo prefissato dove effettueremo una pausa prima della breve risalita al Colle dei Breithorn.
Il calore del sole inizia a farsi sentire così approfittiamo di questi momenti di pausa per toglierci alcuni indumenti e dopo aver bevuto in abbondanza riprendiamo la marcia giungendo in breve tempo nei pressi del casottino in legno dove eravamo passati qualche ora fa.
Più facile a dirsi che a farsi, lungo le piste ci sono parecchi sciatori e durante i "tagli" dobbiamo essere molto accorti a non farci investire, però ormai manca davvero poco alla fine del nostro periplo.
Quando circa trecento metri di percorso pianeggiante ci separano dal rifugio posso finalmente mollare, di pericoli oggettivi non ve ne sono più e, presa la piccozza di Alessandro, lo prendo in braccio stringendolo forte a me e baciandolo sulla guancia con i caschetti che inevitabilmente cozzano tra loro facendoci scappare una risata. Rimessolo a terra proseguiamo mano nella mano: “Grazie papi per avermi aiutato nel mio sogno, ti voglio bene!
Anch'io te ne voglio Ale, non sai quanto!”.
P.S. Nei giorni successivi Alessandro ha ricevuto plausi e complimenti da tantissime persone, che ringraziamo nuovamente, tra cui quelli inaspettati da uno dei più grandi Alpinisti di sempre: Simone Moro!
Anch'io te ne voglio Ale, non sai quanto!”.
P.S. Nei giorni successivi Alessandro ha ricevuto plausi e complimenti da tantissime persone, che ringraziamo nuovamente, tra cui quelli inaspettati da uno dei più grandi Alpinisti di sempre: Simone Moro!
Che bel racconto! E che fortunato Ale ad essersi legato con te in cordata! :) Io sono tornato ieri dalla mia prima, ma purtroppo mia figlia si è dovuta fermare alla Gobba di Rolin, non si è sentita bene. Torneremo!
RispondiEliminaGrazie! In bocca al lupo per le prossime avventure a quattromila, noi quest'anno abbiamo bissato e siamo giunti sulla vetta del Castore... spero di scrivere presto la relazione!
EliminaA presto!:-)